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AGESC: PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE E INDICAZIONI NAZIONALI DEI PIANI PERSONALIZZATI
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A G E S C
Associazione Genitori
Scuole Cattoliche

PROFILO EDUCATIVO, CULTURALE E PROFESSIONALE E INDICAZIONI NAZIONALI DEI PIANI PERSONALIZZATI

La nostra Associazione già in molteplici occasioni ha sottolineato la positività di questa riforma del sistema scolastico italiano: nuovamente viene ribadita questa convinzione, auspicando che l’iter burocratico e normativo inerente la sua applicazione sia il più rapido possibile affinché i percorsi abbiano ad essere attivati in modo coerente e concreto.

In quest’ottica di attenzione positiva alla riforma, è stato esaminato quanto sottoposto inerente al profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni), alle indicazioni nazionali per i piani personalizzati nella scuola primaria, nonché alle indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nella scuola dell’infanzia.

Con questa nostra nota vogliamo significare sia alcune condivisioni di fondo, sia alcune perplessità su cui riteniamo necessari impegno e chiarificazioni.


Per quanto concerne il primo ciclo di istruzione (6-14 anni):

• Siamo concordi nel considerare che lo sviluppo armonico, integrale e integrato è tensione formativa che riguarda tutti i momenti formativi scolastici. Così come siamo convinti che il progetto di vita inizia giustamente nel primo ciclo.

• Il raggiungimento del 14° anno rappresenta una tappa importante per il ragazzo: acquisire gli strumenti è per lui un aiuto grande in un momento di “difficile” ricerca di autonomia. L’universo circostante è più invadente oggi, e perciò al ragazzo si richiede una maggiore capacità di comprensione di sé stesso, di maggiore responsabilità, di assunzione di compiti attraverso una posizione ed un atteggiamento attivi.

• Da qui la necessità di aiutare i ragazzi ad interagire con i coetanei guardando gli adulti: guardandoli i ragazzi possono imparare un metodo critico. Da qui anche il processo di orientamento: i ragazzi vanno aiutati guardandoli con realismo, considerando anche che molti a 14 anni sono ancora immaturi (giudizio che non è indice di negatività, ma di vero realismo). I piani personalizzati devono tener conto di questa situazione di disomogeneità.

• La dotazione di strumenti culturali è opera necessaria: occorre fare un grosso lavoro perché oggi la situazione nella scuola sotto questo profilo è molto carente. Così come andranno aiutati, i ragazzi, ad una operatività responsabilizzante: da qui la necessità anche di un lavoro sui genitori e con i genitori perché aiutino i figli a responsabilità, accompagnandoli e senza lasciarli soli.

Per quanto concerne la scuola dell’infanzia:

• Forti perplessità sussistono nella valutazione dei profili per la scuola dell’infanzia. Sia il profilo educativo culturale e professionale, sia le indicazioni dei piani personalizzati sembrano ipotizzare una frequenza obbligatoria alla scuola dell’infanzia. C’è forse una contraddizione: se da un lato si esplicita che la scuola dell’infanzia non è obbligatoria e che si escludono impostazioni scolastiche che tendono a precocizzare apprendimenti formali, dall’altro si ipotizza un percorso tendenzialmente obbligatorio e di natura scolastica. Su questo aspetto occorre essere molto chiari, anche perché l’anticipo facoltativo generalizzato pone qualche problema formativo ed educativo avendo a che fare con bambini di età molto diversa e quindi con processi evolutivi differenti.

• Sembra opportuno qualificare meglio i percorsi formativi della scuola dell’infanzia, e ciò anche in termini di età di accesso. Occorre creare un criterio più omogeneo, che tenga conto dei processi e dei ritmi evolutivi di ognuno. In quest’ottica la necessità di considerare la scuola dell’infanzia come percorso giustamente cadenzato e orientato allo sviluppo dei bambini aventi la medesima età (e non di più o di meno): solo così si potranno ridurre differenze e difficoltà ai bambini, evitando un affievolimento nelle stimolazioni ed un ritardo nelle capacità di risposta, e si potranno stimolare concretamente le opportunità e possibilità di ciascuno in dimensione educativa, culturale, sociale. Come si concilia tutto ciò con la facoltatività dell’anticipo?
Come vengono aiutati i genitori nella scelta di anticipare o meno l’accesso alla scuola primaria, valorizzando l’aspetto educativo? Che strumenti avrà l’insegnante “tutor” per aiutare con responsabilità le famiglie nella scelta o meno dell’anticipo?

• A questo punto riteniamo debbano essere salvaguardate le esperienze già in atto: gli obiettivi educativi/formativi dell’attuale scuola dell’infanzia (materna) sono obiettivi ancora assolutamente validi ai quali porre attenzione.


Per quanto concerne la corresponsabilità educativa famiglia-scuola:

Riteniamo utile e necessario un impegno preciso da parte del Ministero perché abbia ad attivare strumenti e momenti di formazione rivolti ai genitori, a partire dai profili educativi, culturali e professionali e dalle indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati.
Su questo versante formativo, il Ministero può contare sulla disponibilità della nostra Associazione, capillarmente presente nelle scuole su tutto il territorio nazionale.

In conclusione, condividiamo l’alto profilo educativo, culturale e professionale dello studente perché la scuola deve essere strumento formativo efficiente ed efficace: l’obiettivo deve essere quello di una formazione veramente integrale. Tuttavia, a nostro parere, il cammino per attuare l’obiettivo deve essere preciso, qualificato e sostenuto da forti competenze professionali ed educative da parte dei docenti.

A cura di
Maria Grazia Colombo e Giancarlo Tettamanti
del Gruppo “Formazione” dell’Agesc Lombardia


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Date: 21 Oct, 2003 on 00:01
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