Altro che stipendio europeo: mentre si attua, o si prepara, il taglio di decine di migliaia di posti di lavoro, il contratto-scuola, firmato oggi da Cgil, Cisl, Uil e Snals, offre una miserabile mancia a quei docenti ed Ata che avranno la "fortuna" di conservare il posto.In attesa di verificare le modifiche (in genere peggiorative) della parte normativa, è già chiaro che le promesse sbandierate ai quattro venti di un "contratto di svolta", che avrebbe dato ai lavoratori/trici della scuola uno "stipendio europeo" si sono rivelate una truffa colossale.
Gli aumenti per la categoria, in paga-base, medi e a regime, sono, al netto di tasse e trattenute, intorno ai 60 euro, pari a poco più del 5% biennale: dunque, viene a malapena coperta l¹inflazione "ufficiale", che però è notoriamente ben più bassa di quella reale.
Una parte degli aumenti dei docenti verrà inserita nella "retribuzione professionale docente", un¹indennità fuori dalla paga-base, non pensionabile e non presente nella tredicesima; un¹altra parte finirà nel calderone del "fondo dell¹istituzione" (cioè del fondo delle singole scuole) che verrà ampliato per ingigantire "l¹incentivazione", ossia la concorrenza tra lavoratori/trici nella logica della scuola-azienda. Infine, una parte degli
aumenti verrebbe addirittura differita al 2004.
Tutto questo accade mentre nelle scuole il governo sta realizzando, o preparando, il più selvaggio massacro di sempre di posti di lavoro, con migliaia di colleghi/e che in questi giorni perdono posto a causa dell¹applicazione "violenta" della Finanziaria, con il passaggio, nelle superiori, di tutte le cattedre a 18 ore frontali e con l¹eliminazione
dell¹organico funzionale; mentre Moratti cerca di avviare la controriforma nelle elementari e nelle medie già dal prossimo settembre, cancellando tempo pieno e prolungato e riducendo del 10% l¹orario generale: il che provocherebbe l'eliminazione di circa 56 mila posti di lavoro in due anni.
Dunque, il governo, mentre con una mano impone, attraverso il taglio della scolarità pubblica e dei posti di lavoro, un risparmio colossale sulla pelle di decine di migliaia di docenti ed Ata e dei diritti dei cittadini ad avere una buona scuola pubblica, con l¹altra mano elargisce una mancia insultante, in sostituzione dello stipendio europeo, a chi resterà nella scuola.
I firmatari del contratto-miseria devono almeno avere il coraggio di sottoporre il contratto stesso all¹approvazione referendaria di docenti ed Ata. In particolare la Cgil, che in questi ultimi mesi, a partire dalla rottura con Cisl e Uil sul Patto per l¹Italia e sul contratto dei metalmeccanici, ha ripetutamente avanzato la richiesta di referendum
vincolanti per validare i contratti e i "patti", dovrebbe coerentemente concordare con noi sulla proposta di un referendum anche per la scuola, che consenta a tutti/e di verificare se docenti ed Ata ritengono accettabile o meno il contratto-miseria appena firmato.
Roma, 16 maggio 2003
Piero Bernocchi
portavoce nazionale Cobas scuola
http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com