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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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ADI-Documento finale 1° Congresso nazionale
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ADI
1. ADI-Documento finale 1° Congresso nazionale
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Il 1°Congresso nazionale dell'ADI convocato a Bologna il 13-14 ottobre 2001 ha votato all'unanimità il seguente documento:
"Il Congresso
1. Assume come propria Carta programmatica la "Dichiarazione dei diritti e dei doveri degli insegnanti"
http://www.bdp.it/adi/Convegno/DicDirDov.htm presentata il 16 febbraio 2001 al 2° Convegno nazionale dell'ADI e riafferma il proprio prioritario impegno " a contribuire alla crescita di un movimento educativo che persegua la felicità delle giovani generazioni"

2. Ribadisce l'esigenza di istituire per legge l'Ordine professionale degli insegnanti, organismo autofinanziato, autonomo dall'Amministrazione, svincolato da forme dirette o indirette di cogestione con i sindacati, strumento fondamentale contro la
dequalificazione della docenza. L'Ordine dovrà avere ampi poteri rispetto a: a) la definizione e il controllo degli standard di
formazione iniziale e di accesso alla professione; b) la definizione e il controllo di standard di sviluppo per fasce di
ulteriore e più elevata professionalità; c) la creazione e la gestione dell'Albo professionale; d) la formulazione e gestione del codice deontologico

3. Riafferma la validità del Codice etico-deontologico degli insegnanti
http://www.bdp.it/adi/CodeEtic/framecod.htm presentato dall'ADI il 14 Aprile 1999 , in occasione del suo 1° Convegno nazionale
e, pur riconoscendone il carattere relativo ed evolutivo, considera i principi in esso contenuti tuttora vincolanti per gli associati

4. Ripropone la validità degli Standard professionali
http://www.bdp.it/adi/RifDoc/Standard.htm elaborati dall'ADI nel maggio 2000, che costituiscono un traguardo di eccellenza
al quale gli insegnanti, e innanzitutto gli associati, dovrebbero tendere. Si impegna a completarne l'elaborazione in riferimento alle diverse aree disciplinari e ai diversi gradi scolastici

5. Riconferma l'esigenza di creare una leadership professionale degli insegnanti che favorisca lo sviluppo di comunità professionali e la trasformazione della scuola in un'organizzazione che sa apprendere, progettare, valutare e modificarsi. Si tratta di creare senza più
indugi una fascia di alta professionalità
http://www.bdp.it/adi/RifDoc/Carriera.htm, secondo le modalità e le finalità contenute nel documento complessivo dell'ADi "Riforma della professione docente"

6. Impegna l'associazione a formulare un'ipotesi di stato giuridico degli insegnanti che sancisca la netta separazione fra gli aspetti di legge e quelli contrattuali, che definisca con chiarezza il percorso della formazione iniziale, le modalità di reclutamento, dalle quali
siano bandite sanatorie e graduatorie per anzianità, le modalità di svolgimento del periodo di prova, la carriera degli insegnanti, le modalità di valutazione, i diritti e i doveri, gli organici delle scuole
autonome correttamente dimensionati e flessibili nell'utilizzo, nonché
aspetti della formazione in servizio, ivi compresi i periodi sabbatici.
Una normativa chiara e semplificata che liberi le scuole e gli insegnanti dall'attuale inestricabile stratificazione di norme e dalla minuziosa prescrittività delle regole che sono lacci all'autonomia
organizzativa e didattica delle scuole.

7. Chiede che vi siano 2 soli livelli di contrattazione, che pongano fine all' attuale parossistica attività negoziale che si sviluppa, in contrasto con le norme esistenti, addirittura su 5 livelli; chiede
parimenti l'abolizione delle RSU, in quanto si collocano in netta contrapposizione con un'impostazione professionale della docenza,
accentuandone il carattere subordinato, e negandone la specificità professionale, a tale eliminazione dovrà corrispondere la contemporanea definizione di altri metodi di verifica della rappresentatività
nazionale delle organizzazioni sindacali, anche in previsione di un comparto separato della docenza.

8. Chiede l'abolizione degli Organi collegiali territoriali, poiché
invadono le competenze sia dell'Ordine professionale sia degli Enti Locali nella prospettiva federalista dello stato.

9. Chiede il varo di Organi collegiali di istituto che siano essenziali, non prescrittivi, e tali da lasciare alle scuole ampi margini di decisione e auto-organizzazione

10. Esprime valutazioni critiche rispetto al dimensionamento delle istituzioni scolastiche e all'attuale impostazione della dirigenza. Occorre riflettere sull'esperienza fatta, che ha visto i problemi approfondirsi anzichè risolversi, e guardare con attenzione alle tendenze che, dopo esperienze simili, si sono delineate a livello
internazionale. Tali tendenze sostengono l'importanza sia di scuole di dimensioni piccole ( "small schools" o "schools-in-the school", con non più di 300/400 alunni) sia la reimpostazione della dirigenza scolastica
in termini di leadership educativa finalizzata all'apprendimento e improntata alla collegialità.

11. Esprime preoccupazione per la carenza di informazioni sulla Riforma dei cicli e chiede che in tempi rapidissimi si possa conoscere quanto sta elaborando la commissione preposta. E' evidente infatti che
l'autonomia non avrà possibilità di realizzarsi senza che vengano ricostruiti, alleggeriti e resi flessibili i curricoli, senza che vengano chiaramente definiti gli obiettivi educativi che ciascuna scuola, nella sua autonomia organizzativa, didattica e metodologica dovrà perseguire. Occorre oggi intraprendere con coraggio il "viaggio"
della riforma, cercando di comprendere la trasformazione epocale che le tecnologie della comunicazione e dell'informazione hanno prodotto nei modi di apprendere delle nuove generazioni. Una rivoluzione che mette in
discussione la separatezza delle discipline, il curricolo lineare e uguale per tutti, l'organizzazione delle classi e del tempo-scuola, e naturalmente il ruolo degli insegnanti.

12. In una fase di cambiamenti di tale portata, considera superata la diatriba fra scuole statali e non statali, che ha ridotto il problema a pura contrapposizione ideologica fra scuola laica dello Stato e
scuola confessionale cattolica. L'esigenza oggi è di creare spazi liberi di sperimentazione qualificata, che la scuola statale fatica a conquistarsi. Sarebbe sbagliato precludere la crescita di scuole della società civile fondate su diverse gestioni, quali ad esempio cooperative di insegnanti, e su qualificati percorsi pedagogici: sollecitazione e aiuto a traghettare le scuole verso le nuove forme
dell'apprendere. Il sostegno dello Stato deve essere subordinato a tre garanzie : a) il rispetto del pluralismo, come è sancito dalla
Costituzione italiana, senza nessuna discriminazione per razza, sesso, credo politico e religioso, provenienza familiare, condizioni sociali e culturali, orientamento sessuale, e infermità, b) l'utilizzo di
insegnanti iscritti all'Albo gestito dall'Ordine, a salvaguardia degli
standard professionali e del rispetto del codice deontologico, c) il perseguimento degli obiettivi educativi definiti dallo stato il quale avrà il diritto-dovere di controllarne la realizzazione, senza entrare
nel merito e senza porre vincoli ai percorsi e alle modalità della loro realizzazione.

13. L'innalzamento degli standard educativi, la costruzione di una qualificata professionalità docente richiedono un convinto impegno delle forze politiche, prima di tutto del Governo, e il sostegno di
tutta la società civile. Richiedono altresì grandi risorse finanziarie.
Il Congresso dell'ADi esprime forti preoccupazioni nel constatare che si è ancora molto lontani da tali condizioni. In particolare sottolinea che il Governo con questa proposta di legge finanziaria ha dimostrato di escludere la scuola dalle priorità nazionali. Il Congresso,
nell'approvare i rilievi alla Finanziaria diffusi dall'Associazione, la impegna ad agire perchè la scuola sia collocata fra gli impegni fondamentali e abbia le necessarie coperture nella prossima Legge finanziaria."

Date: 14 Oct, 2001 on 20:57
ADI-Documento finale 1° Congresso nazionale
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