Le disposizioni in materia di organizzazione scolastica previste dalla Finanziaria 2002 rischiano di calpestare il diritto allo studio, i principi contrattuali e prefigurano una grave situazione gestionale ed organizzativa che mette a rischio l'organizzazione di una scuola che sta muovendo i primi passi dell'autonomia organizzativa e didattica.

L'aumento di ore di lezione, per ridurre drasticamente il precariato, se può produrre risparmi peraltro tutti da dimostrare, viola le procedure contrattuali, rende riserva di legge materie che da anni sono il core business della contrattazione e rischia di interrompere progettualità ed offerte formative ormai consolidate nel territorio.

Un vulnus alle relazioni sindacali e alla politica della concertazione.

L'intervento sull'organizzazione dell'insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare non garantisce la continuità di questo insegnamento, voluto dalla riforma, ed introduce forti elementi di presecondarizzazione che snaturano l'organizzazione didattico-formativa di questo segmento scolastico.

La disposizione in materia di supplenze brevi destruttura l'organizzazione didattica, con particolare riferimento alle discipline e all'offerta formativa di ogni scuola, dalla materna alla secondaria di secondo grado.

La sostituzione con docenti interni per assenze fino a 30 giorni, non assicura il servizio di istruzione, rischia di colpire i soggetti più deboli e non costruisce percorsi per il raggiungimento degli obietti formativi nazionalmente e localmente definiti.

La modifica della composizione delle commissioni per gli esami di maturità risulta avulsa da ogni contesto di riforma del sistema scolastico e formativo, depaupera il valore di verifica finale delle prove e non realizza controlli sui diplomifici.

I risparmi forzosi conseguenti, l'applicazione di norme così secche ed irrispettose dei contratti, di fatto annullano la qualità della scuola pubblica: economie da tagli non corrispondo certo a quegli investimenti che le dichiarazioni sulla centralità del sistema istruzione e sulla valorizzazione delle professionalità della scuola lasciavano intravvedere.

Roma, 2 ottobre 2001