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GILDA: Comunicato Stampa 29 settembre 2001
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1. GILDA: Comunicato Stampa 29 settembre 2001
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LA FINANZIARIA E LA SCUOLA
GILDA: STRABISMO NELLE SCELTE E POLITICA SBAGLIATA

Confermate pienamente le preoccupazioni già espresse dalla Gilda degli Insegnanti sulle misure prese in finanziaria per la scuola.

Scarse e comunque assolutamente insufficienti le risorse economiche messe a disposizione per il rinnovo dei contratti dei docenti e per avviare un pur minimo processo di adeguamento ai livelli europei delle retribuzioni.

In sostanza sono stati stanziati appena 210 MLD a partire dal 2002 e, nel caso il governo riesca ad ottenere risparmi non inferiori 1850 MLD nel 2003 e 2004 (con i tagli di organico), allora saranno a disposizione per gli stessi anni altri 700 MLD, quindi nemmeno la metà delle risorse ottenute con i tagli di sistema.

Ai capi di istituto invece vanno 40 MLD per anno dal 2002 al 2004, da aggiungere ai 240 MLD già stanziati: gli aumenti complessivi, a regime, consentirà loro di raggiungere i 38.000.000 annui di aumento.

Strabismo nelle scelte e politica sbagliata. Si continua, in linea con le impostazioni dei governi precedenti, a puntare sulle figure dei dirigenti scolastici, ignorando e continuando a mortificare il ruolo strategico dei docenti nelle scuole dell’autonomia e soprattutto in vista di un processo di riforme che questo esecutivo ha in animo di riprendere. Una volontà politica che collide con le intenzioni e gli impegni più volte dichiarati ed assunti da questo governo.

E’ l’articolo 13 della finanziaria, comunque quello che desta le maggiori preoccupazioni, “Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”.

Si dispone in sostanza, al comma 3, che tutte le cattedre costituite con orari inferiori alle 18 ore settimanali di lezione frontale, vengano colmate. La misura è solo apparentemente coerente con le norme contrattuali. Dato l’attuale assetto degli organici a livello nazionale, se applicata in maniera brutale e senza stabilire adeguati periodi di ammortizzamento, produrrà effetti devastanti sulla organizzazione del sistema scuola nazionale.

Il governo intende recuperare 22.000 cattedre alle quali corrisponderanno migliaia di soprannumerari tra i docenti di ruolo, costretti a trasferimenti d’ufficio, e migliaia di precari che perderanno l’incarico.

Se a queste misure aggiungiamo il disposto che le frazioni orarie inferiori a 18 saranno distribuite tra i docenti dell’Istituto, fino ad un massimo di 24 settimanali, allora l’espulsione di altre migliaia di docenti è certa. Saranno alla fine 50.000 probabilmente le cattedre perse.

Nessun miglioramento della qualità del servizio sarà ottenuta, peggioreranno le condizioni di esercizio della professione con l’aumento imposto dell’orario di lavoro fino a 24 ore, si creerà un contenzioso infinito perché quest’ultima norma viola palesemente le disposizioni contrattuali in materia di orario di lavoro.

I danni maggiori però li subiranno gli studenti: le riaggregazioni orarie necessarie per dare seguito “alla prestazione oraria a tempo pieno”, sconvolgerà gli attuali assetti degli organici all’interno delle istituzioni scolastiche e scaricherà gli effetti della discontinuità didattica proprio sugli studenti, che si rivedranno d’un colpo privati dei loro docenti di ruolo.

L’eliminazione poi del completamento di orario di cattedra, con ore a disposizione nella scuola per le supplenze, creerà ulteriori difficoltà alle istituzioni scolastiche che non avranno docenti disponibili per coprire le assenze momentanee e oltretutto non potranno chiamare supplenti per periodo inferiori i trenta giorni.

Doppio il danno per gli alunni, da una parte verranno meno i docenti dell’istituto con ore a disposizione per le supplenze brevi, dall’altro non potranno essere assunti supplenti.

Gli studenti, in sostanza, rischiano di passare mesi senza insegnanti.

Di fronte a scelte siffatte, cioè ad una politica che non abbandona tagli e risparmi nella scuola e nulla concede in termini di investimenti per la valorizzazione degli insegnanti, che punta sui capi di istituto e si accanisce sui docenti, non possiamo non evidenziare la linea di continuità con le politiche del passato ed esprimere giudizi pesantemente negativi.

Roma, 29 settembre 2001

Il Coordinatore nazionale
Alessandro Ameli


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Date: 29 Sep, 2001 on 18:15
GILDA: Comunicato Stampa 29 settembre 2001
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