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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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380 miliardi per i 10.800 presidi
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Salvatore Indelicato
1. 380 miliardi per i 10.800 presidi
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Un aumento medio lordo nel triennio di circa 36 milioni annui, pari a 3 milioni lordi mensili. A tanto ammonta lo stanziamento complessivo a disposizione del tavolo contrattuale del 4 ottobre 2002, che a questo punto può essere chiuso con un compromesso accettabile. Tutte le sigle sindacali ANP e -SNALS-CISL-CGIL-UIL dei dirigenti, possono portare congiuntamente un risultato importante, un aumento che equipara per il 90% circa i dirigenti della scuola a tutti i dirigenti del pubblico impiego di seconda fascia. L’ANP da sola, per la verità, si era strenuamente battuta per ottenere il 100% rispetto ai colleghi dirigenti degli enti locali della sanità, dell’università, dei ministeri e del parastato.
L’azione di pressing forte ha impedito che a maggio i sindacati confederali chiudessero al ribasso contentantosi del 50% come equiparazione. Si tratta dunque di un forte successo rispetto alle condizioni di quadro e alle difficoltà complessive che questa finanziaria registra per gli altri settori a cominciare dal comparto docenti, che ci vede attenti come dirigenti alla loro valorizzazione nell’ottica del miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza del servizio integrato di istruzione e formazione.
I 380 miliardi provengono dal precedente stanziamento nella finanziaria del governo Amato-De Mauro di 260 miliardi e con l’aggiunta di risorse fresche di 120 miliardi del governo Berlusconi-Moratti, pur se distribuiti in tre trance annui di 40 miliardi ciascuno.
Ora spetta al tavolo contrattuale riconvocato dall’ARAN appunto per il 4 ottobre, a cui siederanno tutti, stabilire importanti questioni, che non sono di dettaglio, quali la decorrenza retroattiva degli incrementi dal 1-1-2001 e la ripartizione nel triennio dei ratei.
Così come importanti questioni sono quelle legati agli importi della retribuzione di risultato e di posizione in relazione alla complessità della struttura di servizio e ai meccanismi di valutazione collegati. La dirigenza scolastica si avvia a diventare risorsa strategica per le politiche di innovazione e di cambiamento, in una fase cruciale di autonomia, decentramento e riforme di struttura.
In questa fase di positiva conclusione della vicenda non è interesse di nessuno rivendicare meriti o primogeniture esclusive, ma non ci si può dimenticare dello sviluppo della vicenda e di come i vari protagonisti si sono di volta in volta schierati e presentati alla categoria, che resta l’unica destinataria della valutazione su chi meglio l’ha rappresentata ed è in grado di rappresentarla per le impegnative scadenze del futuro prossimo.
Salvatore Indelicato, preside
Date: 29 Sep, 2001 on 17:06
Nino Reggi
2. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi. Che faccia tosta
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Ma Dott. Indelicato ci vuole una bella faccia tosta a vendere la più colossale sconfitta del suo sindacato come una vittoria!!.
Vediamo: ANP dice di non firmare il contratto perchè mancano nel 2001 circa 200 miliardi per l'equiparazione con gli altri dirigenti.
Scrive lettere ai leader. Rispondono gli adepti di Berlusconi, promettono nella Legge di assestamento ed in attesa del lieto evento ANP, forte del suo 47%, blocca la trattativa. Passano, dopo il risultato elettorale, mesi di trepida attesa. Si commentano le interviste, le dichiarazioni, le confidenze, i sospiri. Pare che i soldi, NEL 2001, ci siano. Forse no. Forse sì. Risultato nel 2001 non ci sono ed i Dirigenti, per ERSCLUSIVA responsabilità di ANP, hanno perso 6 mesi in attesa di meno che Godot. Adesso il Governo darà nel 2002 e triennio seguente meno dei soldi che Bassanini aveva promesso per gli stessi anni ed il dottor Indelicato grida alla vittoria contro i pavidi confederali pronti alla firma da mesi.
Che dire dottor Indelicato? E' vero che c'è chi ha cercato di spiegare che le balene in realtà sono ballerine del Moulin Rouge. Lei però dimostra di avere più fantasia o ... più faccia tosta.
Forse
Date: 29 Sep, 2001 on 20:24
ereon
3. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi
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Sarebbe ora di finirla, cari colleghi presidi ed ex direttori didattici, con questa lotta per i vostri aumenti! Ormai finisce per sfiancare tutto il mondo della Scuola! Ci sono problemi emergenti molto piu' seri del vostro stipendio! Oppure della vostra professione-missione, perche' tanto a questo dovreste essere chiamati, vi interessa solo il danaro!
Ci sarebbero molte cose da dire ma.. stendiamo un velo pietoso, nell'interesse reale del mondo scolastico che comprende non solo il capoclasse ma tutti gli altri Pierini con i relativi problemi... compreso quello della formazione della società futura, per cui non vi abbiamo mai visto lottare!
Gli insegnanti in ascolto!
Date: 30 Sep, 2001 on 00:38
Giuseppe D'Agazio
4. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi
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Dare tutto ai Presidi e niente agli insegnanti è sempre una operazione autoritaria e di destra. Nel caso italiano l'affare si complica perchè i Presidi non hanno avuto questi soldini per la loro grande efficienza e capacità ma, al contrario, per la loro
madornale impreparazione e disorganizzazione. Chi entra in una scuola oggi può subito accorgersi che gran parte della inefficienza dipende, con buona pace dell'ANP, proprio
da loro, dai loro timori e titubanze, dall'incapacità di far funzionarre le strutture e di mettere in moto le energie che pure ci sono. Ma nelle scuole non entrano nè Ministri nè Governi, perchè vi entrano ragazze e ragazzi e insegnanti malvestiti,con stipendi ancora da fame, senza che nessun
preside se ne avveda ,mai telecamere e conduttori cicisbei
di vuoti e altisonanti talk show.
Date: 30 Sep, 2001 on 09:53
Salvatore Indelicato
5. L'ANP per una positiva chiusura del contratto
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Non è mia intenzione in questa fase conclusiva della vicenda contrattuale seguire i miei cortesi interlocutori in polemiche fuori luogo. Nell'incontro odierno all'ARAN l'ANP ha responsabilmente posto nell'interesse della categoria rappresentata le seguenti richieste:1.i ratei di anzianità maturati fino al 31 dicembre 2000 siano interamente conteggiati nella RIA, che va quindi considerata una voce stipendiale già maturata e non disponibile per altre operazioni salariali, così come indicato dal primo atto di indirizzo;
2.i 40 miliardi dei ratei da maturare, a partire dal 1 gennaio 2001 e fino alla scadenza dell'attuale gradone di appartenenza, siano riconosciuti come risorse aggiuntive, cosi come indicato dal secondo atto di indirizzo;
3.le risorse stanziate dalla Finanziaria 2002 (attualmente 40 miliardi eventualmente aumentabili in sede di approvazione del d.d.l.) siano resi disponibili sin da questo contratto per coprire i trascinamenti sul 2002;
4.le risorse non utilizzate a seguito dei vuoti di organico siano rese disponibili come risorse aggiuntive per questo contratto. Nel prossimo incontro dell' 11 ottobre in presenza di risposte rassicuranti del governo la vicenda potrà chiudersi positivamente.
Date: 04 Oct, 2001 on 20:32
Pasquale D'AVOLIO
6. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi
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Al di là di tanti giri di parole, pongo due domande molto secche al collega Indelicato e all'ANP.
Riconoscete che allo stato dei fatti (nessun incremento per il 2001, equiparazione "forse" nel 2005) è stato un errore non firmare a maggio? E qualora firmerete, ritirerete le accuse di "venduti" e "miserabili" ai Dirigenti confederali?
Date: 05 Oct, 2001 on 09:54
Giorgio Dalsasso
7. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi
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ora siamo curiosi di vedere le giustificazione dell'ANP nel firmare ora un contratto a condizioni peggiori di quelle del 7 maggio. Molto semplicemente l'Associazione Nazionale Presidi dovrebbe riconoscere un errore di valutazione e di strategia:l'equiparazione alla fascia I della Dirigenza non ci sarà con il 2002 ( obiettivo perseguito dall'ANP nella gestione della trattativa sindacale ) assegando la Finanziaria 2002 risibili risorse alla scuola, quindi anche alla Dirigenza. Con tutto ciò abbiamo gestito , anche in questo momento, una difficolissima fase di avvio dell'anno scolastico.
L'appello al senso di responsabilità andrebbe quindi rivolto a coloro i quali hanno malamente gestito una vertenza contrattuale illuminati (?) da promesse poi non mantenute.

Giorgio Dalsasso
Dirigente Scolastico

Date: 05 Oct, 2001 on 11:31
Giovanni La Rosa
8. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi
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Caro Indelicato,
ti ripropongo la mia precedente replica chiedendoti di rispondere. Ovviamente non hai alcun obbligo, ma anche i silenzi sono una risposta.
Un appello a tutti gli iscritti ANP: scrivete alla vostra dirigenza sindacale chiedendo che Rembado firmi per la chiusura del contratto e che l'anp, insieme ai confederali e snals, si mobiliti per la piena equiparazione a partire da gennaio 2002 e non nel gennaio 2005 come dice la finanziaria.

"Caro collega,
sono contento che, finalmente, anche l'Anp si sia convinta a chiudere positivamente il confronto sul nostro contratto.
Devo dirti, però, che mi incuriosisce l'enfasi che tu e altri date alle cifre dello stanziamento complessivo.
Onestamente penso che l'enfasi per le grandi cifre cumulative servano all'Anp per uscire dalla propria crisi causata dall'aver demonizzato la proposta del 7 maggio e accorgersi oggi che la sostanza del nostro contratto è determinata dall'atto di indirizzo di Bassanini.
Vorrei, allora, provare a analizzare e a scomporre i 380 miliardi di cui parli.
Dunque, 240 miliardi erano già stati stanziati dal precedente governo, insieme al recupero dell'inflazione programmata e alle risorse destinate alla valutazione.
Permettimi una domanda: i 40 miliardi (200 + 40) non sono più un bluff come l'Anp sosteneva in modo aggressivo? Sono contento che, finalmente, l'Anp consideri queste come risorse a tutti gli effetti.
L'attuale esecutivo ha stanziato 40 miliardi per il 2002, altri 40 per il 2003 e altrettanti per il 2004.
Perchè parli di equiparazione alla dirigenza pubblica al 90%? A me pare che, dopo la scheda tecnica sulla parte economica pubblicata dall'Anp in data 9 maggio, abbiamo appena raggiunto il "piatto di lenticchie" di una dirigenza al 57%. Ricordi che questa era precipitata al 44% perchè l'Anp sosteneva che i 40 miliarid erano un bluff?
Non ti pare che prendi in giro la categoria parlando di equiparazione al 90% quando ti riferisci al 2004, mentre l'Anp ha sempre sostenuto un'equiparazione da raggiungere al 100% nel 2001?
Non pensi che sarebbe preferibile dire alla categoria: "abbiamo sbagliato! Potevamo e dovevamo firmare il 7 maggio perchè quella era una buona proposta, perchè la proposta di oggi è, addirittura, peggiorativa di quella precedente?
Personalmente ti chiederei gli interessi legali per gli aumenti non percepiti da maggio in qua.
Concordo con te che non è il momento di parlare di meriti e di demeriti perchè è prioritario fare gli interessi della categoria e non quelli di bottega.
Chiederei, però, a te e all'Anp di essere maggiormente rispettosi della corretta informazione alla categoria, di essere maggiormente rispettosi della verità delle vicende contrattuali perchè i colleghi non sono ingenui e stupidi.
Per esempio, sul contratto dei dirigenti scolastici c'è un problema: mi pare che tutti diano un po' i numeri parlando di 120 miliardi nel triennio. E' come dire che il governo precedente avrebbe stanziato 240 miliardi per il 2001, altri 240 per il 2002 e così via.
Così non è perchè la ripetizione delle somme è la semplice copertura del mantenimento finanziario della spesa per il personale.
Allora non sarebbe più giusto dire che non ci sono 120 miliardi, bensì solo 40 miliardi offerti dall'attuale finanziaria di questo governo?
Non credi che occorrerebbe smetterla di credere alle panzanate dei 168 miliardi ora spariti, ai soldi che l'on. Aprea aveva promesso in varie occasioni e riflettere su dei dati di realtà prima che tolgano altre risorse economiche dal piatto?
Per concludere, visto che i colleghi non sono ingenui e stupidi, cosa pensa l'Anp di fare per il prossimo rinnovo contrattuale? L'Anp si accontenta forse della dirigenza al 57% nel 2002?
Cosa pensa l'Anp del comma 3 e del comma 5 dell'art. 13 della Finanziaria che demolirà l'autonomia e le nostre scuole? Ricordo all'Anp che essa ha sempre affermato di non avere governi "amici o nemici". Vedremo."
A presto.
Giovanni La Rosa, preside.

Date: 05 Oct, 2001 on 14:41
Salvatore Indelicato
9. Verso la chiusura del contratto
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Non è mia intenzione esimermi dal rispondere ai numerosi interlocutori, non sempre per la verità cortesi, che hanno variamente replicato alle mie osservazioni sul contratto dei dirigenti
Chiede qualcuno il motivo della vistosa soddisfazione da me manifestata, a suo dire, nelle ultime e-mail, dopo la pubblicazione della finanziaria 2002.
Mi sono riletto le e-mail e non vi ho trovato espressa nessuna vistosa soddisfazione; ho solo parlato di “ accettabile compromesso “ che a questo punto dovrebbe portare a chiudere subito il contratto, alla luce delle scelte pur deludenti della finanziaria e del DPEF e del mancato rispetto delle promesse del nuovo esecutivo.
Precisato questo, andiamo per ordine.
Martedì 9 ottobre l’ANP si è incontrata a Roma con il Ministro; in quella sede il presidente Rembado ha contestato al ministro che la situazione, oggettivamente pesante, risulta per di più incoerente con gli impegni assunti solo pochi mesi fa dall'attuale maggioranza e dallo stesso Ministro in occasione delle sue dichiarazioni programmatiche in Parlamento. Questo sgombra il campo dalle insinuazioni pesanti di presunto collateralismo dell’ANP con il nuovo esecutivo.
Giovedì 11 si è svolto l’incontro all’ARAN dove sono emerse ulteriori interessanti novità che hanno portato l’ANP ad esprimere “ cauto apprezzamento” per il lavoro svolto.
Sabato 13 e domenica 14 è stato convocato a Chianciano il parlamentino ANP per deliberare definitivamente sul contratto. Cosa si deciderà lo vedremo.
Chiede qualcuno degli interlocutori di sapere cosa ne sarà dell’equiparazione e del pieno allineamento con il resto della dirigenza, sostenute fortemente dall’ANP,insistendo nella tesi che bisognava firmare a maggio e non a ottobre.
Siamo invece ancora convinti che la scelta di differire a ottobre sia stata opportuna e pertinente, perché ci ha consentito di scoprire le vere intenzioni delle controparti ( governi e sindacati confederali). Cinque mesi di differimento non hanno determinato, del resto, nessun pregiudizio per la categoria, in quanto è notorio che anche se il contratto scadrà il 31-12-2001, il nuovo governo ha intenzione di bloccare i rinnovi dei contratti del pubblico impiego con una moratoria per un anno: cioè, bene che vada, se ne riparlerà al 1-1-2003. E poi è notorio che il rinnovo dei contratti della dirigenza comportano tempi lunghissimi ed è ed era utopico pensare che una disdetta al 31-12-2001 avrebbe comportato una riapertura immediata delle trattative.
Cosa c’è in concreto sul piatto. Un aumento medio lordo nel prossimo triennio di circa 36 milioni annui, pari a 3 milioni lordi mensili (il conteggio andrà fatto non su 10.739 bensì su 9.959 presidi). È lo stanziamento complessivo a disposizione del tavolo contrattuale. I 380 miliardi provengono dal precedente stanziamento nella finanziaria del governo Amato-De Mauro di 260 miliardi con l’aggiunta di risorse fresche di 120 miliardi del governo Berlusconi-Moratti, dilazionati in tre trance annui di 40 miliardi ciascuno, invece che concessi tutti in conto della chiusura al 2001.
Ora spetta al tavolo contrattuale stabilire importanti questioni, che non sono di dettaglio, quali la decorrenza retroattiva degli incrementi dal 1-1-2001, l’utilizzo immediato dei 40 miliardi iscritti nella finanziaria, i 30 miliardi per la valutazione e la ripartizione nel triennio dei ratei. Così come importanti questioni sono quelle legati agli importi della retribuzione di risultato e di posizione in relazione alla complessità della struttura di servizio e ai meccanismi di valutazione collegati. La dirigenza scolastica si avvia comunque a diventare risorsa strategica per le politiche di innovazione e di cambiamento, in una fase cruciale di autonomia, decentramento e riforme di struttura.
Se non interverranno novità significative, per le quali si sta battendo l’ANP anche a costo di una operazione di lobbing parlamentare, il contratto si concluderà fra due o tre settimane con una percentuale di allineamento iniziale rispetto ai dirigenti di seconda fascia dell’Area I corrispondente al 57% che raggiungerà gradualmente nel triennio successivo il 90%. Resterà poi vedere che cosa succederà nei prossimi anni con la riforma della dirigenza che il ministro Frattini ha già presentato in parlamento con un disegno di legge che rivede tutta la materia.
Questo compromesso, accettabile alla luce della mutata situazione finanziaria del paese,significa che inizialmente saremo collocati in una fascia retributiva, rispetto allo stipendio fondamentale, di 68 milioni lordi annui rispetto agli 87 dei dirigenti dell’Area I e ai 120 –140 milioni dei dirigenti della Sanità e degli Enti Locali. Questo significa che inizialmente, percepiremo 20 milioni in meno rispetto agli ex Provveditori, nostri pari grado, dei quali nel frattempo ci sono state trasferite tutte le funzioni. Questo significa che inizialmente come dirigenti percepiremo 20 milioni in meno rispetto agli Ispettori che, di fatto, non dirigono nulla e non sono equiparati ai datori di lavoro. E questo scarto, che sarà colmato nel corso dei tre anni successivi, sussiste solo perché non abbiamo la fortuna, come loro, di essere collocati nell’Area I.
La battaglia per il pieno allineamento da subito andava fatta, la corda è stata tirata e bene, i risultati conseguiti non sono mai pieni come ogni battaglia sindacale ci insegna.
Cerchiamo, facendo appello alla razionalità, di comprendere perché si è arrivati pragmaticamente a questo compromesso che determina una discrasia temporale al pieno allineamento. Lasciamo perdere le giustificazioni su Bin Laden e sul terrorismo e guardiamo i fatti.
Il nostro primo contratto è iniziato male perché si sono manifestate troppe e gravi anomalie che possono essere riassunte nei seguenti punti:
La scelta sbagliata della collocazione della nostra categoria nella V Area della dirigenza;
Il verificarsi di due clamorosi voltafaccia (28 marzo e 29 settembre 2001) da parte di due Esecutivi di opposto colore politico.
La rappresentanza sindacale dei DD.SS. al tavolo contrattuale spaccata a metà e profondamente divisa nelle strategie di fondo.
Il condizionamento costante della presenza nel retroscena di un “convitato di pietra”: il contratto dei docenti;
L’esistenza non di una ma di due controparti di fronte alla categoria. Una parte dello schieramento sindacale, infatti, ha rubato il mestiere al Governo e si è chiaramente opposta alle ipotesi di allineamento retributivo propugnata dall’altra parte.

I sindacati confederali dei docenti e lo Snals hanno sostenuto che un’area nuova e separata dalle altre avrebbe preservato la specificità propria dei dirigenti delle scuole, mentre l’ANP propugnava, in via prioritaria, il nostro inserimento all’interno dell’Area I e, solo in subordine, accettava l’ipotesi che poi, nel maggio 2000, si è verificata e ha prevalso, cioè quella attuale dell’Area V.
L’ANP, in questa precisa occasione, ha dato prova di realismo politico anche perché con la sua rappresentanza del 48% della categoria non poteva da sola imporre una soluzione che gli altri sindacati non condividevano.
Quella scelta imposta e subita dall’ANP era ed è politicamente sbagliata. La bozza di articolato infatti per la parte normativa del nostro contratto, su cui esiste una convergenza unanime di tutte le parti sindacali, ricalca il corrispondente articolato del Contratto dei dirigenti dell’Area I. Quello dei dirigenti scolastici è un profilo pienamente dirigenziale, a tutto tondo. Ed è per questo che risulta inspiegabile, iniqua e penalizzante accettare, obtorto collo, uno sfasamento temporale retributivo. Se, infatti fossimo entrati nella I Area il nostro contratto si sarebbe concluso nel febbraio del 2001 e, senza che nessuno gridasse allo scandalo, oggi avremmo in godimento uno stipendio fondamentale (tabellare e di posizione) di 87 milioni, superiore di 20 milioni rispetto a quello che inizialmente sta per esserci attribuito, senza aspettare la conclusione del triennio. Certamente non dovrebbe far piacere a nessun dirigente scolastico il sapere che sconta questo vistoso gap retributivo rispetto a dirigenti pari grado sul piano giuridico, che svolgono la stessa funzione sul piano normativo. Dobbiamo ammettere, al riguardo, che la scelta della quinta Area non solo non ci ha dato alcuna sostanziale specificità ma ci ha collocato in una condizione di inferiorità, di isolamento e di sostanziale debolezza rispetto alle altre dirigenze
La scelta della collocazione nella 5 Area si è rivelata sbagliata anche per un corollario non marginale né trascurabile: a rappresentare i DD.SS. erano anche i sindacati del comparto scuola, cioè, in sostanza, i sindacati dei docenti, visto che questi prevalgono numericamente. Si provi ad immaginare se un simile pasticcio fosse stato, per ipotesi, proposto ai primari ospedalieri. Avrebbero accettato che il loro contratto fosse condizionato e deciso dai sindacati dei paramedici, degli impiegati ASL o degli infermieri? In quale altro comparto il contratto dei dirigenti può essere determinato dai sindacati dei dipendenti?
La nostra categoria dovrà fare tesoro dell’esperienza e, sorretta dalla memoria storica, alla prossima tornata contrattuale dovrà evitare di cadere nello stesso errore e rivendicare la collocazione nell’Area I.
Ci saranno certamente delle naturali ed inevitabili resistenze ma sarà essenziale, in futuro, vincere questa battaglia preliminare, per impostare correttamente le prossime rivendicazioni dei dirigenti per i dirigenti, senza sovrapposizioni spurie di istanze proprie di altri soggetti e categorie.
Il voltafaccia di due Governi
I presidi e i direttori didattici non hanno dovuto attendere il 1° settembre 2001 per essere e comportarsi come dirigenti scolastici . Essi hanno esercitato, di fatto, la funzione dirigenziale ben prima che venisse riconosciuta sul piano giuridico ed hanno costituito e stanno costituendo l’ossatura portante del processo di realizzazione dell’autonomia. Autonomia e dirigenza sono contestuali e si richiamano a vicenda. Questo principio elementare, che fa parte della consapevolezza comune della nostra categoria, è stato riconosciuto come legittimo per ben due volte da due Esecutivi di diverso colore politico e per ben due volte rinnegato dagli stessi Governi.
Il primo Atto di Indirizzo, emanato il 22 dicembre 2000, conteneva infatti questa formulazione esplicita: “La disciplina del rapporto di lavoro e la regolamentazione del trattamento economico dettati per la dirigenza pubblica vengono estesi, con gli opportuni adattamenti, ai dirigenti scolastici. Il trattamento economico del dirigente scolastico sarà modellato sulla disciplina generale di riferimento per le altre dirigenze pubbliche con applicazione dei principi della onnicomprensività”.
Molti esultarono quando lessero questa ed altre affermazioni dello stesso tenore, in quanto venivano riconosciute le legittime istanze della categorie. Ma non potevamo immaginare che solo dopo tre mesi sarebbe arrivata la doccia fredda, la svolta di Palazzo Vidoni del 28 marzo che avviava il nostro contratto sul binario della “mezza dirigenza”. Non potevamo immaginare che si riservava alla nostra categoria l’umiliazione di un allineamento retributivo inferiore al 50%.. I sindacati confederali e l’Andis si affrettarono ad esprimere la loro “soddisfazione” e l’intenzione di chiudere il contratto al ribasso. L’ANP ha impedito a maggio una firma contrattuale mortificante per la categoria e ha denunciato, anche successivamente, i tentativi maldestri di chi voleva esplicitamente farci “battere il passo”. Ma, francamente, non potevamo immaginare che si preparasse un secondo voltafaccia, ad opera del nuovo Esecutivo. Conviene, a questo proposito, ripercorrere le fasi di questo ennesimo bluff, di questa nuova e imprevedibile presa in giro della categoria.
Il 30 aprile 2001, come è noto, viene resa pubblica la famosa lettera in cui i quattro partiti della Casa delle Libertà promettono ai DD.SS. l’allineamento retributivo nel caso di una vittoria del loro schieramento politico nelle imminenti elezioni. Ricordiamo tutti il passaggio chiave contenuto nei due paragrafi finali: “Per parte nostra sosteniamo invece la necessità di prevedere all'interno del contratto istituti normativi interamente dirigenziali, a fronte dei quali sarà compito e dovere del Governo assicurare risorse finanziarie di pari livello. Questo impegno noi assumiamo formalmente fin d'ora tra quelli da onorare nei primi cento giorni della legislatura, prevedendo gli stanziamenti aggiuntivi con la prossima legge di aggiustamento del bilancio, nella misura indicata nella Sua lettera [ ndr. si tratta della tabella D]. On. Valentina Aprea dirigente nazionale Dipartimento Pubblica Istruzione Forza Italia - On. Angela Napoli dirigente nazionale Dipartimento Pubblica Istruzione Alleanza Nazionale - On. Giovanna Bianchi Clerici dirigente nazionale Dipartimento Pubblica Istruzione Lega Nord - On. Beniamino Brocca dirigente nazionale Dipartimento Pubblica Istruzione C.C.D.-C.D.U.” .
Se si rilegge la lettera colpisce la solennità della promessa e l’enfasi con cui i quattro parlamentari sostengono di differenziarsi dallo schieramento avverso. Proclamano di essere i difensori dei diritti calpestati e misconosciuti dei dirigenti scolastici e, soprattutto, in apertura della lettera dichiarano di assumere l’impegno formale “a nome del Presidente Berlusconi”. Per la cronaca, nella citata tabella D non si parla di noccioline ma dei 250 miliardi che mancano per realizzare il completo allineamento retributivo. Credo che non sfugga a nessuno il fatto che siano trascorsi i “primi 100 giorni” e l’”impegno” scritto non è stato per nulla “onorato”.
Perché è accaduto questo tradimento? La notizia è talmente sorprendente che si possono formulare ipotesi:
1.che le restrizioni imposte dai ministri economici sulla spesa pubblica siano state imposte in modo così assoluto e radicale alla nostra categoria
2.che il Governo abbia subìto le pressioni e i condizionamenti dei sindacati confederali, contrari ad ogni ipotesi di eccessivo allargamento della forbice retributiva tra dirigenti e docenti ed abbia sacrificato le istanze della nostra categoria sull’altare della “pace sociale”, forse per prevenire una spirale rivendicativa (tra l’altro preventivamente minacciata dagli stessi sindacati)
Nell’uno e nell’altro caso l’Esecutivo ha sbagliato. Nel primo caso perché non si può fare ricadere interamente su una sola categoria il peso della emergenza economica. Nel secondo caso perché viene meno l’autorevolezza e l’autonomia del potere politico rispetto a quello sindacale.
Colpisce, inoltre, il balletto estivo di anticipazioni, scoop giornalistici, di affermazioni ufficiali che si sono rivelati, alla prova dei fatti, ricami sul nulla. Abbiamo letto l’articolo del “Sole 24 ore” del 25 luglio in cui si profilava una soluzione positiva del contratto con i famosi 160 miliardi aggiuntivi. Quell’articolo non è mai stato smentito ed ha alimentato, purtroppo, speranze infondate. Abbiamo registrato le affermazioni del ministro Moratti in Parlamento. “Il Governo sarà attento alla questione del primo contratto collettivo nazionale dei dirigenti scolastici che attendono il riconoscimento sul piano economico e giuridico delle nuove funzioni che ricoprono dal primo settembre 2000 all'interno dell'impianto autonomistico delle scuole”.
Abbiamo registrato le affermazioni della sottosegretaria MIUR Aprea in data 24 agosto, durante un convegno per dirigenti presso il Meeting di Rimini, secondo cui il Contratto si sarebbe concluso tra settembre e ottobre con l’allineamento retributivo richiesto dall’ANP e promesso dal Governo. Ora queste parole sembrano svanite nel vento.
Come possiamo chiamare questi comportamenti? Ognuno li definisca come meglio crede. Credo che non sfugga a nessuno, tuttavia, che essi agli occhi dei DD.SS. italiani minano alla base la credibilità del premier, della compagine governativa e della coalizione politica che la sostiene. Siamo di fronte ad un nuovo grave tradimento delle legittime istanze fondamentali della categoria perpetrato dalla politica italiana, ancora una volta distratta e incapace di coerenza.
Salvatore Indelicato, preside dirigente scolastico

Date: 11 Oct, 2001 on 18:13
Pauli
10. Re:380 miliardi per i 10.800 presidi
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Sono stupito dell'identità di pensiero e di parole tra Salvatore Indelicato e Paolo Quintavalla: non saranno per caso la stessa persona?
Al primo vorrei comunicare che mi è sembrato poco delicato verso i compagni di sventura incominciare col dire che i D. S. avranno, in un futuro non più vicino, un aumento lordo di stipendio di 36 milioni, equivalente... Non mi sembra neppure una cifra corretta parlare, questa sera, di 38 milioni: i 380 miliardi a regime nel 200... non sono più al "lordo Stato" come diceva la tabella ANP del 30.3.2001? Se ancora così fosse, la somma annua lorda per il dipendente non sarà di 38 milioni, ma solamente di 27 e spiccioli. Poiché siamo in argomento vorrei sapere come mai nella tabella citata e nella Scheda tecnica di maggio non compare la R.I.A. già maturata all'ultimo passaggio di "gradone" da ciascuno di noi e che equivale a 15/25 milioni (secondo il gradone raggiunto) che andranno a sommarsi al nuovo stipendio base per i D. S. già in servizio a tempo indeterminato. Tenuto conto anche di questa quota dello stipendio, un "giovane" D.S., che al 31.8.2000 era già nel gradone 21-27 anni, aggiungerà, a regime, se sarà ancora in servizio, questi 27 milioni al suo attuale stipendio annuo lordo di 70 milioni (ciascuno può calcolarlo moltiplicando per 13 l'imponibile per il Fondo credito, che compare nella Distinta delle competenze mensili, terza riga del Dettaglio ritenute, e sottraendo 394.000 dal totale). Questo per chiarezza, non certo per sentirci appagati, tutt'altro! Non dimentichiamoci che con questi conteggi facciamo un confronto con la I Area della dirigenza pubblica, la più povera, solo in relazione allo stipendio tabellare e alla quota minima della retribuzione di posizione (17 milioni). Questa voce può variare da 17 a 82 milioni e lo stipendio di risultato equivale ad un'ulteriore quota, fino al 20% della retribuzione di posizione. Tutto questo per noi è compreso nei futuri 27 milioni lordi? Temo proprio di sì. Altro particolare da non trascurare: resta ancora da stabilire che percentuale della somma complessiva annua lorda sarà attribuita alle tre componenti della retribuzione: tabellare, posizione e risultato. Non bisogna infatti dimenticare che nel contratto di inquadramento dei colleghi della I Area solo la retribuzione tabellare era pensionabile; con il nuovo contratto, firmato quest'anno, la parte pensionabile ha incluso anche la retribuzione minima di posizione, quindi soltanto 70 + 17 milioni! Ancora, il "nuovo" contratto della I Area scade a dicembre, quindi mentre noi saremo impegnati a rincorrere il 90%, non della retribuzione dei colleghi della prima area, ma solo del minimo delle prime due voci del loro stipendio, loro si porteranno a casa un "nuovissimo" contratto.
Non mi si venga a raccontare ancora che se fossimo stati inquadrati nella I Area (ammesso che fosse stato possibile con la normativa "previgente") avremmo avuto automaticamente l'equiparazione: a mio avviso ci sarebbe stata subito l'equiparazione normativa, non certo quella retributiva, per gli stessi motivi per cui non ci viene riconosciuta nella V Area. Un pensierino per i "pensionandi": non dimentichiamoci, salvo ulteriori amare sorprese, che ormai siamo prossimi a raggiungere i dieci anni su cui verrà calcolata la base pensionabile, ciò significa che le quote di aumento che ci riconosceranno via via nei prossimi anni verranno "spalmate" sulle retribuzioni degli ultimi 10 anni, con modesti effetti sulla futura pensione.
Noi siamo nati veramente sfortunati: per tutti il numero fa la forza, per noi invece, quando eravamo docenti, il grande numero era una "debolezza" a livello contrattuale, da dirigenti la stessa cosa: immaginate l'effetto devastante che avrebbe provocato l'ingresso nella I Area di un esercito di 10.000 nuovi dirigenti per gli altri 4.500! sempre da docenti ci accusarono di aver provocato un dissesto alle finanze dello Stato quando ci venne riconosciuta la prima (rimasta unica) tranche del contratto 1988 di 500.000 lire lorde; da marzo 2000, data concordata per il nostro contratto, c'è stato un susseguirsi di gravi problemi nazionali: le rivendicazioni, legittime, dei colleghi insegnanti, la congiuntura internazionale, il terrorismo... Qualcuno si ricorda di analoghi clamori per l'inquadramento dirigenziale dei nostri colleghi statali, degli enti locali, delle forze armate, della sanità...? Sì, per il rinnovo del contratto dei dirigenti medici c'è stata la necessità di qualche tempo supplementare, alcuni mesi fa, per via di quel milione e mezzo medio netto (proprio quanto chiediamo noi come punto di partenza) riconosciuto a più di 60.000 dirigenti medici ospedalieri per la rinuncia all'extramoenia.
Tuttavia "in questa lunga fase di gestazione della ripresa della trattativa possono essere di conforto le parole pronunciate dal Ministro Moratti all'interno delle sue dichiarazioni programmatiche alle Camere, che si ritiene utile citare: “Il Governo sarà attento alla questione del primo contratto collettivo nazionale dei dirigenti scolastici che attendono il riconoscimento sul piano economico e giuridico delle nuove funzioni che ricoprono dal primo settembre 2000 all'interno dell'impianto autonomistico delle scuole .”
Dal momento che noi siamo da sempre convinti assertori della funzione pienamente dirigenziale dei capi di istituto, non possiamo che interpretarle come una conferma di quello che abbiamo con coerenza e costanza sostenuto e cioè che l'equiparazione retributiva, oltrechè normativa, debba essere raggiunta all'interno di questo primo contratto. In questo senso abbiamo operato e continueremo a farlo, senza fariseismi ed obliquità." (G. Rembado, Anno nuovo, problemi nuovi ed un vero contratto dirigenziale, A&D, 13.09.2001).
Date: 12 Oct, 2001 on 00:40
380 miliardi per i 10.800 presidi
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