PERSONE COLPITE DA PLURIDISABILITA’:
QUALE NUOVA EMERGENZA E NUOVA FRONTIERA DELL'IMPEGNO SOCIALEQuesto è quanto emerge da un intervista ai dirigenti del MOVIMENTO APOSTOLICO CIECHI Angela Mecca, Don Paolo Braida, Francesco Scelzo e Salvatore Bentivegna, che verrà trasmessa alle 9,40 di martedì 30 novembre dal primo canale della RAI - nel programma televisivo "DIECI MINUTI DI…".
Essi, infatti, presentando alcuni dati e riflessioni sull'evoluzione del fenomeno della cecità negli ultimi decenni, richiamano l'attenzione su quei ciechi che vivono o rischiano di vivere situazioni e condizioni di vita di maggiore emarginazione e bisogno, come:
- i bambini e giovani ciechi che sono colpiti da gravi minorazioni aggiuntive di tipo fisico, psichico o sensoriale,
- gli anziani che, oltre alla instabile situazione di salute (e spesso di vita), vedono aggiungersi la condizione di cecità.
Si stima che il 25% dei circa 30 mila bambini ciechi in Italia sono colpiti da altre minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali. Si stima, inoltre, che sono colpiti da grave minorazione visiva oltre il 13% degli anziani dai 60 ai 75 anni ed oltre il 31% di coloro che hanno più di 75 anni. L'aumento del numero di persone con più disabilità fisiche, sensoriali o psichiche è un fenomeno che si evidenzia soprattutto in Italia e nei paesi occidentali, dove è più forte il progresso sanitario e la crescita della popolazione anziana. La prevenzione, ad esempio, delle malattie trasmissibili e la cura a livello neonatale, mentre determina la riduzione della mortalità infantile, nel contempo produce l'aumento dei casi con disabilità plurime a causa della mancata tempestività di interventi e cure riabilitative.
Si tratta di un fenomeno in crescita, e non riguarda solo coloro che sono colpiti dalla cecità come disabilità prevalente. Pertanto, in prossimità della giornata mondiale del disabile (3 dicembre), è questo un aspetto che deve far molto riflettere i tanti soggetti pubblici e privati che in quella giornata saranno coinvolti e sensibilizzati dalle numerose iniziative in programma.
Troppo spesso e con troppa leggerezza, questi disabili vengono inclusi nel calderone delle persone non autosufficienti, rinunciando all'intervento di riabilitazione e di aiuto solo perchè la cura è più complessa e difficile.
Quando, ad esempio, si sommano due minorazioni gravi, come la cecità e la sordità, il risultato non sarà quasi mai soltanto la sordocecità, cioè sordità più cecità e basta. Il risultato molto spesso, sarà sordocecità associata ad altre difficoltà (non sempre congenite, ma che si manifestano successivamente), come il ritardo mentale, problemi di carattere neurologico (per esempio di tipo epilettico) e problemi motori. Sono manifestazioni evolutive che si traducono in difficoltà gravi come disturbi comportamentali, anche di tipo autistico, dando luogo a bambini iperattivi, bambini caratteriali, con difficoltà di apprendimento e di comunicazione, di autoaggressività, di eterolesionismo, ecc.
Da una indagine fatta negli USA, risultava che i sordociechi puri, cioè senza altre difficoltà aggiunte, sono il 13% circa, del totale dei sordo-ciechi. I casi come Helen Keller, che era soltanto sordo-cieca, sono pochi, la maggior parte delle persone sordocieche hanno anche altri disturbi che possono e debbono essere evitati. Bisogna guardare a loro in un'ottica di diritti e di diverse abilità, che anche in questi soggetti possono essere valorizzate con interventi di riabilitazione delle capacità residue, e facendo crescere la cultura di solidarietà per creare e rafforzare i rapporti di fiducia quanto mai necessari in questi soggetti, sicuramente più deboli.
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