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GILDA Foggia: Comunicato Stampa 3 dicembre 2003
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1. GILDA Foggia: Comunicato Stampa 3 dicembre 2003
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So ben che dal parer dei più mi tolgo,
che 'l stare in corte stimano grandezza,
ch'io pel contrario a servitù rivolgo.

Ludivico Ariosto, Satira III, 1518


La corte dei miracoli

Un miracolo sta avvenendo sotto i nostri occhi nelle scuole italiane: il miracolo della quadratura del cerchio, della conciliazione degli opposti, della botte piena e la moglie ubriaca. E gli artefici di questo miracolo sono i presidi dell’ANP, che hanno generato un vero e proprio mito, al quale affidare la palingenesi della scuola italiana: l’insegnante di alta qualità.

Vediamo di che si tratta. Le “alte professionalità” sono una sorta di super-docenti professionisti, distanti mille miglia dalla plebe degli insegnanti-impiegati che popolano le nostre scuole, ai quali affidare la missione di innalzare la qualità del servizio scolastico e risollevare le sorti di una categoria bistrattata e umiliata nel prestigio sociale come nel riconoscimento economico.

Due le parole chiave di questo nuovo miracolo italiano: «autonomia» e «carriera». Non può esservi scuola di qualità senza autonomia (abbiamo quindi scoperto che intere generazioni di italiani, compresi gli attuali dirigenti dell’ANP che, si presume, sono abbastanza grandicelli, sono state finora formate in scuole squalificate da insegnanti inetti e incapaci), e non può esservi piena esplicazione dell’autonomia scolastica senza nuove figure professionali che la supportino: le alte professionalità, appunto, distinte dalla massa mediante appositi meccanismi di carriera.

Né i presidi dell’ANP si limitano a questo. Infatti, aggirando senza battere ciglio lo Statuto dei lavoratori (deve essere una moda, di questi tempi!), in vista delle ormai imminenti elezioni per il rinnovo delle RSU, hanno aperto le porte del loro sindacato anche ai docenti di “alta professionalità” e hanno presentato in tutta Italia liste proprie, con l’obiettivo, apertamente dichiarato, di acquisire rappresentatività e, con essa, il diritto a dire la loro sul contratto dei docenti. Se poi in qualche scuola riescono pure a fare eleggere RSU ANP, ben venga: contratteranno con se stessi!

Appare evidente l’ambiguità e la contraddittorietà di simili posizioni, che mirano a una sola cosa: poter decidere su tutto e su tutti. Infatti, stringi stringi, chi sono queste alte professionalità? Ma i collaboratori, naturalmente, che svolgono funzioni di organizzazione e gestione coadiuvando il preside. Per la verità noi pensavamo che la professione del docente consistesse nell’insegnare: appare quanto meno strano (e stavolta davvero svilente) che la qualificazione della professionalità dell’insegnante passi attraverso… il fare altro dall’insegnamento!

E poi: chi decide chi sono all’interno della scuola gli insegnanti di alta professionalità (ossia i collaboratori)? Ma i presidi, ovviamente. Se la loro scelta cadesse sugli insegnanti veramente capaci – quelli colti, preparati, che amano stare in classe a insegnare in condizioni spesso difficili e problematiche – non ci sarebbe nessun problema. Il fatto è che, normalmente, gli insegnanti che amano stare in classe, hanno la strana abitudine di volerci rimanere, in classe, e di non voler smettere di fare gli insegnanti per dedicarsi a compiti organizzativi e gestionali!

L’ANP una cosa giusta la dice: è tempo di riqualificare la figura dell’insegnante e trasformarlo in un professionista della docenza. Ma dimentica di dire – perché non conviene – che la condizione perché l’insegnante si trasformi davvero da impiegato a professionista non può poggiare né sull’alienante svolgimento di compiti che con l’insegnamento nulla hanno a che fare, né tanto meno sul suo inquadramento all’interno di un sistema aziendalistico verticistico e gerarchizzato; bensì sull’assunzione diretta, individuale e collegiale, delle responsabilità educative, sul recupero del controllo delle scelte educativo-didattiche in cui la propria professionalità si esplica, scelte che siano fatte in nome di un’autentica formazione umana e culturale dello studente, e non per discutibili operazioni di immagine e di marketing scolastico volte ad accaparrare quante più iscrizioni possibili dal “mercato” delle famiglie. In una parola, si fonda su una autentica e responsabile libertà di insegnamento: una libertà che, proprio a causa di una malintesa autonomia affidata troppo spesso a presidi culturalmente inadeguati, che confondono la dirigenza col feudalesimo, è oggi messa a dura prova.

Foggia, 3 dicembre 2003

Il coordinatore provinciale
Ruggiero Pinto


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Date: 04 Dec, 2003 on 07:53
GILDA Foggia: Comunicato Stampa 3 dicembre 2003
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