Ad una analisi delle principali disposizioni riguardanti il personale si può dire che la finanziaria per il 2004 si presenta come un freno all’ economia reale del Paese”, nonchè strumento di depressione sociale ed economica del mondo del lavoro ad onta dei più elementari principi di economia “keynesiani”, incidendo in particolar modo sulla scuola che, ancora una volta, viene tradita dagli impegni assunti dal Governo.

Anche le proposte di modifica al sistema pensionistico, che ovviamente riguarderà anche il personale della scuola, basate su previsioni non corrette, avranno l’effetto di ledere ulteriormente uno dei diritti fondamentali dei lavoratori. Appare dunque difficile ritrovare obiettivi sociali e di propulsione dell’economia italiana in una proposta di abolizione delle pensioni di anzianità che evidentemente pregiudicherà ancora una volta i diritti e le aspettative delle persone più deboli, tra cui i giovani lavoratori.

Non appare infatti condivisibile un impianto normativo di riforma che ha l’obiettivo prioritario di consegnare alla libera concorrenza il sistema pensionistico pubblico al solo scopo di aumentare le entrate dello Stato.

Questa finanziaria dunque appare di per sé depressiva degli interessi dei lavoratori, non disponendo delle risorse necessarie per i rinnovi contrattuali dei lavoratori pubblici e per i lavoratori della scuola. Ed infatti per i contratti pubblici del biennio 2004-2005 (è il caso anche del Comparto scuola) sono previsti impegni di spesa (limitati all’anno 2004) inferiori rispetto alle reali previsioni peraltro formulate su un tasso di inflazione del 1,7% a fronte del 6% calcolato da autorevoli istituti statistici : ciò non consentirà ai lavoratori neanche la difesa del potere di acquisto delle retribuzioni.

Grave appare anche la conferma degli interventi di riduzione delle risorse e di taglio agli organici disposto con le finanziarie degli anni precedenti, come confermato dal MIUR ed apparso sui giornali. Si pensi infatti alla L.448/02, che prevede la riduzione di 33.500 posti di insegnanti in tre anni: 8.500 per l’anno scolastico 2002/03, 12.500 per quello in corso e altri 12.500 per l’anno scolastico 2004/05.

Anche la riduzione nel triennio 2003-2005 di 6.600 posti di collaboratore scolastico si somma a quelle già apportate ai posti di altri profili nonchè derivanti dagli interventi sul personale inidoneo, su quello in attività presso i distretti scolastici e dalla previsione di tetti regionali obbligatori per gli organici.

Detti tagli, già ingenti, insieme alle riduzioni di spesa per le scuole produrranno ulteriori effetti sul loro funzionamento già messo a dura prova.

La CISAL Scuola in questa delicatissima partita intende intervenire, anche se impegnata nel difficile momento di competizione elettorale per le RSU.

Proprio sulle modifiche alle norme della finanziaria relative alla scuola, parteciperà in questi giorni alle audizioni dei Gruppi Parlamentari cui è stata invitata, allo scopo di contribuire ad una sostanziale modifica delle norme a tutela dei diritti dei lavoratori.

Il Segr .Gen.le della CISAL Scuola
Prof. Maurizio Danza