Lo scorso 18 ottobre il Giudice del Lavoro di Cagliari (Dr. Angelo Leuzzi) ha emesso un decreto d'urgenza (ex art. 7oo del C.P.C.) con cui, in accoglimento di un ricorso di un collega a cui erano state assegnate d'ufficio dal C.S.A. di Cagliari 22 ore di insegnamento (e su ricorso seguito dai COBAS Scuola e patrocinato dagli avvocati Gianmarco Tavolacci e Rosanna Patta) è stata sancita la illegittimità di tale pratica e quindi l'impossibilità di assegnare spezzoni di insegnamento oltre le 18 ore (obbligatorie contrattualmente) senza il CONSENSO del docente interessato. E' questo il secondo successo dopo una precedente decisione del Giudice del Lavoro di Nuoro.
E' stato così ulteriormente acclarato dalla giurisprudenza del lavoro lo scandaloso atteggiamento dei CSA, delle Direzioni Regionali (la Direzione Scolastica della Sardegna è prima in Italia) e talvolta dei singoli Dirigenti Scolastici che "rubano" spezzoni di cattedra e spesso addirittura cattedre intere "spalmandole" (bieco termine che viene usato dalla amministrazione scolastica per definire il "giochetto") su colleghi che non hanno le 18 ore di cattedra (ed anche questo per noi è assolutamente illegittimo) ed addirittura assegnando d'ufficio da 1 a 6 ore oltre le 18 obbligatorie. Riteniamo che quanto avvenuto sulle cattedre d'ufficio oltre le 18 ore sia figlio della finanziaria 2003 e quindi della volontà di ricondurre tutte le cattedre a 18 ore di insegnamento frontali (con buona pace della continuità didattica che viene spazzata via e dell'aumento dei carichi di lavoro a parità di salario).
Chiediamo a tutti i colleghi ed alle colleghe di buonsenso di veicolare la sentenza nelle diverse scuole al fine di fornire una compiuta informazione. Crediamo però che sia giunto il momento di ribellarsi ed iniziare capillarmente una battaglia CONTRO LE ORE ECCEDENTI, sia volontarie che d'ufficio, che in questo anno scolastico hanno "ucciso" il lavoro per migliaia di precari e creato sovrannumerari (a proposito di precarizzazione di tutti-e) ma che nei prossimi anni potrebbero essere la cartina di tornasole per imporre le 24 ore a tutti.
Lottare contro l'abominio delle ore eccedenti è facile e non costa niente: basta non accettarle o se già accettate basta revocare la disponibilità. Nicola Giua - COBAS Scuola
