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ANP/CIDA: Comunicato 21 novembre 2003
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1. ANP/CIDA: Comunicato 21 novembre 2003
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Stato di agitazione dei dirigenti e delle alte professionalità delle amministrazioni pubbliche
Il 5 dicembre manifestazione nazionale a Roma
Le nostre ragioni

La situazione politico-sindacale nelle pubbliche amministrazioni, già seria, sta registrando un ulteriore aggravamento, che la spinge ben oltre i limiti di tollerabilità. I dirigenti, i quadri e i professionisti delle pubbliche amministrazioni, che col loro impegno quotidiano assicurano il funzionamento di istituzioni e servizi pubblici spesso in condizioni di gravi difficoltà, vengono ripagati con la progressiva negazione del loro ruolo, il crescente assoggettamento a condizionamenti partitici, la subordinazione alle grandi centrali sindacali, il ritardo pluriennale dei Contratti nazionali, l'attacco alle pensioni, il disconoscimento di libertà sindacali fondamentali. Non si tratta di slogan, ma della denuncia di fatti e comportamenti precisi. Ovvero:

1 - Le trattative per i rinnovi dei CCNL dei dirigenti pubblici per il quadriennio 2002-2005 e per il biennio economico 2002-2003 non sono ancora iniziate, mentre il biennio è scaduto e non si sa neppure se e quando le stesse potranno essere avviate. Infatti, sono ancora aperte le trattative sulla ridefinizione delle Aree contrattuali della dirigenza, con le grandi centrali sindacali che cercano di ritagliare le Aree onde assicurarsi la presenza a tutti i tavoli contrattuali e ARAN e Dipartimento della Funzione pubblica si rimpallano tali richieste. Intanto, ancora pendono le trattative per le “code” dei CCNL precedenti, come quella relativa alla perequazione tra i Ministeri, e si rifiuta l'applicazione di norme contrattuali importanti, come l'art. 27 del CCNL Area I, sulla risoluzione consensuale. Per giunta, il disegno di legge finanziaria per l'anno 2004, per il pubblico impiego contempla risorse del tutto inadeguate per il biennio 2004-2005 (solo il 3,2% di incremento), sia per il recupero del potere d'acquisto sia per la perequazione dei trattamenti economici delle categorie dirigenziali ancora svantaggiate, a partire dall'area V (dirigenza scolastica). La finanziaria non prevede, inoltre, un significativo incremento degli investimenti in ricerca né misure concrete di valorizzazione normativa ed economica dei ricercatori, come pure prospettato dal Governo anche in sede europea.

2 - Le regole per l'affidamento e la revoca degli incarichi dirigenziali, rinnovate dalla legge 145/2002, sono riuscite ad aggravare lo “spoils system" rispetto ai pur gravi precedenti del d. lgs. n. 80/1998. Finita la prima applicazione della legge 145, nelle amministrazioni dello Stato si trovano dirigenti di 1^ fascia senza incarico, dirigenti retrocessi da posizioni di 1^ fascia a posizioni e retribuzioni di 2^ fascia (nonostante il divieto della reformatio in peius e le esplicite previsioni del CCNL in vigore), dirigenti a disposizione del Ruolo unico (pur soppresso) e senza collocazione lavorativa; per contro, sono ormai centinaia gli incarichi di funzione dirigenziale attribuiti ad esterni, a dipendenti non dirigenti, a pseudo-reggenti, tutti scelti ad libitum, con qualche intervento di contrasto da parte della magistratura contabile ed ordinaria. La situazione negli EE.LL. è sostanzialmente analoga; nelle Regioni e nelle Aziende sanitarie è persino peggiore: ovunque l'apparentamento politico fa premio sulla competenza e sulla professionalità. Negli Enti pubblici, la dirigenza paga lo scotto della mancata riforma degli organi di governo degli Enti, sia in termini di competenze che di autonomia, mentre per i professionisti, ricompresi nella dirigenza dalla legge 145/2002, la mancata stipulazione del CCNL 2002-2005 comporta la perdurante subordinazione alla contrattazione integrativa di comparto.

3 - L'iniziativa legislativa sulla revisione del sistema previdenziale, comunque criticabile sotto diversi aspetti, rischia in particolare di differenziare ancora una volta il pubblico impiego, la ripresa dell'inflazione falcidia i redditi dei pensionati, riproponendo l'aggancio delle pensioni non solo all'indice ISTAT, ma anche alla crescita del P.I.L., come disposto dal mai attuato decreto legislativo 502/1993. Intanto, le posizioni arbitrariamente assunte dalla Corte dei Conti e dall'Aran sulla riduzione della pensionabilità della retribuzione di posizione, nonché della maggiorazione dell'indennità integrativa speciale, portano un attacco diretto e gravissimo al trattamento pensionistico dei dirigenti pubblici, in aperto contrasto con i CCNL vigenti ed applicati, prospettando riduzioni consistenti dei trattamenti pensionistici già erogati.

4 - E' ancora lontano dal trovare soluzione il riconoscimento della categoria dei “quadri” nelle pubbliche amministrazioni. La previsione della “vicedirigenza”, contenuta nella legge 145/2002, è una presa in giro che rinvia il problema al 2006, lo sottopone al diritto di veto delle grandi centrali sindacali e comunque non contempla risorse economiche aggiuntive per la categoria. Intanto, la contrattazione collettiva nazionale continua ad ignorare la “distinta disciplina” già prevista dal d. lgs. n. 165/ 01, mentre la contrattazione collettiva decentrata sulle carriere del personale, pur censurata da numerose sentenze della Corte costituzionale, sta portando nell'area predirigenziale di tutte le amministrazioni decine di migliaia di impiegati comuni, spesso senza titoli, spesso senza dar loro le funzioni proprie dell'area, spendendo comunque ingenti risorse, mortificando la professionalità e le aspettative dei funzionari e dei professionisti inquadrati come tali a seguito di concorso pubblico.

5 - Uno dei più elementari diritti sindacali, come quello di indire assemblee nei luoghi di lavoro per l'elezione delle RSU nella scuola, è stato negato all'ANP e all'ANQUAP, Associazioni nostre aderenti, perché il CCNL Scuola limita ai soli sindacati già rappresentativi il diritto di tenere assemblee sui luoghi di lavoro, anche fuori dell'orario di servizio. Negazione, peraltro, già sanzionata come illegittima ed antisindacale da tempestive pronunce della magistratura del lavoro.

Per queste ragioni la Presidenza della Federazione FP-CIDA ha proclamato lo stato di agitazione dei dirigenti e delle alte professionalità delle pubbliche amministrazioni e ha indetto, per il 5 dicembre alle ore 10, una manifestazione nazionale di protesta a Roma, al Teatro Valle (via del Teatro Valle 23).

21 novembre 2003


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Date: 21 Nov, 2003 on 15:36
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