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ANDIS: Seminario sulla Riforma
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1. ANDIS: Seminario sulla Riforma
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DOPO IL PRIMO DECRETO
UN SEMINARIO DELL’ANDIS SULLA RIFORMA

Nel quadro delle iniziative preparatorie del Consiglio Nazionale dell’ANDIS e del protocollo di intesa sottoscritto con l’Assessorato all’Istruzione della Provincia di Avellino, si è svolto ad Ariano Irpino, nei giorni 24, 25 e 26 settembre, il Seminario nazionale dell’Andis su “La riforma della scuola”. Il Seminario, cui hanno partecipato dirigenti scolastici rappresentativi delle varie realtà geografiche nazionali, si è avvalso della presenza e della consulenza culturale e giuridica dell'Isp. G. CERINI e dell’On. B. BROCCA.
Oggetto di analisi la Legge 53\03 e lo schema ministeriale di decreto legislativo sulla scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, approvato in data 12 settembre 2003.
Il Seminario è stato preceduto, nella giornata del 24 settembre, da tre convegni ad Ariano Irpino, Atripalda e Gesualdo svolti in collaborazione con la Provincia di Avellino e i Sindaci dei comuni interessati.
Si riportano i principali nodi di dibattito e di interrogazione tra i partecipanti

Perché una riforma ordinamentale della scuola elementare?

L’interrogativo non può non partire dalla consapevolezza che questo segmento formativo poggia tuttora su solide basi pedagogiche, si è avvalso, un decennio fa, di un serio e condiviso processo sperimentale, conta riconoscimenti di qualità sul piano nazionale e internazionale.
Le perplessità maggiori riguardano il decremento orario delle attività educative e didattiche d’obbligo, tale da prefigurare la fine delle esperienze di tempo pieno e – nella compressione delle 27 ore settimanali obbligatorie e curricolari – la compressione della stessa autonomia didattica dei docenti e progettuale di istituto.
Dal dibattito è emerso che l’attribuzione di libera scelta educativa alle famiglie su un piano orario così definito rischia, in nome della scuola-servizio, di sottrarre pericolosamente peso istituzionale al sistema dell’istruzione pubblica. Tanto più in una contingenza economico-produttiva quale quella attuale che richiede alla scuola il massimo sforzo di diffusione degli apprendimenti e delle competenze per la totalità – non uno di meno – dei suoi alunni.
Unanime, perciò, tra i partecipanti il più netto dissenso rispetto a scelte politiche di taglio esclusivamente “economicistico”, tese al risparmio, all’interno dei processi di riforma.

Innovazioni organizzative e pedagogiche.

Particolare attenzione è stata riservata alla figura del docente-tutor.
Se non si sono registrati disaccordi rispetto alla necessità di assicurare funzioni di tutorato degli alunni, di coordinamento delle attività, di cura della documentazione formativa, di rapporto con le famiglie, dissensi, invece, sono stati espressi sulla soluzione normativa che affiderebbe tali funzioni ad un solo docente del team prefigurandone una “prevalenza didattica” alquanto anacronistica nella classe e una “prevalenza organizzativa” non esente da rischi disgreganti in seno allo stesso team.
Sulle innovazioni dei Piani di Studio Personalizzati e del Portfolio la discussione ha innestato la questione “personalizzazione vs. individualizzazione”.
C’è il rischio di precostituire mete diverse per ciascun alunno adottando il principio pedagogico della “personalizzazione”?
C’è il rischio di affievolire la tensione verso obiettivi comuni, grazie alle flessibilità metodologiche, abbandonando il principio di “individualizzazione” dell’insegnamento?
Fino a che punto è ancora consentito rifarsi a “standard minimi di apprendimento”?
Quali nuove funzioni attribuire alle strutture di valutazione della qualità nelle scuole?
Interrogativi, questi, che l’Andis ritiene opportuno rilanciare ad un dibattito culturale più vasto, di respiro nazionale, sui problemi della scuola.

Processi di riforma e principio di fattibilità.

Condiviso pienamente l’assunto che ogni progetto di riforma deve necessariamente attraversare tempi e luoghi di sperimentazione prima di confrontarsi con la realtà, il gruppo seminariale di studio si è soffermato a ricercare le ragioni della scarsa propensione da parte delle scuole ad aderire alla sperimentazione del 2002 (DM 100) e del sostanziale rifiuto ad aderire a quella del luglio 2003 (CM 62).
Dal dibattito apertosi è emerso un preoccupante deficit ministeriale nell’aprire terreni di confronto con gli operatori tutti della scuola, docenti e dirigenti in primo luogo; terreni sui quali coltivare cooperativamente istanze di rinnovamento, desideri di sperimentare il cambiamento in un clima autentico di dialogo e di condivisione.
Tutto ciò non è avvenuto. Sembra aver preso il sopravvento, in questo processo di riforma, un discutibile criterio “decisionistico” con effetti conseguentemente e tendenzialmente di rigetto da parte dei Collegi dei Docenti, nell’esercizio delle loro autonomie.
A testimoniare del grado di “fattibilità” della riforma dovrebbero pur esserci gli esiti delle 251 scuole sperimentatrici, ma –a questo proposito– è comune convincimento dei dirigenti scolastici costituenti il gruppo di studio che le risultanze di quella sperimentazione appaiono poco significative proprio, forse, a causa delle scarse occasioni di confronto e di condivisione nella costruzione del progetto di riforma.

La Dirigenza Scolastica nel processo di riforma.

E’ stata da tutto il gruppo ritenuta malaccorta la scarsa attenzione riservata dall’Amministrazione alla dirigenza scolastica lungo l’intero iter della riforma.
Andavano e vanno coinvolti i docenti; andavano e vanno coinvolti, con uguale determinazione, i dirigenti scolastici. Rinunciare a farlo nel convincimento che il loro status dirigenziale garantisca di per sé le risposte attese dall’Amministrazione costituisce un grave errore di analisi poiché trascura la “specificità” giuridica del dirigente scolastico stesso. Il quale, dovendo rispondere per un verso all’Amministrazione, ma per altro verso alle Autonomie collegiali della sua scuola, rappresenta un interlocutore d’obbligo per qualunque intervento che miri ad ottenere successo.
Dal Seminario sono emerse perplessità per la sottovalutazione di tale interlocuzione anche in occasione della richiesta di parere all’Andis, nell’aprile scorso, sulla bozza del presente decreto: parere che, prontamente emesso e trasmesso, non sembra aver poi ottenuto alcun concreto riscontro.
In previsione dell’applicazione della riforma, infine, il gruppo seminariale di studio ritiene di dover segnalare due punti di criticità per il dirigente scolastico:
- se dovesse essere confermata dalla norma la figura del “docente prevalente” in ciascuna classe, con funzioni di tutorato degli alunni, il prevedibile clima di dissenso interno tra docenti che ne deriverebbe finirebbe per ripercuotersi negativamente sullo stesso dirigente scolastico, chiamato comunque ad attribuirne l’incarico;
- se dovesse essere soppresso il “tempo pieno”, è prevedibile fin d’ora una pressione forte di parte dell’utenza sul dirigente scolastico, tesa a fargli ampliare comunque gli spazi orari giornalieri sotto minaccia di abbandono della scuola statale a vantaggio di quella privata. Rischio di richieste estenuanti alla Direzione Scolastica Regionale per la concessione di improbabili supplementi di organico e alle Amministrazioni Locali per la sorveglianza in mensa e per attività formative di ripiego.

In conclusione dei lavori il Presidente Nazionale dell’Andis ha ringraziato l’Assessore all’Istruzione della Provincia di Avellino Franco Lo Conte, l’isp. Giancarlo Cerini e l’on. Beniamino Brocca per la loro disponibilità e il prezioso contributo offerto, evidenziando la sintonia su molti punti della discussione.
Ha altresì raccolto le indicazioni uscite dal Seminario concordando sull’opportunità di un forte impegno dell’Associazione nel C.N.P.I. e nel confronto da richiedere con le Commissioni Parlamentari e la Conferenza Stato-Regioni.
Il Presidente ha sottolineato positivamente il metodo del confronto, che ha caratterizzato l’intero svolgimento del seminario.
Un metodo che l’ANDIS intende perseguire per contribuire al dialogo nelle scuole e tra le istituzioni così come per rafforzare il ruolo di ledership educativa del dirigente scolastico.

Il 30° Convegno Nazionale -che si terrà a metà novembre in Sicilia, proprio sui temi della Riforma- e il già programmato seminario di Roma sulla secondaria superiore consentiranno all’ANDIS di interpretare ulteriori aspettative della scuola italiana e dei suoi dirigenti.

30 settembre 2003


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Date: 02 Oct, 2003 on 08:16
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