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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 19, SETTEMBRE 2003
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1. LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 19, SETTEMBRE 2003
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LEGAMBIENTE SCUOLA NEWS N. 19, SETTEMBRE 2003
Notizie e commenti sul mondo della scuola

Indice
1. Via libera alla riforma
2. Private pigliatutto
3. Valutazione: ancora un progetto “pilota”
4. Progetto TEPEE
5. I tagli… anche su di noi
6. Agenda

1. Via libera alla riforma
La Ministra Moratti ce l’ha fatta! Il primo decreto applicativo della L. 53/03 è passato nella seduta del Consiglio dei Ministri dello scorso 12 settembre. E’ quello riguardante le norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’istruzione fermo al palo dal 9 maggio scorso quando aveva fatto una fugace apparizione in Consiglio dei Ministri per non più riapparire.
Viene confermato quanto è noto da tempo: anticipo nelle iscrizioni, piani di studio personalizzati, riduzione del tempo scuola (27 ore settimanali sia per la scuola primaria che media), insegnamenti opzionali e facoltativi per gli alunni (fino ad un massimo di 3 ore per la scuola primaria, fino a 6 per la media), obbligatori per la scuola, affidabili anche ad esperti esterni con contratti di prestazione d’opera, docente tutor, portfolio delle competenze, soppressione del tempo pieno e prolungato… Solo due emendamenti rispetto al testo già noto da maggio, entrambi riguardanti il docente tutor. Il primo vuole salvaguardare il “ruolo alla pari” tra i docenti di una medesima classe, “la contitolarità didattica dei docenti”, il secondo è inerente l’orario del docente tutor che “assicura una attività di insegnamento agli alunni (non più alla classe) non inferiore alle 18 ore”, formulazione questa poco chiara e che genera molti dubbi interpretativi. Quali conseguenze porteranno le nuove diciture?
Intanto il decreto comincia il suo iter: passaggio al CNPI, conferenza unificata Stato/regioni, competenti commissioni parlamentari di Camera e Senato che dovranno esprimere un parere entro 60 giorni. Quindi tutto sarà pronto per fine anno.
E sempre il 12 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il piano programmatico di interventi finanziari a sostegno della L. 53/03 che avrebbe dovuto essere predisposto entro 90 giorni dalla sua approvazione, cioè entro luglio: 8,32 milioni di euro, ripartiti in 5 anni, dal 2004 al 2008, senza però l’importo degli stanziamenti anno per anno, una soluzione che potrà permettere al Ministro Tremonti di essere “elastico” nell’erogazione dei fondi. Incerti quindi i fondi per la scuola pubblica, certi e in cassa quelli per la scuola privata.

2. Private pigliatutto
30 milioni di euro per ciascuno dei prossimi tre anni. E’ questa la cifra stanziata dal governo per finanziare il decreto interministeriale (Moratti / Tremonti) del 2 settembre scorso e messi a disposizione delle famiglie, a prescindere dal reddito, che scelgono di iscrivere i propri figli alle scuole private. Si attua così l’art. 2 della L. 289/2002 (finanziaria 2003) dello scorso 31 dicembre. Le domande, compilate in autocertificazione, vanno presentate alle scuole private che, entro il 30 ottobre (30 novembre per l’anno scolastico in corso) devono trasmetterle al MIUR il quale, entro il 31 dicembre (31 gennaio 2004 in via transitoria per quest’anno) provvederà all’erogazione del contributo che i beneficiari potranno incassare presso gli Uffici Postali. Il contributo riguarderà gli alunni della scuola primaria, media e prima superiore, quelle classi cioè ricompresse in quella che era la fascia dell’obbligo scolastico (circa 250.000 studenti): 120 € circa. Non è tanto importante la cifra quanto il messaggio politico che si è voluto lanciare, merce di scambio con l’UDC (che aveva avanzato la proposta e che ha abbassato la guardia sul docente prevalente della scuola primaria).
Il decreto non è che l’ultimo tassello di un piano ben più organico. La legge sulla parità scolastica del 2000 prevedeva complessivamente 347 miliardi di lire (179 milioni di euro) suddivisi tra integrazione handicap, contributi per il mantenimento delle scuole elementari parificate, partecipazione alla realizzazione del sistema prescolastico integrato. Nell’E.F. 2002 ne sono stati erogati invece circa 420 milioni e mezzo di euro (+ 134%), unica voce di bilancio dell'Istruzione a non essere toccata dalla scure del famoso decreto taglia spese di Tremonti (vedi il nostro dossier “La scuola pubblica si smonta” del febbraio scorso consultabile sul sito www.legambiente.com/canale6/scuola ). Tutto questo mentre alla scuola pubblica (che accoglie il 93% circa degli studenti) piovono tagli sugli organici, aumenti di orario per gli insegnanti, cresce il numero di alunni per classe. Un altro tassello verso la strategia della globalizzazione che mira a smantellare i servizi pubblici tra i quali la scuola per affidarli a fette di mercato privato. Non è aggirando la Costituzione che prevede il non finanziamento alle scuole private che si costruisce un sistema nazionale dell’istruzione. A ricordare il ruolo della scuola pubblica interviene anche il presidente Ciampi in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico. “Per la Repubblica Italiana è compito inderogabile istituire scuole statali per ogni ordine e grado, e assicurare ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di accedere ai gradi più alti degli studi, oltre che stabilire le norme generali dell’istruzione”. Un chiaro monito anche ai pericoli della regionalizzazione dell’istruzione.

3. Valutazione: ancora un progetto “pilota”
Con una lettera circolare del Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici del MIUR, datata 25 giugno 2003 (prot. 10524), viene promosso per il prossimo anno scolastico un nuovo progetto pilota (PP3), in attesa della definizione del “decreto applicativo con il quale si doterà la Scuola italiana di un Sistema Nazionale di Valutazione mirato a fornire alle singole scuole elementi utili a promuovere nell’ambito della loro autonomia, il miglioramento continuo del servizio reso alla comunità.”
Le caratteristiche e gli obiettivi di questo nuovo progetto pilota vengono individuati nel modo seguente:
“Il PP3 consentirà alle scuole interessate di prepararsi ulteriormente alla partecipazione alla Valutazione nazionale quando essa diverrà operativa.
Le caratteristiche di questo terzo progetto sono le seguenti:
1. Partecipazione aperta a tutte le scuole. (materne - limitatamente alla compilazione del questionario di cui al punto 3., elementari, medie e secondarie superiori, statali e paritarie);
2. coinvolgimento, nelle scuole partecipanti, di tutte le classi di II e IV elementare, I media, I e III superiore;
3. somministrazione (per via informatica) alle scuole partecipanti del questionario riguardante le caratteristiche organizzative e funzionali delle scuole medesime;
4. somministrazione, dal 16 al 28 febbraio 2004, agli alunni delle suddette classi, di prove di apprendimento nelle discipline italiano, matematica e scienze.
I compiti operativi per l’attuazione del progetto continueranno ad essere affidati all’INValSI.
La disponibilità alla partecipazione al progetto dovrà essere espressa dal 1° ottobre p.v. e non oltre il 31 dello stesso mese mediante la compilazione di apposita scheda disponibile sul sito www.invalsi.it”
È inevitabile che, a questo punto, si pongano alcune domande. Forse sarebbe opportuno che anche le scuole iniziassero a rivolgere queste domande agli Uffici scolastici regionali e al MIUR.
1. Nella circolare del 25 giugno, si afferma che il PP2 e il PP3 hanno “fornito indicazioni di grande interesse per il costituendo Servizio Nazionale di Valutazione”. Di quali indicazioni si tratta? Come verranno utilizzate per delineare il futuro Servizio nazionale? A che cosa debbono prepararsi le scuole?
2. A tutt’oggi non sono ancora stati resi noti i risultati del PP2. Le singole scuole hanno potuto accedere ai risultati dei propri studenti, ma non è stato presentato ancora alcun rapporto. Quali sono, allora, le utili indicazioni di cui parla la circolare?
3. Se si tratta di progetti pilota, quello che ci si aspetterebbe di conoscere non sono soltanto i risultati conseguiti dalle singole scuole (anche se in relazione, come nel caso del PP2, a quelli di un campione probabilistico rappresentativo a livello nazionale). Quello che si vorrebbe sapere è anche: le prove erano effettivamente valide? Misuravano cioè effettivamente quello che intendevano misurare? Chi le ha preparate? Chi le ha revisionate? Quali criteri sono stati adottati? È stato tutto fatto ad opera dell’INVALSI? È possibile confrontare i risultati del PP1 con quelli del PP2? Le prove utilizzate lo consentono? Nell’ottica di un Servizio nazionale di valutazione, come verranno utilizzati i risultati delle prove? Sul sito dell’INVALSI non c’è alcuna informazione in proposito.
4. Di tutto questo non si sa niente, ma intanto le scuole sono chiamate ancora una volta a partecipare “su base volontaria” al PP3. Alcuni dubbi fondati, intanto, sorgono. Alcuni degli strumenti utilizzati nel PP2 hanno ricevuto non poche critiche. Primo fra tutti il questionario sulle attività delle scuole. A parte la sua farraginosità e la sua scarsa chiarezza, si tratta di uno strumento per l’autovalutazione delle scuole o uno strumento per raccogliere informazioni su come le scuole operano? Se non si scioglie questo nodo si riprodurranno all’infinito i problemi incontrati nella sua compilazione: quante scuole hanno risposto dichiarando effettivamente che cosa si verifica al loro interno? Quante scuole hanno effettivamente avviato processi di autovalutazione a partire dai progetti pilota? Il questionario è uno strumento effettivamente valido in questo senso?
In secondo luogo, i test nelle varie aree disciplinari. Che cosa si vuole misurare? Conoscenze, abilità o competenze? E in riferimento a che cosa: ai curricoli specifici delle singole scuole o a (per altro non definiti) standard nazionali?
In altre ricerche condotte dall’INVALSI cui le scuole sono state chiamate a partecipare negli anni passati, il numero delle domande contenute in ciascuna prova era di gran lunga più elevato. Come è possibile misurare effettivamente il possesso di determinate conoscenze/abilità/competenze con un numero di domande così limitato come quello delle prove dei progetti pilota?
5. Si è detto che le scuole dovrebbero utilizzare i risultati dei progetti pilota per migliorare il proprio intervento didattico. Quanto tempo è stato dato alle scuole per farlo effettivamente? Perché ripetere le stesse rilevazioni nelle stesse scuole, nelle stesse classi, nelle stesse materie tutti gli anni senza lasciare alle scuole il tempo per riflettere e per impostare eventuali programmi di miglioramento? Sorge il sospetto che in realtà quello che interessa è soltanto il dato quantitativo: più scuole partecipano, più si dimostra il consenso nei confronti della politica seguita dall’attuale ministero (un po’ come lo scorso anno la storia della sperimentazione della riforma nelle scuole elementari). Della qualità dei risultati nessuno sembra curarsi. E soprattutto, in caso di risultati giudicati non positivi, che tipo di sostegno è stato dato alle scuole per migliorare il proprio lavoro?
6. Il PP2 è stato accompagnato da attività di “formazione”. In realtà si è trattato di passaggio di informazioni sulle modalità di somministrazione e di svolgimento delle prove, senza alcun approfondimento sulle innumerevoli questioni legate alla diffusione di pratiche valutative nella scuola. Che cosa succederà quest’anno? Su questo aspetto la circolare rinvia ad ulteriori informazioni, relative anche ai finanziamenti.
7. Anche per il PP3 si prevede di effettuare le somministrazioni a febbraio. Qual è il senso di questa scelta temporale? Si vogliono misurare le conoscenze/abilità/competenze acquisite dagli studenti nel precedente anno scolastico? Ma in questo caso perché non effettuare le rilevazioni a inizio anno scolastico? Si vogliono rilevare quello che gli studenti hanno acquisito alla fine del primo quadrimestre? Ma che uso possono fare le scuole di un’informazione di questo tipo? L’unica logica che sembra esistere dietro una scelta di questo genere è puramente organizzativa: se si somministra a febbraio, forse le singole scuole possono avere i propri risultati per la fine dell’anno scolastico. Ma se non si risponde alle domande precedenti questa pretesa tempestività ha un valore puramente propagandistico.
8. Insomma, quello cui le scuole, gli insegnanti, gli studenti hanno diritto è una chiarificazione sul senso di questi progetti pilota, sulle prospettive, sui modelli valutativi che si intendono adottare, sulla qualità delle prove utilizzate. Solo in questo modo è possibile far crescere nelle scuole una cultura della valutazione. Altrimenti tutto si riduce ad un esercizio puramente organizzativo, che costa miliardi e che produce poco. Che soprattutto rischia di consolidare e accrescere le resistenze già esistenti nei confronti della valutazione e dell’autovalutazione.
Purtroppo sembra che i responsabili dei vari progetti pilota non si preoccupino molto di questi aspetti e che la valutazione venga intesa in modo soltanto strumentale, quando non come sinonimo di controllo sulle scuole.
Sarebbe opportuno che questi temi trovassero uno spazio di discussione nei collegi dei docenti che dovranno decidere la partecipazione delle scuole al PP3.

4. Progetto TEPEE
Esiste la consapevolezza professionale che, quando facciamo educazione ambientale, occorre saper progettare attività finalizzate a produrre competenze, che è necessario essere in grado di valutare se tali competenze siano state acquisite e che, in uno scenario vasto come quello europeo, occorre anche essere in grado di certificare tali competenze? TEPEE - Towards a European Portfolio for Environmental Education (Verso un Portfolio Europeo per l’Educazione Ambientale) è il nome di un network cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Socrates/Comenius 3.1. Legambiente è coordinatore transnazionale del progetto triennale che, per il momento, coinvolge sette Paesi europei: Italia, Malta, Portogallo, Romania, Germania, Irlanda e Svezia. Il network tiene in rete, al momento, una cinquantina di scuole che, organizzate in sub-network nazionali ed operando come una complessa comunità di ricerca coordinata da un comitato scientifico, si stanno impegnando a ricostruire lo scenario europeo dell’educazione ambientale a partire dalle pratiche educative; raccogliere e classificare gli strumenti utilizzati in educazione ambientale per la valutazione delle competenze; progettare e testare nuovi strumenti di valutazione; ideare e sperimentare un portfolio per la certificazione di competenze complesse, quali quelle proprie dell’educazione ambientale. I partner e le scuole del network si sono incontrati a Malta, dal 25 al 28 giugno, per il primo meeting transnazionale del progetto TEPEE. Riflettere sulla valutazione delle competenze acquisite dagli studenti nell'ambito educazione ambientale, fare un bilancio del primo anno di lavoro del TEPEE, avviare il secondo stimolando il confronto diretto tra partner del progetto. Queste le intenzioni che hanno animato gli organizzatori del convegno - lo staff di Legambiente, l'Università di Malta, il comitato scientifico del TEPEE - al quale hanno partecipato insegnanti impegnati nell'educazione ambientale in diversi paesi europei, coordinatori delle reti di scuole che aderiscono al TEPEE, rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto stesso.
Per saperne di più: www.tepee-network.net; per ricevere la newsletter sul meeting maltese e le prossime news del TEPEE, scrivete a network.it@tepee-network.net.

5. I tagli… anche su di noi!
Da tre a uno. E’ infatti diminuito di due unità (su tre) il numero di docenti utilizzati presso Legambiente Scuola e Formazione. 100 i posti assegnati complessivamente a livello nazionale alle associazioni professionali (l’elenco delle associazioni che ne usufruiscono non è pubblico come pure l’elenco dei docenti ad esse assegnato). Lo spoil system si è abbattuto anche su di noi che in questi anni di “era Moratti” ci siamo “permessi il diritto di critica”.

6. Agenda
26 settembre 2003: giornata di mobilitazione contro la riforma Moratti promossa dal Coordinamento Nazionale del Tempo Pieno e Prolungato
3 – 4 ottobre 2003: “La conoscenza è un valore sociale” - Primo Congresso Nazionale di Legambiente Scuola e Formazione, Centro Congressi Cavour, Via Cavour 50A Roma (3 ottobre). Il 4 ottobre, per gli iscritti, il Congresso prosegue presso la sede nazionale di Legambiente in via Salaria 403.


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Date: 23 Sep, 2003 on 23:19
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