“Un fatto è certo: a settembre la riforma degli ordinamenti non decollerà. Mancano le condizioni per la sua attuazione: approvazione dei decreti legislativi attuativi, adozione dei regolamenti per la definizione dei curricoli e copertura finanziaria”. Lo ha dichiarato Fedele Ricciato, Segretario Generale dello Snals-Confsal, che ha aggiunto: “Restano tutte le nostre riserve sull’ipotizzato schema di primo decreto legislativo attuativo della legge n. 53, per le mancate garanzie circa il monte ore di insegnamento, la disponibilità di risorse professionali aggiuntive, la configurazione del team dei docenti”.

“Per quanto attiene alla bozza di decreto ministeriale per l’avvio di un progetto di innovazione limitato ai contenuti dei piani di studio delineati nelle Indicazioni nazionali per le prime due classi della scuola primaria – ha proseguito Ricciato – lo Snals-Confsal chiede che sia rigorosamente seguita la procedura sperimentale e sia così garantita l’autonomia del collegio dei docenti nell’aderire o meno al progetto. Lo Snals-Confsal non è contrario alla generalizzazione della lingua straniera comunitaria e alla diffusione dell’alfabetizzazione informatica”.

“Su tale ipotesi – ha concluso Ricciato – lo Snals-Confsal condivide il parere che sulla bozza di decreto ha espresso a maggioranza il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione il quale, anziché bocciare una discutibile proposta sperimentale di transizione, ha preferito, in questa fase di incertezza, garantire al collegio dei docenti l’autonomia e agli alunni l’opportunità di apprendere i nuovi linguaggi”.

--------------------

Lo Snals sul DPEF: il Governo rispetti gli impegni

“Un Documento di Programmazione Economica e Finanziaria non incentrato sul fattore umano, sull’innovazione e sulla ricerca non restituirebbe competitività al Paese”, ha dichiarato Fedele Ricciato, Segretario Generale dello Snals-Confsal.

“Il DPEF deve essere caratterizzato da elementi decisivi di crescita e di sviluppo, - ha proseguito Ricciato – con la previsione di seri investimenti per la Scuola, Università e Ricerca. Nell’attuale fase, caratterizzata da una forte spinta all’innovazione, il mancato sostegno finanziario vanificherebbe, infatti, le stesse riforme”.

“La puntuale attuazione del Patto per l’Italia, l’interpretazione flessibile del Patto di stabilità, nel considerare la spesa per l’istruzione e la formazione “un investimento”, potrebbero finalmente inaugurare una nuova politica economico-finanziaria moderna e di respiro europeo”.

“Se così non fosse – ha concluso Ricciato - si rinnoverebbe un documento inutile, destinato a non produrre alcun effetto positivo sull’occupazione e sul prodotto interno lordo”.