E oramai purtroppo sicuro: gli aumenti del contratto-miseria non verranno pagati a docenti ed ATA né a luglio né ad agosto. Avevamo denunciato il ridicolo "strombazzamento" entusiasta, gestito all’unisono dai sindacati firmatari del contratto e dalla ministra Moratti, della particolare "qualità" del contratto-scuola e, ancor più, degli aumenti concessi (peraltro con un anno e mezzo di ritardo), a docenti ed ATA. Dati alla mano, ci era stato piuttosto facile dimostrare che tali aumenti non solo non coprivano neanche l’inflazione reale ma per alcune fasce della categoria (ATA, docenti con bassa anzianità di servizio, docenti delle materne e di una parte delle elementari) erano al limite persino dell’inflazione ufficiale.

Ora al danno si aggiunge la beffa: la solenne promessa unitaria governo-sindacati che i pur miseri aumenti, insieme agli arretrati, sarebbero stati "benevolmente" offerti alla categoria a partire da luglio, è clamorosamente tradita. In un gioco ipocrita di rimpalli tra sindacati, ARAN, ministero, governo e organi finanziari di controllo, passeranno ancora parecchie settimane prima che vi sia il "via libera" (e sempre che non ci siano "scherzi" ancora più pesanti) al pagamento degli aumenti e degli arretrati. E, tenendo conto dei tempi con i quali vengano preparati a livello centrale gli stipendi, luglio e agosto finiranno "in cavalleria", con grande soddisfazione del ministro Tremonti che, almeno fino all’autunno, risparmierà ulteriormente.

Augurandoci che non siano troppi i colleghi/e che, dando credito alle promesse di governo e sindacati, si sono già "impegnati" gli aumenti, invitiamo tutti/e a riflettere sui meccanismi di immiserimento forzato di una categoria che, nel suo insieme, ha tappato in questi anni buona parte dei buchi imposti dai governi alla scuola pubblica. L’estate porti consiglio anche a chi ha dato fiducia al governo, alla Moratti e ai sindacati che hanno esaltato il contratto, i cui punti "neri", oltre a quello salariale, appariranno via via evidenti anche ai più distratti: e ci prepari, tutti e tutte, alle lotte che inevitabilmente dovremmo condurre in autunno per evitare la disgregazione della scuola pubblica e il trionfo della scuola-azienda e dell’istruzione mercificata "morattiana".

Piero Bernocchi
portavoce nazionale dei Cobas della scuola