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ANIEF: Comunicato Stampa 19 giugno 2003
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1. ANIEF: Comunicato Stampa 19 giugno 2003
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La precarietà non è uguale per tutti
Mentre il blocco delle immissioni in ruolo per gli oltre 480.000 precari italiani ha rafforzato il disegno di precarizzazione del personale docente nella scuola italiana, il Governo ha “miracolosamente” trovato i fondi per immettere in ruolo ben 21.000 docenti di religione.
Che grossolana ingenuità hanno, dunque, commesso i docenti che speravano di entrare nei ruoli della scuola italiana attraverso il superamento di un concorso ordinario, corso-concorso o, infine, attraverso la SSIS!
Essere amici del Vescovo evidentemente è una garanzia di professionalità incomparabilmente superiore rispetto alle ordinarie procedure di formazione e reclutamento del personale docente.
Il DDL 1877 prevede, infatti, che l’assunzione a tempo indeterminato degli insegnanti di religione verrà “disposta dal dirigente regionale, d’intesa con l’ordinario diocesano competente per territorio” (art. 3, c. 8); in altri termini, dunque, la chiamata per un contratto a tempo indeterminato nello Stato non avverrà attraverso un pubblico concorso aperto a tutti/e i cittadini/e ma verrà subordinata al placet del vescovo, ossia di funzionario di uno Stato straniero (lo Stato Vaticano) .
Non solo, ma viene introdotto, nel nostro ordinamento, quale motivo di risoluzione del rapporto di lavoro "la revoca dell’idoneità da parte dell’ordinario diocesano divenuta esecutiva a norma dell’ordinamento canonico". Per la prima volta nella storia del diritto nel nostro paese viene individuato quale motivo soggettivo di risoluzione del rapporto di lavoro la violazione non di norme del nostro codice ma di un altro codice quello canonico.
Infine, il docente rimosso dal suo incarico dall’ordinario diocesano, non potendo essere licenziato si trasferirebbe su altra classe di concorso per andare ad occupare i posti vacanti che di diritto spetterebbero ai precari della scuola; si tratta, dunque, di uno strumento per far entrare nella scuola docenti selezionati a priori dall’autorità ecclesiastica al di fuori di ogni principio di eguaglianza tra i cittadini.
Il DDL calpesta, dunque, gli articoli 3 e 4 della Costituzione, laddove questi prevedono sia la pari dignità sociale sia l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge
Ma soprattutto viene gravemente leso il principio di laicità dello Stato italiano laddove l’accesso all’insegnamento nella scuola statale verrebbe ad essere decisamente controllato e sottoposto al vincolo dell’adesione ad un credo religioso.
Di fronte a tale ennesimo vulnus alla credibilità della Scuola, all’ANIEF, da sempre impegnata nella difesa della professionalità del corpo docente, non rimane che annunciare ogni forma di protesta e di iniziativa a tutela delle ragioni di un sistema di istruzione libera da queste logiche e garante della pari dignità sociale e dell’uguaglianza di tutti i cittadini .

Napoli, 19 Giugno 2003
ANIEF- Associazione Nazionale Insegnanti ed Educatori in Formazione
Collegio Nazionale di Presidenza


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 19 Jun, 2003 on 18:43
ANIEF: Comunicato Stampa 19 giugno 2003
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