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COORDINAMENTO NAZIONALE PRECARI COBAS: Comunicato 28 maggio 2003
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1. COORDINAMENTO NAZIONALE PRECARI COBAS: Comunicato 28 maggio 2003
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I precari contro il nuovo contratto scuola

Dalla recente pubblicazione del MIUR “Lavorare nella scuola. Principali caratteristiche delle graduatorie permanenti del personale docente, a.s 2002/2003”[1] si evince che i lavoratori/e precari della scuola iscritti/e nelle graduatorie sono 422.145. Di questi il 79,57% si sono abilitati con concorso ordinari o, l’11,69 con il riservato e l’8,23 con le scuole di specializzazione (SISS).

Quasi mezzo milione di lavoratori che in questi anni di tagli alla pubblica istruzione (e finanziamento a quella privata a partire dai buoni scuola per arrivare alla sussidiarietà e ai DPEF) hanno permesso lo svolgimento delle lezioni nonostante una precarizzazione forzata e senza prospettive.

Blocco delle assunzioni, del turn over, tagli di cattedre e tentativo di aumentare coattivamente l’orario di cattedra per i personale a TI, conflittualità dal basso con il tentativo di colpire i diritti acquisiti…questo è il quadro pesante che racchiude la questione del precariato della scuola.

Ma l’ultimo DPEF e l’attuale tornata contrattuale hanno peggiorato ulteriormente le condizioni e le prospettive dei precari, come da anni –sostanzialmente dalla Bassanini e dall’aziendalizzazione della scuola pubblica realizzata dal centro sinistra- stiamo denunciando, precarizzando di fatto tutto il personale della scuola.

Abbiamo chiesto la solidarietà dei docenti assunti a tempo indeterminato per contrastare le politiche di tagli strutturali al personale della scuola e lo continuiamo a fare chiedendo di non preparare le condizioni per ulteriori tagli non accettando assolutamente cattedre con oltre 18 ore settimanali

L’attuale fase è di espulsioni dal comparto di decine di migliaia di precari, realizzate coi tagli programmati dalla legge finanziaria, col completamento delle cattedre a 18 ore, con quella che da tempo chiamiamo “cannibalizzazione” del personale della scuola.

Infatti il misero aumento sbandierato come vittoria da confederali e SNALS passa sulla pelle di decine di migliaia di precari che verranno espulsi dalle scuole a partire dal prossimo anno. Ogni lira di aumento è costruita sul taglio delle cattedre dei precari. La Moratti e Tremonti si sono scontrati sul numero dei tagli effettivamente realizzati. Lo stato ed il governo non investono un euro sulla scuola e sul contratto docenti che realizzano, con il placet dei "compagni di merende" firmatari di contratto, attraverso la mattanza dei precari.

La valenza “palliativa” di questo nuovo contratto-scuola, oltre a penalizzare e ad imbonire in via prioritaria i docenti a tempo indeterminato, elude anche alcune importanti modifiche sostanziali che noi avremmo auspicato.

Questo contratto infatti, non solo rinforza il principio della flessibilità e quello dell’autonomia con l’introduzione massiccia di contratti atipici nel comparto scuola, attraverso il potenziamento dei poteri e delle competenze della contrattazione decentrata (si veda ad es. la contrattazione regionale), del ruolo delle funzioni obiettivo e della rivalutazione retributiva (che si attesta sul famoso 5% sancito dall’accordo del 4 febbraio 2002 tra Confederali e governo), ma tende a far passare come importanti le integrazioni sulla malattia, la maternità, i permessi e le ferie per i docenti a tempo determinato (integrazioni già in parte realizzate o comunque in atto da prima), senza tuttavia pronunciarsi sulla spinosa questione del tr attamento retributivo (al personale a tempo determinato spetta “il trattamento economico iniziale previsto per il corrispondente personale con contratto a tempo indeterminato…”), sul riconoscimento di tutto il servizio prestato (IDEI, materia alternativa), dei corsi di aggiornamento e titoli culturali quali ad es. i master (e non solo i dottorati come prevede attualmente il DM 40 del 16/04/03 sull’aggiornamento delle graduatorie) e del diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni RSU.

Riteniamo dunque che la filosofia contrattuale di quest’ultimo accordo stipulato da Aran e parti sociali il 16 maggio scorso sia del tutto allineata con le politiche di aggiustamento strutturale proprie delle logiche liberiste di questo governo, e che tenda a sottolineare subdolamente il principio che, per una miseria di aumento, vadano sacrificati posti di lavoro; che vada accettato il concetto della rivalutazione della funzione docente attraverso principi premiali o aumenti salariali basati su tagli al personale, attestantisi sui termini imposti dall’inflazione programmata; e che tutto ciò avvenga per giunta attraverso la delegittimazione del ruolo docente del personale a tempo determinato, sempre più es iguo nella scuola e sempre più ricattabile!Siamo per un referendum sul contratto!

COORDINAMENTO NAZIONALE PRECARI COBAS

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[1] Il Sole 24 ore Scuola 9-22 maggio 2003, pag 4 e 5


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Date: 28 May, 2003 on 18:58
COORDINAMENTO NAZIONALE PRECARI COBAS: Comunicato 28 maggio 2003
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