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MIIP: Comunicato 17 maggio 2003
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1. MIIP: Comunicato 17 maggio 2003
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ALL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRESIDI E AI DIRIGENTI SCOLASTICI DELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO

In relazione al documento redatto dall’ANP in data 8 maggio 2003, il MIIP – Movimento Interregionale Insegnanti Precari- non può esimersi dal rispondere sottolineando alcuni aspetti che non possono passare sotto silenzio, in quanto riguardano e investono la stessa credibilità dell’istituzione scolastica.
Innanzitutto stigmatizziamo in maniera forte l’atteggiamento fazioso assunto dall’Associazione Nazionale Presidi: tale posizione fomenta, infatti, questa svilente faida tra docenti, non solo dequalificando e umiliando tutto quanto la scuola pubblica ha operato fino ad ora nella formazione e nell’educazione degli alunni, ma soprattutto favorendo e rendendosi complice di una involuzione verso la tribalizzazione, in cui la SSIS, quasi come una casta protetta e inviolabile, deve esercitare un ruolo di dominio e prevaricazione nei confronti di chi non corrisponde ai canoni imposti da lobbies di potere che hanno come unico scopo “l’autoconservazione”.
Una posizione super partes e equidistante sarebbe stata auspicabile, in quanto:

• l’istruzione, fino ad ora, è stata gestita da docenti, moltissimi dei quali ormai di ruolo, formati e selezionati in base alla normativa previgente all’attivazione delle SSIS: rivendicare solo per quest’ultime il sigillo di qualità, equivale a gettare discredito su tutta la classe insegnante, sugli alunni formati da docenti non ssis, sui presidi stessi, che, abilitati e selezionati nei modi previgenti avrebbero mandato avanti per anni una scuola di scarsissima qualità, selezionando a loro volta docenti di ancor più infimo livello: infatti i presidi sono sempre stati presidenti delle commissioni concorsuali, sia nelle procedure ordinarie che riservate. È evidente che continuando sulla strada tracciata dal succitato documento, si arriverebbe ad assurdi paradossi, che mortificherebbero la scuola tutta, svuotandola di significato. A questa operazione di rinnegamento del passato nonché del presente, unici elementi di vera continuità per il miglioramento futuro, ci opponiamo, considerandola non rispondente alla realtà storica della scuola italiana, che fino ad oggi ha manifestato un’alta professionalità, un alto livello di pensiero, un’alta preparazione: negare questa evidenza e affermare che al di fuori delle SSIS non c’è eccellenza, porta a negare la qualità dello stesso percorso SSIS, dal momento che supervisori e tutors appartengono ai dequalificati e, pertanto, a loro volta, dequalificanti, sistemi del passato;
• il valore di un titolo non risiede nei soldi che si investono per conseguirlo, così come la supervalutazione dello stesso non garantisce l’eccellenza di chi ne sia in possesso (peraltro, si fa notare, come nell’attribuzione dei punteggi, il peggiore specializzato risulta, forse perché ha pagato, migliore del migliore dei concorsi pubblici ordinari, sic); nessuno può arrogarsi il diritto di esaltare una categoria di insegnanti, screditandone un’altra: infatti, in tal maniera, l’“eccellenza”, che è fine da sempre perseguito dallo Stato nella selezione del suo personale, viene a trasformarsi in privilegio che è concesso ad alcuni secondo la convenienza e le opportunità del momento e che può essere revocato non appena cambino le condizioni sulle quali poggia il postulato;
• al contrario, un eccellente insegnante, un insegnante di qualità, proprio perché ben consapevole dell’enorme importanza che riveste il suo ruolo, si considera sempre in fieri e non giudica il titolo abilitante come assoluto punto d’arrivo, in un presuntuoso arroccamento (e questo i presidi, in qualità di diretti esperimentatori, dovrebbero ben saperlo!) ma il punto di partenza per un continuo perfezionamento nel confronto costante con i presupposti epistemologici dei saperi disciplinari e con la realtà umana nella sua attualità: in sostanza il vero “specialista dell’insegnamento” sa che il conseguimento del titolo abilitante non è una sorta di rito magico che conferisce il marchio di qualità;
• parlare inoltre di “vanificazione del punteggio aggiuntivo… con il risultato di deprimere le aspettative professionali degli interessati” appare quanto meno inopportuno, visto che proprio il punteggio aggiuntivo ha vanificato completamente gli altri percorsi abilitanti, estromettendo violentemente dal mondo della scuola i docenti che ne sono in possesso (o forse i Presidi dell’ANP non si sono accorti dello sconvolgimento verificatosi nelle graduatorie dell’anno scolastico 2002/2003, così da non voler cogliere ciò che gli ordini del giorno del Senato e della Camera indicavano come un problema emerso con l’attribuzione dei 30 punti agli specializzati SSIS dopo l’abolizione delle fasce?). Per chi ha anni di insegnamento alle spalle, non si è trattato solo di vedere disattese delle aspettative, ma di aver subito un vero e proprio furto perché gli è stata negata l’identità professionale e il diritto al lavoro; chi, invece, ha superato l’ultimo concorso ordinario è stato vittima di un falso ideologico ordito dallo Stato, che, mentre richiedeva ai candidati una preparazione eccellente, operava in modo sotterraneo e sulla base di “patti impliciti” – sic- (cfr. la lettera indirizzata al Ministro Letizia Moratti dal Presidente della CoDiSSIS, Prof. Luca Curti) per misconoscere chi a quei parametri di eccellenza da lui stesso imposti era risultato adeguato.

L’insistenza, da parte dell’ANP, su alcuni punti, quali: il gravoso onere economico, - cui, in virtù di una strana equazione, dovrebbe corrispondere l’acquisizione di una elevatissima professionalità, come se quest’ultima fosse un bene in vendita- e l’esaltazione dell’eccellenza delle SSIS - mai, peraltro, finora comprovata, ma solo certificata dalle stesse Università, in un regime assoluto di autoreferenzialità prevaricatrice-, nonché la promessa di appoggio “alle iniziative di coloro che si stanno organizzando per resistere alle tendenze in atto” che fomenta e suggerisce, di fatto, i ricorsi contro il provvedimento del MIUR, ci appaiono posizioni estremamente vicine, anzi coincidenti con le azioni e le dichiarazioni dell’on. Aprea, la quale, in disprezzo assoluto del ruolo istituzionale che riveste, non ha mai nascosto la volontà di proteggere e favorire, “sposandone la causa”, la categoria degli abilitati SSIS (un esempio per tutti il suo intervento in Parlamento del 20 giugno 2000), mostrando un accanimento progettato, privo di ragioni di pensiero e di etica, contro gli abilitati non ssis e trasformando la scuola, da luogo deputato all’elevazione culturale e alla trasmissione di valori, in un’arena in cui si scontrano interessi che vengono perseguiti promovendo e strumentalizzando anche il contenzioso giudiziario.
È chiaro che, alle soglie di una riforma che nella mente degli ideatori vorrebbe corrispondere ad una svolta epocale, queste lotte intestine e sotterranee appaiono estremamente dequalificanti. Auspichiamo, pertanto, che il prossimo futuro sia caratterizzato da un atteggiamento propositivo in cui tutte le componenti interessate partecipino all’elaborazione di significativi e esperiti contributi, affinché cada, una volta per tutte, l’assurdo postulato per cui frequenza equivale a conoscenza, e pagare equivale a “eccellere” e affinché la vera eccellenza abbia il proprio fondamento nella forza del pensiero quale presupposto imprescindibile per la qualità delle soluzioni.

Movimento Interregionale Insegnanti Precari


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Date: 18 May, 2003 on 10:27
MIIP: Comunicato 17 maggio 2003
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