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UNICOBAS: Comunicato Stampa 19 febbraio 2003
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1. UNICOBAS: Comunicato Stampa 19 febbraio 2003
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SCUOLA: APPROVATA LA RIFORMA. L’ITALIA TORNA INDIETRO.

Il secondo passaggio di approvazione della riforma (ora resta solo un ritorno formale al Senato) è, fra le varie, la peggiore iattura regalataci dal Governo Berlusconi. La forza devastante di questa controriforma farà sentire i suoi effetti sul futuro del paese, rendendolo ancora più incerto. Da oggi una grave ipoteca getta la sua ombra amara sulle nuove generazioni.
La scuola della “riforma” Moratti è: 1) il ritorno al maestro prevalente (il “tuttologo” o la maestra “mamma”), con il conseguente taglio di decine di migliaia di cattedre; 2) un tempo-scuola di 30 h. settimanali (27 nelle medie) e la conseguente eliminazione del tempo pieno e del tempo prolungato, con grande soddisfazione delle scuole private, che rimarrebbero le uniche a fornire servizi del genere; 3) la trasformazione delle scuole dell’infanzia in succursali degli asili nido (che andrebbero potenziati in proprio, anziché introdurre l’ingresso anticipato a due anni e mezzo); 4) il salto nel buio dell’addestramento professionale, che ci riporta a prima del 1963, ai tempi dell’avviamento, con il diktat della scelta dell’indirizzo a 14 anni; 5) l’istituto dello “studente in affitto”, con la consegna degli alunni dei professionali agli appetiti del mondo dell’impresa ed una scuola che deroga dal suo compito istituzionale di istruzione e formazione completa a favore di monoprofessionalismi indotti da Confindustria; 6) la riduzione a meri centri di formazione degli istituti professionali statali e di molti istituti tecnici e la regionalizzazione degli indirizzi.
La “devolution” è il rischio di veder creare scuole di comodo a seconda dei poteri locali e sperequazioni economiche fra regioni ricche e regioni povere.
La legge finanziaria è un serbatoio di tagli per la scuola: un terzo degli ausiliari, dei docenti di sostegno e dei direttori amministrativi in meno; l’eliminazione dei distretti scolastici; la deportazione in altri settori e forse, in altre province del personale docente con malattie professionali che ne rendono impossibile l’impiego in classe; l’accorpamento di altre centinaia di scuole; la rottamazione professionale degli insegnanti in soprannumero, riciclati su altre materie (a detrimento della qualità dell’istruzione) o espulsi dal comparto. La legge finanziaria contiene miserie per il rinnovo contrattuale. Alla fine della farsa delle “trattative”, in luogo di un avvicinamento alla media retributiva europea vedremo stipendi ancora più prossimi alla soglia della povertà.
I sindacati che scioperano solo per il contratto, nulla facendo contro la riforma, sono come dei ciechi che credono di migliorare la vista andando a raccattare ciottoli di fondi di bottiglia.
Lo sciopero di CGIL, CISL, UIL e SNALS, indetto per il 24 Marzo, pare oggi come il classico topolino partorito dalla montagna. Inoltre si tratta di uno sciopero incerto, perché i quattro sindacati sono pronti a revocarlo non appena il Governo avrà aggiunto un bicchiere di birra al piatto di lenticchie già scodellato. Di questi quattro sindacati “compatibili”, tre sono anche dichiaratamente schierati a favore della controriforma Moratti.
Per questo motivo l’Unicobas proclama lo stato di agitazione ed avvia immediatamente la più ampia consultazione della categoria, al fine di costruire una adeguata e più seria risposta al Governo delle scuole private, invitando la CGIL a sganciarsi dai “supporter” di Berlusconi e Moratti per costruire una grande giornata di mobilitazione nazionale sulla questione scuola, allargando l’invito anche a Cobas e Gilda.

Stefano d’Errico (Segretario Nazionale)


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Date: 19 Feb, 2003 on 12:29
UNICOBAS: Comunicato Stampa 19 febbraio 2003
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