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UIL Scuola: Convegno UNA SCUOLA PER TUTTI 1963 - 2003
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CONVEGNO UIL SCUOLA
Residenza di Ripetta

UNA SCUOLA PER TUTTI 1963 - 2003
Riflessioni sulla riforma

LA SCUOLA MEDIA COMPIE 40 ANNI

Il 31 dicembre del 1962 veniva approvata la legge di riforma della scuola media che diventava obbligatoria e gratuita per tutti.Il 31 gennaio 1963, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, aveva inizio la prima grande riforma democratica dopo la riforma Gentile. La legge del ’63 - frutto di una importante stagione riformista che ha consentito la crescita e l’emancipazione sociale e civile del nostro Paese si caratterizzava per una forte apertura democratica, contro ogni discriminazione sociale, con un ampliamento significativo degli sbocchi alle scuole secondarie.

· Analfabetismo
Ieri e oggi in Italia

Nei primi anni ’60 il livello di analfabetismo in Italia era ancora alto (8,30%) ma sicuramente lontano dal quello ereditato dopo l’unità d’Italia (78% della popolazione).
Un articolo de La Stampa denunciava la presenza di 3.200 milioni di analfabeti nel nostro Paese, oltre l’8% della popolazione, con livelli più alti per le donne rispetto agli uomini.
Oggi ancora due persone su cento non sanno né leggere né scrivere.

· Livelli di istruzione
Anni Sessanta: il 42% degli italiani senza alcun titolo di studio
Oggi il tasso di scolarità nella scuola dell’obbligo è del 99,5% . Alle superiori dell’84,8.

Negli anni ’60, il 42% degli italiani non possedeva alcun titolo di studio; il 42% popolazione aveva la licenza elementare; solo il 10% aveva ottenuto la licenza di scuola media inferiore.
Quattro italiani su cento proseguivano gli studi fino al diploma di secondaria; uno su cento riusciva a laurearsi. Oggi il tasso di scolarità nella scuola dell’obbligo è del 99,5% e dell’84,8 alle superiori.
Fino alla riforma del ’63 l’istruzione elementare era di cinque anni articolata - secondo il ‘modello Gentile’ - in un corso inferiore triennale e uno superiore biennale tutti e due con un esame finale.
La scuola media era di tipo più post elementare che secondario. Nel 1928 fu trasformata in scuola d’avviamento professionale con possibilità di prosecuzione per ulteriori due anni in una scuola tecnica senza ulteriori sbocchi.
Il latino faceva da spartiacque: obbligatorio, consentiva l’accesso all’istruzione superiore.
Solo dal liceo si poteva accedere all’università.
Fino all’introduzione della media unica i ragazzi si dividevano quasi equamente tra i due filoni dell’avviamento professionale e della media: passando, per ognuno dei due, dalle 300 mila unità circa dell’immediato dopo-guerra alle 800 mila unità di dieci anni dopo.

· Scuola media unica: una vittoria riformista
Decisivo il compromesso sul latino

Nel 1963, il primo governo di centro-sinistra approva la legge istitutiva della scuola media unica obbligatoria e gratuita, anche se con un compromesso riguardante lo studio del latino, facoltativo nella terza classe. Solo con il latino, però, era possibile accedere al ginnasio-liceo.
Il problema fu risolto dopo 15 anni, nel 1977, quando fu definitivamente soppresso dal piano di studio della scuola media.

Obiettivi della riforma
Entro il 1975:
· estendere a tutti i ragazzi in età 11 - 14 anni l’istruzione obbligatoria
· portare all’80% dei coetanei i numeri dei licenziati di scuola secondaria inferiore
· aumentare:
del 120% i licenziati annui delle scuole professionali,
del 150% i diplomati annui degli istituti tecnici,
del 60% i maturati annui degli istituti umanistici,
del 120% il numero dei laureati
Che cosa si studiava
Le nuove materie di studio:
§ osservazioni e elementi di scienze naturali
§ educazione artistica
§ applicazione tecnica e educazione musicale (obbligatorie)

Il piano di studi prevedeva inoltre le seguenti materie: religione, italiano, storia e educazione civica, matematica, lingua straniera, educazione fisica, latino dalla terza media facoltativo.

· L’innalzamento dell’obbligo
La soglia dei 14 anni è rimasta invariata per quarant’anni

L’istruzione obbligatoria

Nel 1963
· In Francia fino a 16 anni
· In Urss fino a 17 anni
· In Usa fino a 19 anni
· In Italia - dal 1° ottobre 1963 fino a 14 anni
Il progresso raggiunto - si legge sull’Avanti del 28 dicembre 1962 - è notevolissimo: non possiamo però dormire sugli allori.

Nel 2003
§ Francia - fino a 16 anni
§ Germania - fino a 19 anni
§ Gran Bretagna - fino a 16 anni
§ Belgio - fino a 18 anni
§ Italia - dal gennaio 1999 fino a 15 anni

· Effetti della riforma
Sui banchi di scuola, il 30% in più dei ragazzi

Nel decennio immediatamente successivo alla riforma la popolazione italiana è cresciuta del 6,5%, mentre i frequentanti della scuola media unica sono cresciuti del 32,6%.
In trent’anni (1961- 1991, dati riferiti all’ultimo censimento nazionale) per effetto dell’allargamento degli sbocchi previsto dalla riforma si sono triplicati gli studenti che hanno conseguito la licenza di scuola media inferiore. Stesso trend, sebbene con dimensioni più ridotte, ha riguardato i laureati che sono passati dal 1% al 4% della popolazione.
Nell’anno scolastico 2001- 2002, 1.800.000 ragazzi hanno frequentato le medie insieme a 38.926 allievi di cittadinanza straniera.

· Istruzione superiore
1963: dall’accesso per pochi a diritto per tutti
2003: ancora il 57% degli italiani ha un titolo di studio inferiore al diploma


La frequenza della scuola secondaria superiore ha subito un’accelerazione con l’entrata in vigore della scuola media unica: il tasso di incremento nel decennio predente l’approvazione della legge era stato del 36,61%, mentre nel decennio successivo si passa al 58,28%. Oggi, nonostante i progressi fatti poco più della metà degli italiani (57%) ha un titolo di studio inferiore al diploma. Peggio di noi, in Europa, la Spagna (il 65%). Vanno meglio la Gran Bretagna (18%), la Germania (19%) e la Francia (il 38%).

· Scuola: un cantiere sempre aperto
Dal 1861 a oggi almeno 223 significativi provvedimenti di sistema

Si sente spesso affermare che la scuola italiana sia rimasta sostanzialmente ferma, dopo la sua creazione e dopo la riforma Gentile: la cronologia dei provvedimenti legati alla scuola smentisce questo luogo comune, dimostrando come, tra i sei cambiamenti profondi di "architettura del sistema scolastico" dal1859 a oggi (legge Casati, leggi Gentile, legge Bottai, sistema post-bellico, leggi del ‘63, leggi del ‘68), vi sia sempre stato un lavoro di manutenzione, ora più superficiale, ora più profondo, non sempre in una direzione lineare, che ha tenuto sempre in stato movimento la scuola e chi ci lavora ogni giorno.

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DICHIARAZIONE DI MASSIMO DI MENNA (UIL SCUOLA)

Dalla riforma del ’63 una lezione per chi vuole cambiare la scuola italiana
La scuola secondaria è la vera riforma mancata

La riforma della scuola media unica del 1963 è stata una conquista di democrazia e di crescita sociale e civile per il nostro Paese e ha posto le basi per una scuola nazionale, gratuita e per tutti.
Alcuni aspetti di quella riforma hanno introdotto cambiamenti radicali nel nostro sistema dell’istruzione: l’obbligo a 14 anni, l’idea di una scuola in ogni Comune, l’integrazione dei disabili, la definizione del nuovo modello attraverso la sperimentazione e il coinvolgimento degli insegnanti.
Ora come allora, l’esigenza - sottolinea il segretario generale della Uil Scuola - è quella della qualità e della modernizzazione della scuola italiana, quella statale e nazionale.
L’analisi della riforma della scuola media unica dà indicazioni importanti per valutare i processi di cambiamento di oggi. Non basta un ‘no’ o un ‘sì’. La riforma deve essere realizzata, in primo luogo, con il coinvolgimento degli insegnanti e di chi ogni giorno lavora a scuola.
Il processo riformatore passa attraverso il nodo delle risorse, l’articolazione di nuove funzioni, il riconoscimento dell’impegno, certamente arricchito dalla progettazione collegiale, ma che deve riguardare la funzione specifica dell’insegnante, quella svolta in classe con i ragazzi.
Occorre fare ancora molto per assicurare livelli di istruzione adeguati al nostro Paese.
La vera competitività sarà determinata dal grado delle conoscenze, dai livelli di istruzione, da una formazione continua.
Su tutto ciò l’Italia rischia ritardi. Della popolazione italiana in età lavorativa il 40% ha un diploma e il 10% una laurea. Francia e Germania hanno l’80% e il 30%.
La riforma della scuola media ha fatto fare un passo in avanti al nostro Paese nel ’63, oggi la nuova alfabetizzazione passa dalla sua modernizzazione e da una nuova secondaria che guardi all’Europa. Quella della secondaria, è oggi, la vera riforma mancata.
Occorre un approccio riformista, la Uil Scuola rilancia la propria proposta per una scuola per tutti:
- elevare l’obbligo scolastico;
- prevedere un percorso integrato tra istruzione e formazione professionale (mentre l’attuale proposta li lascia correre in modo parallelo)
- realizzare percorsi di studio nel post secondario non universitario e nella formazione tecnico professionale superiore.

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La scuola media nel 2003
6 proposte Uil Scuola per la modernizzazione

§ Mantenere le scuole medie anche nei piccoli Comuni
La Uil Propone che la legge sui piccoli Comuni, in discussione in questi giorni, lo preveda espressamente.

§ Valorizzare l’autonomia
La nuova norma costituzionale la rafforza. Va favorita la flessibilità didattica, con organico funzionale, per ampliare approfondimento, sostegno, recupero e potenziamento nell’offerta formativa.

§ Rafforzare le competenze
Vanno rafforzate le competenze linguistiche, tecniche e scientifiche come ci suggeriscono i dati Ocse evitando che ci sia una riduzione delle ore di insegnamento a ciò necessarie.

§ Inglese e informatica per tutti
La modernizzazione della scuola media passa attraverso lo studio dell’informatica, dell’inglese e di una seconda lingua comunitaria per tutti e per una gestione critica e consapevole delle nuove tecnologie.

§ Puntare sulla sperimentazione
La riforma deve prevedere una sperimentazione che coinvolga davvero scuole e insegnanti.

§ Riconoscere le professionalità
Finanziamenti per riconoscere la professionalità degli insegnanti, con un buon contratto, innalzamento delle retribuzioni, autoaggiornamento, defiscalizzazione, ingresso gratuito nei musei.
Va modernizzata la funzione amministrativa e il funzionamento delle scuole riconoscendo, anche economicamente, i nuovi impegni richiesti al personale ATA.


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Mail: redazione@edscuola.com
Date: 31 Jan, 2003 on 19:34
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