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COBAS Scuola: Comunicato 28 gennaio 2003
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1. COBAS Scuola: Comunicato 28 gennaio 2003
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La controriforma Moratti: una spada di Damocle

La tattica della ministra e del governo è quella dell'occultamento che si realizza in primo luogo nella legge delega già approvata dal Senato che consente la sottrazione al Parlamento, ed al Paese, la conoscenza, il dibattito, la iniziativa politica e sindacale ottenendo per il governo una delega in bianco per la controriforma di tutto il sistema scolastico. L'impianto della controriforma è e resta quello disegnato dai documenti cosiddetti Bertagna e viene confermato da una miriade di provvedimenti amministrativi in corso: la legge cosiddetta sulla licenziabilità (L.268/2002), il decreto sulla sperimentazione nelle scuole elementari etc. Dallo stato delle cose desumibile dai documenti finora pubblicati dal ministero ad essere più penalizzata dalla controriforma è la scuola superiore. Gli obbiettivi più distruttivi sono:
a) La cancellazione dei titoli di studio terminali e professionalizzanti (periti, ragionieri, geometri etc) che erano conseguibili al termine del percorso scolastico negli Istituti Tecnici e negli Istituti Professionali, questi titoli potranno essere conseguiti soltanto a conclusione di un percorso universitario.

b) La regionalizzazione di tutta l'Istruzione Professionale di stato (25% degli studenti) e di 27 indirizzi su 39 degli Istituti Tecnici (35% degli studenti). La regionalizzazione comporta da un lato la privatizzazione, infatti le regioni finanziano ma non gestiscono la formazione professionale che sarà gestita interamente da aziende e enti confessionali o di emanazione sindacale. Dall'altro il degrado a rango di allievi dei centri di F.P. di oltre il 60% di tutti gli studenti delle superiori, infatti i Centri Professionali Regionali rilasceranno solo qualifiche addestrative che costringeranno ad una permanente subalternità e marginalità i giovani che le conseguono.

c) La cancellazione del valore legale del titolo di studio, antico obiettivo della Confindustria.

La cancellazione si spingerà oltre i titoli di studio scolastici e includerà anche quelli universitari, la pratica delle professioni sarà legata al sistema di cooptazione nelle corporazioni gestite dagli ordini professionali.

d) Il taglio consistente al percorso scolastico, diminuiscono le ore settimanali ed annuali (il primo documento Bertagna prevede 825 ore annue, 25 settimanali, rispetto alle 990/1320 attuali per un orario settimanale di 30/40 ore). Un tempo scuola concepito con questa misura ha come esito da una parte l'eliminazione di alcune e il contenimento di altre discipline, la banalizzazione di saperi e dall'altra l'imposizione di una didattica modulare acefala e autoritaria.

Tutti questi obiettivi erano presenti nella controriforma Berlinguer e fortemente appoggiati dalla Cgil e Cofferati in prima persona, non sarà facile quindi per gli insegnanti trovare alleati o sponde istituzionali per combattere questa controriforma. L'attacco agli ordinamenti della scuola superiore avrà una ricaduta negativa sulla scuola tutta, la perdita di significato e di "senso" che colpisce la scuola renderà periferica e marginale anche il suo ruolo sociale.

Per gli altri ordini di scuola ci limitiamo a queste poche ma gravi considerazioni.

a) Il testo parlamentare della controriforma Moratti nasconde, con il pretesto della modifica degli ordinamenti, il fatto che verranno profondamente cambiati gli Orientamenti della scuola dell'infanzia ed i Programmi della scuola elementare e media. Si tratta di testi di cui nessuno chiedeva lo stravolgimento, tutti relativamente recenti esprimevano scelte educative e pedagogiche maturate nel corso di una decennio di lotte che avevano posto al centro la scuola pubblica, il suo carattere democratico e popolare, in funzione di una crescita culturale, critica e armonica dei giovani.

b) L'anticipo dell'iscrizione dei bambini alla scuola dell'infanzia ed alla scuola elementare realizza la distruzione del loro impianto pedagogico. Fa regredire la scuola dell'infanzia a servizio meramente assistenziale in condizioni demenziali. Si provi a pensare una classe di 28 bambine con 9 bambini che hanno 2 anni e mezzo non autonomi dal punto di vista fisiologico, che non sanno salire le scale e che dovrebbero stare negli asili nido in cui il rapporto tra educatori adulti e bambini è 1/6 e non 1 a 28. Altrettanto demenziale e distruttivo sarà avere in prima elementare bambini che non abbiano maturato nel gioco e nella vita sociale il sistema simbolico del livello necessario perché scrittura e numeri vengano appresi attraverso una elaborazione personale e non violentemente eterodiretta.

c) La diminuzione del "tempo scuola". L'opposizione e gli scioperi contro le prime versioni "Bertagna I e II" hanno ridotto a più miti consigli la Ministra e i suoi suggeritori. Le 825 ore annue iniziali sono diventate 990 per le elementari (891 per la prima classe) e 900 ore annue per le scuole medie. Ma scompaiono materialmente e concettualmente il Tempo pieno e il tempo prolungato che costituiscono un modello pedagogico e didattico irrinunciabile ed una soluzione insostituibile a bisogni sociali incomprimibili. Le 200 ore in più previste nelle medie alludono chiaramente ad un doposcuola in aperta antitesi con l'impianto e la filosofia del tempo prolungato.

d) L'insegnante prevalente nelle scuole elementari non solo allude ad una inedita e nefanda gerarchizzazione tra le maestre ma ripropone il maestro unico, visto l'impegno orario nella classe (693 ore l'anno almeno su 891 in prima, 594 ore almeno nelle altre classi). In più scompaiono la contitolarità, la compresenza, la collegialità. L'insegnante prevalente sarà anche il Tutor degli alunni, l'unico titolare dei rapporti con i genitori, il compilatore della valutazione e del portfolio, il coordinatore degli altri insegnanti. Lo stesso nella scuola media dove addirittura il tutor si sostituisce al consiglio di classe abolito. Con i che si mette una pietra tombale sulla cooperazione educativa, sulla collegialità su un modello di scuola democratica e popolare alla quale sono stati riconosciuti grandi meriti in tutti i paesi in cui viene sperimentata.

Gli emendamenti del governo: conformismo, carriera e clericalizzazione

Come se non bastasse ancora prima che il testo approvato al Senato passi alla Camera dei deputati il Governo in sede di commissione sta portando pesanti emendamenti al testo approvato. Il Disegno di Legge, quindi, non arriverà all'aula dei Deputati prima del 15 febbraio.

Gli emendamenti "pesanti" dovrebbero essere due uno proposto dalla stessa Ministra Moratti ed uno dalla Relatrice Angela Napoli (A.N.). L'emendamento della Ministra dovrebbe riguardare la "Carriera" degli insegnanti. Fondamento della carriera sarà la distinzione tra "insegnati "Full Time", con capacità professionali elevate, potranno aspirare a contratti di eccellenza, con stipendi fino a sfiorare il raddoppio" ed insegnanti subalterni che potranno anche essere bravi ma che in fin dei conti si occupano solo di insegnare per 18/25 ore settimanali a studenti ed alunni. La Ministra per esemplificare dice: "queste figure di sistema sono già operanti nella scuola, sono i collaboratori del preside, i coordinatori della didattica, tutor, insegnanti esperti, responsabili di biblioteca …". Come si vede l'idea è che facendo solo gli insegnanti non si campa, per avere uno stipendio dignitoso o si diventa clienti del preside o bisogna raddoppiare l'orario facendo un altro lavoro. A parte il metodo, legislativo anziché contrattuale, non c'è' grande diversità, se non in peggio con il concorsaccio di berlingueriana memoria, bocciato e seppellito dalle lotte dei Cobas e degli insegnanti insieme al ministro che lo aveva proposto. La rappresentante di Alleanza Nazionale vorrebbe con il suo emendamento inserire nella legge il nuovo codice di deontologia professionale. La commissione presieduta dal Cardinale Tonini ha finito il proprio lavoro e quale occasione migliore della controriforma per inserire il codice e mettere la "mordacchia" agli insegnanti. Ricordiamo ai colleghi che i codici deontologici sono un residuo che serve a regolare essenzialmente le libere professioni. La libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione significa che i docenti rispondono con il loro operato alle leggi della Repubblica. Leggi che come sappiamo non sono poche; Codice Civile e Penale, Ordinamenti e Programmi scolastici, Contratti ed una pletora di normativa secondaria emessa dal Ministero. Evocare il Codice Deontologico, perdipiù predisposto dal Cardinale TONINI, serve solo ad intimidire i docenti e clericalizzare la scuola pubblica, in tutti i casi a promuovere il conformismo governativo. Ricordiamo ai colleghi che 20 anni fa su spinta del Presidente della Repubblica Pertini fu abolito il giuramento alla Costituzione perché diceva il Presidente gli insegnanti devono essere liberi anche di criticare la Costituzione.


CON INIZIATIVE E MANIFESTAZIONI IMPONIAMO

· IL RITIRO DELLA CONTRORIFORMA

· L'OBBLIGO SCOLASTICO FINO A 18 ANNI E IL PRESALRIO AGLI STUDENTI OLTRE I 16 ANNI

· LA SALVAGUARDIA E LO SVILUPPO DELL'ISTRUZIONE PROFESSIONALE E TECNICA DELLO STATO

· LA SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEI TITOLI DI STUDIO PROFESSIONALIZZANTI CONSEGUITI AL TERMINE DEL PERCORSO SCOLASTICO

· ESPLICITO RICONOSCIMENTO E SVILUPPO DEL TEMPO PIENO E TEMPO PROLUNGATO NELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE

· IL RISPETTO DELLE ETA' E DEI TEMPI DI APPRENDIMENTO CONTRO LE VELOCIZZAZIONI MERCANTILISTICHE DISTRUTTIVE DELL'AUTONOMIA PERSONALE E COGNITIVA

· L'ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DI TUTTI I PRECARI CHE LAVORANO SU POSTI VACANTI

· IL RICONOSCIMENTO DELLA SCUOLA COME ISTITUZIONE DELLA REPUBBLICA, COMUNITÀ' EDUCANTE FONDATA SUL METODO DEMOCRATICO, LA COLLEGIALITÀ', LA COOPERAZIONE EDUCATIVA, CONTRO LA FALSA AUTONOMIA/AZIENDALIZZAZIONE DELLE SCUOLE


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Date: 28 Jan, 2003 on 19:08
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