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Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani: Comunicato 25 gennaio 2003
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1. Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani: Comunicato 25 gennaio 2003
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Il gruppo di Lavoro sulla Scuola dell'ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani - ringrazia il Consiglio della Facoltà di Lettere dell'Universita' di Torino per l'oculata ed appropriata segnalazione sulla mancata valorizzazione del dottorato di ricerca in tutti i settori professionali, tra cui quello dell'insegnamento scolastico. L'ADI-Scuola auspica che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e l'intera compagine governativa recepiscano adeguatamente la delibera dell'ateneo torinese, e si adoperino affinché vengano emanati provvedimenti legislativi ed amministrativi che tengano in adeguata considerazione il valore aggiunto del titolo di studio di più alto livello conseguibile in Italia. ADI-Scuola


MOZIONE DELLA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA DELL'UNIVERSITA' DI TORINO SULLA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE DEL TITOLO DI DOTTORE DI RICERCA

(approvata all'unanimità nella seduta del 24 gennaio 2003)

"Dottore di ricerca" è attualmente il titolo di studio di più alto livello rilasciato in Italia (ai sensi della legge 19 novembre 1990, n. 341. Eppure questo titolo non ha alcuna spendibilità (al di fuori del naturale sbocco accademico, di fatto però quasi azzerato dallo scarso reclutamento di nuovi ricercatori) nel mondo del lavoro: né in quello legato all'istruzione né, in generale, nel settore pubblico. Ciò avviene nonostante le attività legate al dottorato abbiano un innegabile legame con l'insegnamento e nonostante quello di Dottore di Ricerca sia un titolo ulteriore rispetto alle lauree di primo e secondo livello e quindi, come tale, dovrebbe essere considerato preferenziale nei concorsi. Già dopo i primi dieci anni di dottorato italiano il prof. Giuseppe Zerbi, coordinatore del dottorato di ricerca del Politecnico di Milano, rilevava la differenza rispetto ai paesi anglosassoni dove "nell'industria,negli enti di ricerca di stato o privati, negli ospedali, nella scuola superiore, nei musei, negli archivi, nella stampa, nella televisione etc. vengono riservati posti preferenziali per i Ph. D.".

Il forte imparentamento fra Dottorato di ricerca e insegnamento nella scuola secondaria era inizialmente riconosciuto da un'ordinanza ministeriale (del 29 dicembre 1994, n. 371) che attribuiva a ogni anno di frequenza del dottorato un punteggio pari alla metà di quello attribuito al servizio effettivamente svolto presso la scuola e in più, alla fine, un ulteriore punteggio per il conseguimento del titolo. Non solo: nei criteri di scelta del personale docente da destinare alle supplenze presso le scuole elementari e gli istituti di istruzione secondaria i titoli erano diversificati e comprendevano il voto di laurea, le borse di studio, la specializzazione e il Dottorato di ricerca. Questo legame naturale fra insegnamento e ricerca - implicito nelle mansioni svolte dai dottorandi, fra cui le attività seminariali, la partecipazione a congressi in veste di relatori, la pubblicazione di saggi e articoli di carattere scientifico, il coinvolgimento diretto nelle attività di aggiornamento destinate agli insegnanti di scuola secondaria - si è interrotto quando il decreto ministeriale emesso nel 2000 (27 marzo 2000, n. 123) ha stabilito l' esclusione, nel conferimento degli incarichi a tempo determinato, di tutti i titoli di merito a vantaggio dei titoli di servizio (oltre che, naturalmente, al voto di abilitazione) considerando pertanto nulla l' attività di ricerca ai fini del conferimento di un punteggio nella scuola. Questa situazione ha avuto come esito più immediato l'esclusione dei dottori di ricerca dall'ultimo corso-concorso per l'insegnamento nella categoria riservata, alla quale potevano accedere coloro i quali avessero maturato 365 giorni di servizio, o dai passati corsi abilitanti. In un contemporaneo sforso di razionalizzazione le SIS hanno sostituito (forse provvisoriamente) ogni altra forma di reclutamento dei docenti, con risultati apprezzabili ma con una indiretta e specifica conseguenza negativa: hanno escluso il titolo

di Dottore di ricerca come uno dei possibili canali di accesso all' abilitazione e, di conseguenza, all'insegnamento (penalizzando inoltre i candidati di un'età superiore rispetto a quella media dei neo-laureati, dato che le graduatorie a parità di punteggio escludono il candidato più anziano).

Di fronte alle attuali e diverse ipotesi di reclutamento degli insegnanti (biennio specialistico e anno di tirocinio) e in occasione delle positive aperture previste dal disegno di legge del senatore Basile (n. 1381 dellƎ maggio 2002), la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino ritiene importante insistere sulla necessità di attribuire al dottorato di ricerca una diversa collocazione nel settore pubblico in genere e nella scuola secondaria. Questa necessità implica in primo luogo la richiesta di conferire un maggiore valore al titolo di Dottore di ricerca come titolo privilegiato per la partecipazione a qualsiasi concorso in cui sia richiesto un alto grado di specializzazione. Questo potrà essere espresso sotto forma di punteggio iniziale, o di equipollenza rispetto a un servizio prestato nel settore in cui viene bandito il concorso.

Per ciò che concerne la scuola - campo di speciale responsabilità della nostra Facoltà - vista l'estrema fluidità della situazione attuale delle ipotesi di reclutamento, la Facoltà suggerisce due prospettive:
a) nel caso in cui le SIS continuassero a costituire l'unico canale di accesso per conseguire l'abilitazione (andando così a sostituire definitivamente i concorsi per l'insegnamento), al titolo di Dottore di ricerca dovrebbe essere riconosciuta una equipollenza parziale con la Scuola di Specializzazione; in questo caso dovrebbe quindi essere considerato titolo abilitante con un anno di servizio o tirocinio presso un istituto scolastico e l'esame di stato che devono sostenere gli allievi delle SIS;
b) nel caso invece in cui le SIS fossero sostituite dal biennio specialistico integrato con un anno di tirocinio, il Dottorato dovrebbe essere inserito in questo itinerario formativo, riconosciuto come livello
superiore rispetto al biennio specialistico, ed eventualmente tornare ad
avere valore di servizio prestato nella scuola.


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Date: 26 Jan, 2003 on 07:38
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