Davvero un grande successo quello di oggi per la Confederazione Cobas, per RdB-Cub ma sopratutto per i lavoratori/trici della scuola e del pubblico impiego: centinaia di migliaia sono stati gli/le scioperanti (nella scuola, in particolare, da un significativo "campione" di alcune centinaia di istituti delle principali città, le percentuali degli aderenti allo sciopero raggiungono il 25%, certo meno del 40-45% del 18 ottobre, ma allora c'era uno sciopero generale indetto anche dalla Cgil, che invece oggi ha preferito starsene a casa per ricostruire l'unità con i firmatari del Patto per l'Italia, Cisl e Uil) e almeno 50 mila persone hanno manifestato a Roma, in un corteo vivacissimo e seriamente deciso a difendere scuola, sanità, strutture pubbliche e salari.
La scuola ha scioperato e manifestato per bloccare la distruttiva controriforma Moratti; per un contratto a favore di docenti ed Ata, che dia loro uno stipendio europeo (e subito un aumento di 300 euro netti mensili per tutti/e), il ripristino della scala mobile e un serio aggiornamento mediante anno sabbatico; per l'assunzione stabile di tutti i precari sulle cattedre vacanti e dei lavoratori ex-LSU, minacciati di licenziamento dopo esser stati supersfruttati per anni.E tutto il pubblico impiego è sceso in piazza per impedire la disgregazione regionalistica (la cosidetta "devolution") della scuola e della sanità pubbliche e per evitare che la Finanziaria tagli posti di lavoro, salario e strutture pubbliche, per le quali, invece, vanno vistosamente aumentati gli investimenti, a partire da scuola e sanità.
Insieme ai lavoratori/trici, migliaia di studenti hanno manifestato contro la politica scolastica di Moratti. E tutti insieme hanno protestato contro l'attacco al movimento antiliberista ("no-global"), colpito, con i 23 arresti ordinati dalla magistratura di Genova, per l'ennesima volta dalla persecuzione giudiziaria di apparati di potere che vorrebbero ridurre il movimento a mera "questione di ordine pubblico", per dividerelo e spingerlo a reazione scomposte e facilmente isolabili. In realtà, la convinzione comune espressa è che il movimento antiliberista proseguirà con una grande, pacifica ed unitaria mobilitazione di massa fino a quando tutti e tutte saranno liberati/e.
6 dicembre 2002
Piero Bernocchi
portavoce nazionale Cobas scuola
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