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ANDIS: Comunicato 30 novembre 2002
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1. ANDIS: Comunicato 30 novembre 2002
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L’ANDIS SULLA REGIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO

In avvio del dibattito parlamentare sulla riforma costituzionale del sistema scolastico italiano per la devoluzione alle Regioni di competenze tradizionalmente riservate allo Stato, l’ANDIS, l’Associazione Nazionale dei Dirigenti Scolastici, non può sottrarsi dall’esprimere il proprio giudizio, peraltro risalente al suo stesso costituirsi associativo e rinvigorito nel tempo dal confronto statutario e dalla riflessione professionale.

L’ANDIS non nutre rimpianti per il vecchio assetto burocratico che ha caratterizzato la scuola italiana dal suo sorgere risorgimentale fino alle soglie del 2000. Lo rispetta, ne apprezza profondamente il ruolo insostituibile nella costruzione ardita di un’identità nazionale altrimenti irrealizzabile, pur tuttavia negli anni ’90 del suo decadere non ne ha in nessun modo preso le difese. Non lo ha fatto perché da tempo l’ANDIS aveva maturato un’idea di riforma del sistema scolastico tesa a conciliare la funzione di tutela istituzionale – da conservare al potere politico e amministrativo statale – con un’ autonoma funzione di servizio di cui investire ogni singolo istituto scolastico.


Autonomia della scuola e Dirigenza scolastica sono diventati così due obiettivi, tra loro interconnessi e reciprocamente complementari, che l’ANDIS ha tenacemente perseguito e poi visto realizzarsi – con la legge Bassanini del ’97 - nel "triangolo delle autonomie" tra Amministrazione statale, Istituti scolastici ed Enti Locali territoriali (Comuni, Province e Regioni). Un triangolo equilatero all’interno del quale il programma e l’organizzazione nazionale dell’istruzione si integra con le esigenze formative dell’utenza e della comunità locale attraverso l’autonomia funzionale dei singoli istituti scolastici. Questo il quadro della riforma che ha convinto l’ANDIS senza tuttavia disarmarla delle sue cautele. Il successo della riforma del ‘97 non è affatto assicurato. Di ciò l’ANDIS è fin troppo consapevole quando oggi non cessa di mettere in guardia i Dirigenti scolastici dai sussulti vetero-burocratici di taluni Direttori regionali, da un lato, e dalle avventate incursioni sui terreni dell’autonomia riservata agli istituti scolastici, dall’altro lato del triangolo.


L’Autonomia scolastica non è un regalo: è una sfida, una difficile sfida da affrontare solo se si crede nella costruzione di una scuola che sappia sorprendentemente essere, allo stesso tempo, uguale e diversa: uguale, nelle opportunità da garantire ad ogni suo giovane e giovanissimo studente, quale che sia il contesto geografico ed economico in cui essa operi; diversa, per quanto siano diverse le domande e le aspettative socio-culturali di una comunità rispetto alle altre. Ebbene, il tratto di "uguaglianza" non può derivare alla scuola che dal suo essere organo istituzionale, statalmente garantito e sorretto; il tratto di "diversità", dal suo poter agire autonomamente in sintonia con le vitalità territoriali.


Ed ora, la "devolution":

- che, premendo contemporaneamente sui due lati delle competenze dello Stato e di quelle della Scuola autonoma, schiaccia il "triangolo delle autonomie" sull’espansione del potere regionale, vanificandone l’equilateralità;

- che, di conseguenza, esaltando nella geografia nazionale delle scuole il valore della "diversità", indebolisce perciò tutti i meccanismi perequativi – umani, finanziari, strumentali – che solo un governo nazionale del sistema, democraticamente orientato, è in grado di garantire;

- che, spezzando il patto di legge sulla equilateralità tra i soggetti in gioco e affidando alle politiche regionali il potere di organizzare e gestire domani il servizio scolastico, sparge nebbie di incertezza sul futuro della stessa autonomia delle scuole e, conseguentemente, sulle sorti della dirigenza scolastica.


Al termine di una inconclusa quanto inconcludente stagione di frenesia riformatrice nella quale la scuola italiana - tradizionalmente consuetudinaria, lenta e forse anche un po’ saggia nei suoi spostamenti, è stata spinta e strattonata dall’una e dall’altra parte esprimendo spesso disorientamento e incomprensione, quest’ultimo potente tentativo di scossone istituzionale rischia davvero di produrre effetti di collassamento nell’intero sistema.


Quanto all’ANDIS, se dovrà essere devolution, la "sfida dell’autonomia" non potrà che ridiventare ancora, testardamente, caparbiamente: "sfida per l’autonomia".


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Date: 01 Dec, 2002 on 02:28
ANDIS: Comunicato 30 novembre 2002
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