Lo sciopero filo-governativo nella scuola: un fallimento annunciato Dispiace sempre, quando uno sciopero fallisce, per chi ha scioperato convinto di lottare per cambiare in meglio l’esistente. Ma quando, come oggi nella scuola, a convocare lo sciopero sono sindacati filo-berlusconiani (Cisl, Uil e Snals) che hanno firmato con il governo il famigerato “Patto per l’Italia”, il fallimento era prevedibile e scontato. Tre sindacati che, insieme alla Gilda anch’essa promotrice dello sciopero, solo due anni fa avevano raccolto nelle elezioni delle RSU scuola circa il 65% di voti, sono stati seguiti nello sciopero di oggi da poco più del 10% della categoria: e nelle due manifestazioni nazionali promosse, sono scese in piazza poche centinaia di docenti in tutto.
In realtà, dopo aver sostenuto fino a poche settimane fa la politica della Moratti e le sue controriforme,questi sindacati hanno promosso lo sciopero di oggi con l’unico intento di indebolire e dividere quello che sarà il vero sciopero della scuola, convocato da Cobas e da Cgil per il 18 ottobre: e a tal fine alcuni di loro hanno addirittura usato ignobili menzogne a proposito di fantomatiche mega-multe che avrebbero dovuto essere comminate agli scioperanti del 18. Smantellate rapidamente tali spudorate e strumentali invenzioni, la categoria, nella sua stragrande maggioranza, non si è fatta ingannare da chi si è accordato con Berlusconi contro i lavoratori e da chi, fino a ieri, ha spalleggiato la Moratti. E ora docenti ed ATA si apprestano a scioperare venerdi 18 contro una Finanziaria che intende disgregare la scuola e le altre strutture pubbliche, contro il Patto per l’Italia, per impedire la controriforma Moratti, per cancellare la legge di parità, per un contratto che preveda consistenti aumenti salariali verso uno stipendio europeo, per l’assunzione sui posti disponibili di tutti i precari, per l’aumento degli organici ATA, per l’estensione a tutti dell’art.18, contro la guerra all’Iraq.
All’interno del grande sciopero generale che coinvolgerà il 18 ottobre milioni di lavoratori/trici, i Cobas e il sindacalismo di base hanno indetto quattordici manifestazioni regionali di piazza (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna).
Piero Bernocchi
Portavoce nazionale Cobas scuola
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