Il Ministero di viale Trastevere ha deciso di mettere al bando le associazioni culturali “non in linea” con le scelte di politica scolastica del governo Berlusconi e così, nel “concedere” i 100 comandi a disposizione ogni anno per le associazioni culturali e professionali, taglia non a caso proprio quelli di chi ha dimostrato di essere una voce alternativa e antagonista.
Il Centro studi per la scuola pubblica (CESP) - il cui nome suona certamente blasfemo per chi difende la scuola di pochi a discapito della scuola di tutti/e - nonostante abbia avuto nell’ultimo triennio un unico comando, con l’esonero di un docente a rotazione (la difesa del pubblico si sa non piaceva troppo neppure al precedente governo), ha avuto in questi soli tre anni una diffusione territoriale nazionale di incredibile portata ed ha raccolto al suo interno migliaia di adesioni da parte di insegnanti che si sono riconosciuti pienamente nel progetto dell’associazione.
In questo periodo si sono svolti convegni nazionali che hanno visto la partecipazione di docenti universitari italiani e stranieri, sono stati pubblicati vari volumi contenenti gli atti degli stessi convegni e i contributi ricevuti, sono state gettate le basi per un progetto scuola alternativo sia a quello del governo di centro-sinistra sia a quello dell’attuale maggioranza, ci sono stati richiesti decine di convegni provinciali e sono nati così i “Quaderni Cesp”, attraverso i quali si è voluto dar voce alle esperienze concrete di chi fa scuola “sul campo”.
Abbiamo appunto fatto ciò che nella norma non si dovrebbe: creare coscienza critica, diffondere consapevolezza, rifiutare l’omologante immagine di una scuola che sacrifica il sapere alla merce e la democrazia ad una miope gestione aziendalistica.
Il risultato è stato quello di vedere annullato anche l’unico comando in nostro possesso, senza alcuna motivazione poiché - hanno risposto laconicamente per telefono alcuni funzionari - : “la scelta del Ministro è discrezionale, in quanto politica e non soggetta a criteri oggettivi “.
Nonostante la risposta abbiamo richiesto formalmente (in base alla legge sulla trasparenza), di conoscere le motivazioni dell’esclusione e di ricevere un elenco dettagliato delle associazione che hanno ricevuto i comandi con i nominativi di coloro che ne usufruiscono, (visto che sono pagati con soldi pubblici e che operano pubblicamente su progetti che sono di interesse pubblico).
Per quanto ci riguarda assicuriamo i nostri aderenti: la nostra è un’associazione militante e non sarà certo un esonero a mettere in discussione i numerosi interventi già programmati.

22-08-2002

Anna Grazia Stammati
(Presidente CESP)