"La Cida, al momento dell'approvazione definitiva della legge di riforma della dirigenza statale, ribadisce il suo netto dissenso nei confronti della filosofia ispiratrice del provvedimento".

Queste le parole di Giorgio Rembado, Vice Presidente della Confederazione Italiana Dirigenti di Azienda (Cida) sulla legge di riforma appena licenziata dalla Camera dei Deputati.

"In particolare ribadiamo la nostra totale contrarietà per quella parte della legge che vìola i principi costituzionali della imparzialità della pubblica amministrazione e del riconoscimento dell'autonomia dell'azione dirigenziale. La violazione della Costituzione è stata perpetrata attraverso l'introduzione di un rapporto fiduciario tra il Governo e tutta la dirigenza di prima fascia e attraverso la previsione della rotazione degli incarichi dei dirigenti. di seconda fascia.

La Cida inoltre contesta la riduzione della durata degli incarichi dei dirigenti che contribuisce a rendere estremamente precaria la funzione del dirigente e ad impedire la valutazione dei risultati della sua azione.

Tutto il provvedimento appare così ispirato a legare fiduciariamente il dirigente alla maggioranza di Governo e a non farlo rispondere direttamente nei confronti del cittadino."

"La Cida" - continua Rembado- "manifesta inoltre la sua preoccupazione per l'assenza di norme attuative e per il difficile raccordo tra la normativa previgente e la nuova legge. Sul piano sindacale la Cida si impegna a vigilare affinché tutti i provvedimenti relativi alla cessazione degli incarichi siano motivati e affinché vi sia la dovuta chiarezza sulle competenze e sui poteri dei dirigenti in questa prima fase attuativa non solo per la tutela degli interessi dei dirigenti ma anche ai fini dell'affidamento nei riguardi dei cittadini terzi".

"I pochi motivi di apprezzamento - conclude il Vice Presidente della Cida -sono riconducibili al riconoscimento di una contrattazione separata per i professionisti dipendenti, i quadri e per il superamento dell'annosa questione del personale del ruolo ad esaurimento, richieste queste che la Cida aveva sostenuto da anni in tutte le sedi politico-istituzionali.