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APEF: Comunicato 24 novembre 2001
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1. APEF: Comunicato 24 novembre 2001
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APEF Associazione Professionale degli Insegnanti


A PROPOSITO DI “MATERIE CONTRATTUALI”

Desta qualche perplessità il Comunicato Stampa del 23.11.’01, a firma dei Segretari Confederali Cgil-Cisl-Uil del Pubblico Impiego.
Nella loro nota, della quale peraltro è condivisibile il richiamo alla necessità che la Finanziaria contenga le risorse per coprire il tasso di inflazione, compare infatti anche una singolare protesta perchè il Governo, a loro avviso, li esproprierebbe di alcune “materie contrattuali”. In particolare lamentano, le Confederazioni, che si introducano, per via parlamentare, e quindi senza negoziarli con Cgil-Cisl e Uil, una area contrattuale ed un Codice deontologico per gli Insegnanti.

La protesta confederale è preoccupante, perché denota il persistere, in questo nostro Paese, di una invadenza sindacale dalle origini lontane.
L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo, in cui pare che tutto debba essere oggetto di contrattazione sindacale. Poco manca che gli apparati ficchino il becco anche sulla quantità d’aria che i cittadini respirano. Il consociativismo, piaga endemica di un sistema votato da decenni alla deresponsabilizzazione, ha prodotto disastri di portata storica. L’esempio della riforma sanitaria degli anni ’70, concordata fra Governo e confederazioni, che diede luogo alla costituzione delle famigerate USL, valga per tutti.
Così, ancora oggi, qualcuno pretende che il viatico parlamentare, quello cioè dell’interesse generale, debba farsi da parte per far posto al viatico sindacale, che invece esprime, notoriamente, un interesse di parte.
E’ vero che, per prassi, i comparti e le aree, nel P.I., sono oggetto di negoziazione. Ma se i sindacati persistono nell’osteggiare la costituzione di un’Area di Contrattazione specifica per i Docenti, primo passo per la loro valorizzazione, e per la valorizzazione di quel bene collettivo che è la scuola, allora il Governo ha tutto il diritto di intraprendere la strada della sovranità popolare espressa dal Parlamento per realizzare un istituto che certamente vogliono sia la maggioranza degli Insegnanti che l’opinione pubblica.
Quanto poi alla pretesa confederale di contrattare il Codice Deontologico della categoria, qui si sfiora davvero il paradosso. I “Codici” sono normalmente espressi dagli Ordini Professionali. In mancanza di questi ultimi, sono prerogativa dell’Associazionismo di categoria. Certamente mai e in nessun luogo sono stati materia di contrattazione dei sindacati, il cui mestiere è (dovrebbe essere) solo quello di tutelare e contrattare il rapporto lavoro/retribuzioni. E se accade invece, purtroppo, che in Italia l’Ordine degli Insegnanti non esista, né c’è, salvo qualche rara eccezione, tra le quali l’ Apef, un associazionismo interessato alla questione, ben venga l’iniziativa di Governo e Parlamento, certamente da preferire alle burocrazie sindacali.
Così stando le cose, è lecito ipotizzare che analoga querelle si presenterà quando sarà posta la questione, che nessun sindacato ha mai voluto risolvere, dei nuovi profili professionali degli insegnanti, della loro carriera, e della diversificazione della funzione docente, che sono a tutt’oggi segnati da un appiattimento e da un egualitarismo ideologico che non ha riscontro in alcuna categoria professionale, in Italia e nel mondo. L’auspicio è che il Parlamento se ne occupi con sollecitudine, assumendosi la responsabilità piena delle riforme necessarie, al di là delle cosiddette “prassi consolidate”. Nell’interesse degli Insegnati stessi, della Scuola e del Paese.
E al Parlamento l’Apef farà riferimento, con le proprie riflessioni e competenze.

Roma, 24 Novembre 2001

Sandro Gigliotti
(Presidente)


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Date: 25 Nov, 2001 on 19:15
APEF: Comunicato 24 novembre 2001
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