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GILDA: Comunicato 20 novembre 2001
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1. GILDA: Comunicato 20 novembre 2001
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A proposito di un parlamentare bolognese, preclaro esempio di italica dedizione alla causa, che ha istituito un posto di ascolto per denunce anonime contro gli insegnanti che parlano male del Presidente del Consiglio… si potrà ancora dire:”piove, governo ladro!”


Càpita


Càpita che nelle scuole pubbliche italiane i docenti esprimano giudizi sulle cose del mondo. Giudizi ovviamente non univoci tra di loro, poiché gli insegnanti, come tutti i cittadini, sono liberi pensatori e la libertà non ha mai un unico contenuto.
Càpita quindi che alcuni giudizi siano condivisi dagli studenti e altri no.
Càpita anche, nelle scuole italiane, che si leggano dei quotidiani italiani e stranieri, di impostazione politica e culturale diversa, dove si possono trovare opinioni politiche, anche queste non univoche tra di loro.
Càpita, tutto questo, ormai da diverso tempo.

Più o meno da quando agli insegnanti non è più richiesto un giuramento di fedeltà ad un regime politico.
Più o meno da quando è nata la Costituzione dello Stato italiano, che al comma 1 dell’ articolo 33 afferma: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
Questo articolo riconosce all’ insegnante la libertà di esercitare le sua funzione , senza essere condizionato né da una verità ufficiale alla quale adeguarsi né da una dottrina, elaborata in altra sede e elevata a dogma, da riferire agli studenti.
Questo articolo è volto a salvaguardare il docente dalla possibilità che lo Stato gli imponga una “dottrina ufficiale” da trasmettere agli studenti. In questo senso il dibattito in sede di Assemblea Costituente è stato molto chiaro .
Dunque la libertà d’ insegnamento, intesa come libertà di pressioni o intromissioni da parte di altri soggetti, rientra nella “libertà di pensiero” (art. 21), quella libertà che la Corte Costituzionale riconosce come “la pietra angolare dello sviluppo democratico in quanto condizione del modo di essere e dello sviluppo della vita del Paese in ogni suo aspetto culturale, politico e sociale” (sentenze 31712/1982, n.257 e 23/05/1985, n. 159).


Non dovrebbe capitare che qualcuno, meno che mai parlamentari di quello Stato che la Costituzione dovrebbe rappresentare e rispettare, ignori tutto questo.
Non dovrebbe capitare che si ignorino i principi e i valori della scuola pubblica, dove viene praticata una sola “verità”: quella che riconosce, come valore supremo, la libertà di tutti e non solo di alcuni.

GILDA DEGLI INSEGNANTI


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Date: 20 Nov, 2001 on 20:13
GILDA: Comunicato 20 novembre 2001
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