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IL TEMA SCOLASTICO SULL’ODIO ANTIAMERICANO
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1. IL TEMA SCOLASTICO SULL’ODIO ANTIAMERICANO
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da La Stampa
Venerdì 21 Settembre 2001

DUE VOLTE VITTIME
IL TEMA SCOLASTICO SULL’ODIO ANTIAMERICANO

Pierluigi Battista

BUONA idea, quella di assegnare a scuola temi sulle carneficine di Manhattan e di Washington. Pessima idea, quella di assegnare il tema con un titolo ambiguo e capzioso come il seguente, menzionato dal Foglio : «Come è stato possibile che gli Stati Uniti siano riusciti a suscitare un odio così grande verso di loro?». Il fatto è che la domanda, così posta, contiene già una risposta: gli americani sono colpevoli anche quando sono vittime. Se la sono andata a cercare, si sono fatti odiare, hanno seminato ostilità e avversione, chi è causa del suo mal pianga se stesso. È il massacrato che ha armato la mano del massacratore, le Twin Towers hanno calamitato l’odio del mondo. Insomma, la domanda del tema induce lo studente a chiedersi in che cosa gli americani hanno sbagliato, come se i terroristi, alla fin fine, non è che abbiano del tutto torto ad odiare l’America. Si inverte l’ordine delle responsabilità: è la vittima che deve prima di tutto discolparsi e interrogarsi su che cosa abbia infiammato la mente del carnefice.
Chiunque sobbalzerebbe di indignazione se venisse chiesto agli studenti di svolgere un tema il cui titolo suonasse: «Cosa hanno fatto gli ebrei per meritarsi tanto odio da parte dei nazisti?». Chiunque capirebbe che c’è qualcosa di sbagliato, e di culturalmente infetto, in un tema che esigesse di rispondere alla seguente domanda: «Cosa hanno fatto i musulmani bosniaci per meritarsi la furia persecutoria di Milosevic?». Chiedersi perché gli armeni abbiano suscitato talmente tanto odio nei turchi da indurre questi ultimi a inaugurare il primo genocidio del Novecento, o perchè i kulaki russi abbiano messo a dura prova i nervi di Stalin, o perché i cristiani si siano comportati in modo tale da svegliare l’ira di Nerone, metterebbe in luce un modo distorto di porre le domande e finirebbe per spedire paradossalmente sul banco degli accusati le vittime dell’odio. Ma l’antiamericanismo pregiudiziale ha questo di caratteristico: l’impossibilità di concepire che gli americani possano essere vittime di qualcuno o di qualcosa.
Con il rischio di formulare interrogativi tremendamente simili a quello che qualche giorno fa campeggiava su un cartello issato a Islamabad durante una manifestazione di studenti pakistani pro-talebani: «Americans, why you are hated all over the world?». Chi odia si sente assolto, chi viene odiato muore due volte.


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Date: 21 Sep, 2001 on 06:39
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