Virus online, colpiti aziende ed enti governativi

MILANO - C’è un nemico senza volto dietro a «Nimda», il virus informatico che ha mandato in tilt migliaia di computer in tutto il mondo. L’attacco di hacker legati ad organizzazioni nemiche degli Usa era stato segnalato nei giorni scorsi dall’Fbi come «molto probabile». Ma Josh Ashcroft, il ministro della Giustizia americano, ha dichiarato che «non ci sono prove per ora che colleghino Nimda agli attacchi terroristici contro New York e Washington». Tuttavia, l’«infezione» è partita a una settimana esatta di distanza dall’ondata di terrore che si è abbattuta sugli Usa e sulle origini del virus sta indagando una speciale task force dell’Fbi. Nimda ha infettato in un giorno oltre 130 mila macchine. Migliaia di server sono stati completamente paralizzati. Colpiti indistintamente enti governativi e aziende. Le principali società che producono anti-virus hanno affibbiato a Nimda una patente di «alto rischio» e reso disponibili aggiornamenti per i software. Ma l’infezione prosegue, grazie alle peculiarità del virus. Nimda non si limita ad auto-replicarsi attraverso gli allegati di posta elettronica, ma infetta anche le pagine web di siti ospitati da alcuni tipi di server: la semplice navigazione propaga il contagio. Secondo John Ashcroft, Nimda potrebbe avere conseguenze peggiori del virus «Codice Rosso», che aveva causato danni per oltre 5 mila miliardi di lire.

Paolo Ottolina