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Scuola, rivolta contro i tagli
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1. Scuola, rivolta contro i tagli
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da Repubblica
Giovedì, 31 Marzo 2005

I PROBLEMI DELL´ISTRUZIONE

Scuola, rivolta contro i tagli

Occupato il Provveditorato, Di Stefano: "Servono più posti"

Seimila alunni non trovano posto i sindacati presidiano via Fattori "Occorrono almeno altre 250 classi"
"Qui si rischia il dramma sociale" Oggi l´incontro con l´assessore Pagano
Il direttore dell´istruzione in Sicilia lancia l´allarme alla Moratti Chiesto l´intervento di Cuffaro

SALVO INTRAVAIA

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Oltre 6 mila alunni siciliani il prossimo settembre resteranno fuori dalla scuola statale per mancanza di posti, per protestare i sindacati hanno occupato i locali dell´Ufficio scolastico regionale. La dura azione di protesta messa in atto ieri mattina da Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals regionali è stata pensata durante la sospensione delle lezioni per le vacanze di Pasqua. E alle pressanti richieste di nuovi posti in organico per il prossimo anno scolastico da parte delle organizzazioni sindacali, si aggiungono anche quelle di Guido Di Stefano, proconsole in Sicilia del ministro dell´Istruzione Letizia Moratti, che ha già inviato a Roma una richiesta per ottenere un contingente di circa 200 posti in più rispetto a quanto concesso dal ministero col decreto dello scorso 8 marzo. Ai sindacati, però, la richiesta di Di Stefano non basta. Secondo loro di nuovi posti in pianta organica ne servono «almeno il doppio».
Come anticipato l´altro ieri da "Repubblica", nell´assegnare in Sicilia le cattedre ai vari ordini di scuola per l´anno scolastico 2005-2006 il ministero dell´Istruzione, confidando nel calo delle iscrizioni, ha tagliato 416 cattedre e commesso due errori. Ha sbagliato la previsione sul numero di studenti che frequenteranno le scuole superiori e ha sovrastimato il calo demografico alla scuola elementare. Questi due fattori messi insieme non consentono, al momento, la formazione delle classi necessarie per accogliere tutti gli alunni dell´Isola che hanno chiesto l´iscrizione nelle scuole statali. «L´oggettività dei numeri dimostra che la scuola siciliana viene penalizzata», dice Eugenio Tumbarello della Uil. Dopo la riunione dello scorso 23 marzo, nel corso della quale era stato sollevato il problema, ieri mattina alle 9 una delegazione sindacale si è presentata in via Fattori per ascoltare da Di Stefano le novità. E di fronte al nulla di fatto, un´ora dopo, i rappresentanti sindacali hanno preso possesso della stanza al terzo piano dove lavora lo stesso Di Stefano, mentre al piano terra i delegati di tutte le province siciliane inscenavano un sit in di protesta. «Le organizzazioni sindacali regionali - si legge nel documento unitario - valutano questi ulteriori tagli, che lasciano più di 6 mila alunni fuori dalla scuola, di una gravità senza precedenti e tali da imporre l´intervento urgente e autorevole dei massimi rappresentanti istituzionali della Regione per evitare l´aggravarsi di quello che sta diventando un dramma sociale». Per Enza Albini, della Cgil «la difesa dei diritti, come quello al lavoro, comincia dalla scuola». «Si tratta di una questione - aggiunge Gianni Di Pisa, dello Snals - che interessa tutta la comunità regionale». I sindacati, comunque, puntano a coinvolgere nella vertenza il governo regionale e chiedono all´assessore regionale alla Pubblica istruzione, Alessandro Pagano, e al presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, di «farsi carico dei problemi della scuola siciliana già pesantemente penalizzata». Ma come sistemare i 6 mila studenti che risultano iscritti alle superiori in eccedenza rispetto al corrente anno scolastico? Tre le possibilità: stiparli nelle classi già esistenti - che in parecchi casi superano il numero di 30 o 35 alunni - lasciare che gli stessi emigrino verso le private o consentire la formazione di nuove classi. Ma per fare questo occorre l´autorizzazione del ministero che, secondo i sindacati, dovrebbe assegnare all´Isola almeno 500 posti per la formazione di 250 classi in più. «Il governo, specialmente al Sud, deve considerare la scuola una priorità sulla quale investire e non un luogo privilegiato per tagli e risparmi», ammonisce Angelo Prizzi della Cisl, mentre Candida Di Franco, dei Cobas, denuncia «il mancato rispetto delle norme per la formazione delle classi che risultano sempre più affollate». «Una adeguata dotazione organica - sostengono i sindacati - contribuisce a limitare il disagio sociale e la dispersione scolastica che in Sicilia ha raggiunto percentuali di gran lunga superiori alle medie nazionali». La protesta che all´inizio sembrava un atto simbolico, durante la giornata, si è trasformata in un vero e proprio braccio di ferro. I rappresentanti sindacali hanno deciso di passare in via Fattori anche la notte e di chiedere un incontro urgente con l´assessore Pagano e il governatore Cuffaro. «Finora abbiamo avuto soltanto momenti di interlocuzione che non ci possono indurre a interrompere la protesta. Stabiliremo il da farsi soltanto dopo avere incontrato Pagano e Cuffaro», dice Albini. Oggi, nel corso della mattinata, i sindacati dovrebbero incontrare l´assessore Pubblica istruzione, Pagano.


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Date: 31 Mar, 2005 on 07:13
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