Poliziotti agli ingressi a scuola più sicuri
Da oggi, giorno del rientro, il ministero degli interni dispone la sorveglianza

FRANCA SELVATICI

LA SCUOLA come luogo sicuro. E', oggi, una delle tante certezze in crisi. L'inquietudine serpeggia fra i genitori. E il ministero dell'interno l'ha fatta propria, organizzando una rete di sorveglianza negli istituti scolastici già a partire da oggi, primo giorno di scuola. Servizi di vigilanza davanti alle scuole, con poliziotti in borghese e pattuglie in divisa, funzioneranno anche a Firenze. Preoccupano tutte le forme di illegalità di cui scolari e studenti possono essere vittime o anche protagonisti. Nelle scuole frequentate dai più piccini i poliziotti dovranno tenere gli occhi aperti sul pericolo pedofilia. Sin dalle prime classi non sarà sottovalutato il fenomeno del bullismo. Sarà inoltre compito degli agenti vigilare sulle inosservanze dell'obbligo scolastico. In alcuni quartieri, Peretola per esempio, ci sono scuole nelle quali è elevatissimo il numero di bambini stranieri, cinesi e rom soprattutto, e talvolta la frequenza scolastica è rarefatta e aleatoria.
Nelle scuole medie e superiori i problemi cambiano. Resta, e qualche volta diventa drammatica, la questione del bullismo. Non solo nei quartieri a rischio. E' di due anni fa l'aggressione a un ragazzino davanti alla scuola media Carducci, in viale Gramsci. E' allarmante la piaga dei furti. In alcune scuole durante le lezioni di ginnastica i telefoni cellulari vengono consegnati all'insegnante che li mette al sicuro. Spariscono anche capi di abbigliamento, occhiali, denaro. Anche gli episodi di vandalismo sono in aumento.
Una delle grandi preoccupazioni dei genitori è il rischio che all'interno della scuola i figli - per imitazione, moda, conformismo - imparino a fumare, a bere alcool e a consumare droga. Arginare il fumo è uno dei problemi di molte scuole. I divieti ci sono, ma come farli rispettare? Chi può multare gli studenti che fumano ovunque, mettendo a rischio anche la salute dei compagni non fumatori? Una sorveglianza più assidua di polizia e carabinieri potrebbe contribuire a ripristinare il rispetto di alcune regole di convivenza.
La questione più spinosa resta comunque quella della droga, che circola in abbondanza durante le occupazioni, ma non solo. Se è relativamente semplice bloccare gli spacciatori che si piazzano nelle vicinanze delle scuole, molto più complicato è individuare gli studenti che si procurano la droga e la vendono ai compagni.
L'idea del ministero dell'interno è di fare del poliziotto una presenza amica. Il poliziotto nella scuola dovrebbe essere una figura che dà sicurezza, assicura il rispetto delle regole e offre aiuto a chi ne ha bisogno. E poiché fra gli studenti c'è molta diffidenza, e qualche volta anche ostilità, nei confronti delle forze dell'ordine (il rispetto delle regole viene spesso scambiato per repressione), il dipartimento di pubblica sicurezza, estendendo alle scuole il progetto della «Polizia di prossimità», cioè più vicina alla gente, replicherà i due progetti lanciati l'anno scorso, oggi tanto più necessari dopo la drammatica frattura del G8 a Genova: «Poliziotto: un amico in più», per far conoscere ai ragazzi il mondo delle forze dell'ordine, con visite nelle scuole e concorsi, e «Icaro» per l'educazione stradale nelle scuole medie e superiori.