Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
SCUOLA Gli editori in cerca di una riforma
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. SCUOLA Gli editori in cerca di una riforma
Reply to this topic with quote Modify your message
da Il Corriere della Sera
Lunedì, 17 Settembre 2001

INCHIESTA Dopo la sospensione dei cicli e il ritiro dei nuovi programmi per gli autori dei manuali e per gli insegnanti si è aperta una stagione di incertezza

SCUOLA Gli editori in cerca di una riforma

di CINZIA FIORI


C’era una volta, non molto tempo fa, un mercato tranquillo e abbastanza sicuro nel piccolo litigioso universo dell’editoria. Bastava azzeccare un’antologia, un manuale di storia o di matematica e per anni e anni, con lo sforzo di qualche aggiornamento, quel testo garantiva fama e prosperità alla casa editrice che l’aveva lanciato. Medioevo. Oggi sul campo dei circa 1.100 miliardi dell’editoria scolastica (valutati sui prezzi di copertina: quasi un sesto dei 6.700 che corrispondono al mercato globale del libro) si gioca una battaglia ben più aspra. Come nel resto dell’editoria la vita del libro s’è molto ridotta. Nonostante le numerose concentrazioni, accanto ai grandi gruppi (Rcs, Mondadori, Zanichelli, De Agostini, Paravia-Bruno Mondatori) convivono una settantina di agguerriti editori indipendenti: la concorrenza si batte a colpi di novità, anche se non sempre sono davvero tali. Fin qui niente di straordinario: i tempi cambiano, anche per l’editoria scolastica. A complicare le cose ci si è però messa la riforma o, meglio, l’aspettativa di una riforma della scuola che ha trasformato gli editori in indovini costretti a puntare le loro risorse su un futuro incerto. Il risultato è che i pedagoghi sono diventati loro, perché, riforma o non riforma, i tempi non cambiano soltanto per il mercato: ai ragazzi va data un’istruzione adeguata all’epoca che abitano.


LA POLEMICA - L’ultima volta che s’è pa rlato con passione dei libri di testo è stato per il gran vespaio sollevato da Storace nel novembre scorso, quando la Regione Lazio, da lui presieduta, approvò una mozione che istituiva una commissione per analizzare il contenuto dei libri di storia «perché troppo filomarxisti». Il metodo non piacque né all’allora governo Amato, che rispose in Parlamento, né agli editori: si parlò di censura; mentre alcuni libri venivano messi all’«indice» dall’Azione studentesca che estrapolò dai testi alcuni passaggi sulla storia recente. Fra i libri sotto accusa: Elementi di Storia - XX secolo (Zanichelli), Manuale di storia 3 (Laterza), L’età contemporanea (Bruno Mondatori), Fare storia (La Nuova Italia, gruppo Rcs).
L’anno scolastico è appena rincominciato, a quei testi, che tanto hanno fatto discutere, sono state apportate modifiche?
«E per quali ragioni avremmo dovuto cambiarli? - risponde Roberto Gulli, presidente del ramo editoria scolastica dell’Associazione italiana editori, nonché consigliere delegato del gruppo Paravia-Bruno Mondatori -. In quell’occasione si sono fatti discorsi superficiali. Porto il caso di Elementi di storia : dissero che sulle foibe c’era poco più che una frase. Modalità curiosa, poiché non presero l’ultima edizione dove Camera ha elaborato sulle foibe e sui temi vicini una gran quantità di pagine. Sostengo la legittimità per gli studiosi di scegliere e proseguire le proprie opzioni storiografiche. Non è vero che i libri di storia in Italia abbiano un solo orientamento, la ricerca continua e l’offerta è più che mai varia, sta agli insegnanti scegliere. Prendiamo l’esempio del mio gruppo editoriale: tre studiosi come Giovanni De Luna, Tommaso Dotti e Alberto De Bernardi hanno elaborato tre testi per diversi dei nostri marchi con punti di vista sul Novecento assolutamente differenti».


EDITORI INDOVINI - Tutto sembra ruotare attorno alla trattazione della storia contemporanea, lo studio del solo Novecento all’ultimo anno delle superiori, secondo le indicazioni dell’ex ministro Berlinguer. In realtà, questo è soltanto il segno più evidente di un profondo disagio nell’editoria scolastica. Per quattro o cinque anni le diverse case si sono mosse al buio, in attesa di una radicale riforma dei cicli scolastici, che non è andata in porto prima che finisse la legislatura. «Ora tutto è bloccato - dice Alessandro Laterza, direttore editoriale per la sezione scolastica dell’omonima casa editrice -. A breve, medio termine la scuola resterà uguale, con una variante: l’autonomia scolastica è diventata legge. Quel che mi aspetto, di conseguenza, è una domanda più frantumata, differenziata per regioni, quando non per istituti. Il risultato sarà la scomparsa totale del libro monoblocco di vecchio stile, sostituito da manuali di base assai brevi e schematici affiancati da materiali d’arricchimento e molti fascicoli opzionali». Profezia che in Veneto è già realtà: lì la Regione ha stampato un libretto di cultura veneta per la scuola intitolato Noi Veneti .
Più in generale, da due o tre anni alcuni testi articolati in modo non tradizionale sono stati sperimentati nelle aule: un volume con i saperi di base, dispense per gli approfondimenti e un eserciziario. Le adozioni, soprattutto negli istituti superiori, li hanno premiati.


LA TENDENZA - La sperimentazione però continua. Si preparano le «serie modulari», opere segmentate in fascicoli monografici fra i quali gli insegnanti sceglieranno. Un’antologia così concepita è sul sito Internet di Laterza. Ma qualcuno è già passato alle stampe, portando sui banchi libri che scommettono su questa tendenza. A pubblicarli è il più grosso gruppo di scolastica in Italia, la Rcs-libri, che su due dei suoi nove marchi ha deciso di assumersi il rischio. «Noi - spiega Gianni Vallardi, amministratore delegato del gruppo - tendiamo a comportarci come se il riordino dei cicli fosse certo. È nelle cose. Intanto, secondo l’altra indicazione di fondo, quella di un insegnamento più agile e articolato, ci siamo mossi puntando anche su uno spezzettamento della produzione. Siamo così arrivati a sostituire completamente il libro di testo con una serie di moduli autonomi legati da un filo logico comune. I due titoli usciti sono: Il prisma letterario (Nuova Italia), una letteratura italiana per il classico, e Invito alla matematica (Fabbri) per le medie inferiori, che è già un bestseller da 100.000 copie».
Intanto, la maggior parte delle aziende, e non solo le più piccole, è rimasta a guardare: «bocce ferme rispetto alla riforma», sintetizzano in Zanichelli. «E come biasimarle? - chiede Vallardi -. S’è sprecato tanto tempo parlando per schemi: scuola di base uno più tre, due più cinque, obbligo da 13 a 12 anni e via dicendo, senza farci capire come sarebbero cambiati i programmi, come le singole materie sarebbero mutate, come i contenuti si dovevano articolare». Per lavorare occorrono un quadro normativo chiaro e tempo, manda a dire Gulli alla commissione di studio istituita dalla ministra Moratti. «Per fare un libro davvero nuovo gli editori impiegano almeno 18 mesi. Un anno è già andato perso, visto che tutti sono pronti con i testi per il 2002-3».


DIDATTICA - Nonostante la vacanza di nuove leggi e, soprattutto, di certezze, la didattica non si è fermata: agli editori è toccato il ruolo di pedagoghi. «Siamo passati dal sapere al saper capire - dice Federico Enriques, presidente della Zanichelli -, dal nozionismo alla trasmissione di strumenti che consentano ai ragazzi di muoversi in un mondo in continuo mutamento. Prendiamo la geografia: un tempo l’insegnamento era finalizzato all’apprendimento dei nomi delle province, delle regioni, degli Stati. Ora queste competenze hanno meno spazio. Agli studenti si spiega come aggiornarsi, trovando dati affidabili sui giornali, Internet e altre fonti. È inevitabile: le nozioni durano meno. Basti pensare agli Stati, in continuo cambiamento da oltre dieci anni. E, poiché i mutamenti non nascono dal nulla, stiamo per varare un testo di geo-storia».
Di interdisciplinarità sentiremo parlare molto nei prossimi anni. Ma Enriques ora cambia campo e porta un’altro esempio: «Pensiamo alle lingue: i ragazzi studieranno ovunque. Occorre perciò che il loro livello di apprendimento dell’idioma straniero risponda a degli standard riconoscibili perlomeno in Europa. Con questi criteri abbiamo lanciato Nouvelle intéraction , un corso di francese. E così procederemo per le altre lingue».


LA LUNGA STORIA - La storia, guardata dall’alto del XXI secolo, è diventata davvero lunga. L’indicazione Berlinguer di procedere per temi o chiavi di lettura è ormai acquisita nei nuovi testi, applicata con successo soprattutto al Novecento. Ma i veri problemi - basta ascoltare gli insegnanti - nascono al III e IV anno delle superiori. Prima del ’96 non si arrivava neppure al congresso di Vienna (1815), ora si deve giungere alle soglie del Novecento. In due anni va dunque stipata un’incredibile serie di eventi: dalla crisi del Trecento alle correnti politiche di fine Ottocento. «Bisogna reinventare il racconto storico - spiega Alessandro Laterza -. Dal ’500 all’800 la struttura della narrazione è particolarmente faticosa, perché finora l’orizzonte di riferimento era casa Savoia. Di qui la guerra dei Trent’anni, l’infinita lista dei conflitti settecenteschi, le spartizioni della Polonia. Un sapere assommato in modo assai poco critico che nessuno alla fine della scuola ricorda. Meglio insegnare come tra il Seicento e il Settecento si sono formate le relazioni fra gli Stati; e poi procedere. Così abbiamo fatto noi nella stesura dei Fili della memoria ».
Meno discussioni sul Novecento e più lavoro sui secoli precedenti: è una sfida che tocca tutte le case editrici, con buona pace di polemisti e ideologi.

--------------

FEBBRAIO 2000
A 77 anni dalla riforma Gentile viene approvato un disegno di legge del ministro Luigi Berlinguer che riordina i cicli scolastici. La riforma prevede, al posto di elementari, medie e superiori, 2 cicli (dai 6 ai 13 anni e dai 13 ai 18); e la possibilità di scegliere tra 5 indirizzi dopo il 1° ciclo

NOVEMBRE 2000
Il ministro Tullio De Mauro presenta il piano di attuazione della riforma dei cicli scolastici varata dal precedente governo. Tra gli obiettivi principali ci sono l’apprendimento della lingua italiana e la buona conoscenza della matematica, subito dopo lo studio di una lingua straniera e dell’informatica

MAGGIO 2001
Silvio Berlusconi dopo la vittoria nelle elezioni politiche annuncia che la riforma dei cicli scolastici, varata dai precedenti governi di centrosinistra, verrà bloccata. Il 4 luglio scorso il neoministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ritira dalla Corte dei Conti il decreto attuativo della riforma dei cicli


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 17 Sep, 2001 on 06:42
SCUOLA Gli editori in cerca di una riforma
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne