da Il Corriere della Sera
Domenica, 16 Settembre 2001 Tra gli obiettivi instaurare un rapporto di fiducia con gli studenti. Sette milioni e mezzo di ragazzi stanno per tornare sui banchi
Violenza, un poliziotto in tutte le scuole
Gli agenti vigileranno contro pedofili, spacciatori e bulli. Possibile intervenire in classe
ROMA - Scuole più protette dall’insidia dei pedofili e degli spacciatori, ma anche dalla violenza del «bullismo», con il poliziotto di istituto. Mentre sette milioni e mezzo di ragazzi tornano sui banchi - per ultimi quelli dell’Abruzzo e della Liguria giovedì 20 - sta per scattare la consueta campagna di sicurezza da parte delle forze di Polizia, con una novità. Da quest’anno ogni istituto potrà contare su uno o più agenti che dall’esterno vigileranno sulla sicurezza degli studenti in modo stabile. Lo scopo del Dipartimento di pubblica sicurezza è promuovere un rapporto di fiducia e confidenza tra la comunità scolastica e gli agenti. Questo clima dovrebbe indurre i ragazzi e i professori a rivolgersi abitualmente al poliziotto «amico» quando avvertono qualche pericolo o notano qualcosa di strano. Si tratta di un’estensione alla scuola del concetto di «polizia di prossimità», una polizia più vicina alla gente e al quartiere. Ma non è difficile cogliere dietro questa strategia anche una risposta all’allarme sociale seguito alla scoperta di un gruppo di pedofili che fino allo scorso inverno agiva a Roma con la complicità di un bidello. O al fenomeno tipicamente italiano del bullismo.
L’agente - o gli agenti se si tratta di una scuola a rischio - lavorerà in stretto contatto con gli Uffici minori delle questure. La vigilanza sarà assicurata all’esterno degli istituti, tuttavia non è esclusa una funzione educativa tra i banchi. Se dirigenti scolastici e insegnanti lo richiedessero il poliziotto amico potrebbe anche effettuare interventi in classe, spiegando ai ragazzi come riconoscere e difendersi da situazioni di pericolo.
Il rapporto di confidenza e fiducia reciproca e la continuità del servizio sono i cardini della nuova attività di prevenzione. A questo proposito, la circolare è molto chiara: «La pianificazione dei servizi dovrà tener conto della necessità di garantire che gli equipaggi - composti da personale qualificato anche per lo svolgimento dell’attività investigativa - operino con continuità nella medesima area, in modo da costituire costanti punti di riferimento per studenti, personale scolastico e familiari, rafforzando, al contempo, la conoscenza dei comportamenti quotidiani dei frequentatori di ciascun plesso scolastico al fine di rendere più agevole il riconoscimento di eventuali segnali di condotte difformi dalla norma».
L’operazione poliziotto di istituto richiederà un notevole sforzo in termini di personale e non potrà andare a regime in tempi brevi. Le scuole italiane sono oltre 10 mila, con 50 mila sedi. Tra le prime reazioni, quella dell'Osservatorio sui diritti dei minori. La circolare del Viminale che dispone servizi di vigilanza al di fuori delle scuole è accolta con soddisfazione. Antonio Marziale, presidente dell’associazione, esorta però a non sottovalutare «la criminalità minorile seduta proprio sui banchi». «Meglio sarebbe stato - osserva - se la polizia avesse trovato un posto permanente all’interno delle strutture». «Si va verso aggregazioni di istituti sempre più grandi - è il commento del sottosegretario all’Istruzione, Valentina Aprea - ed è giusto che ci siano queste figure».
Giulio Benedetti
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