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«Chiediamo gli stipendi dei prof europei»
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1. «Chiediamo gli stipendi dei prof europei»
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da La Stampa
Giovedì, 13 Settembre 2001

«Chiediamo gli stipendi dei prof europei»
I sindacati alla Moratti: aumenti dalle 300 alle 500 mila lire

Raffaello Masci

ROMA «Per adeguarsi a standard europei di qualità e di trattamento del personale, la scuola italiana ha bisogno di un coraggioso investimento economico: almeno 10 mila miliardi in più (che porterebbero il bilancio della pubblica istruzione a 75 mila miliardi l’anno) e un aumento agli insegnanti del 10-15% che, diversificato per scuole e per anzianità, vuol dire dalle 300 alle 500 mila lire in più al mese». E’ questa la richiesta più stringente che i sindacati della scuola hanno presentato al ministro Letizia Moratti, nel loro primo incontro ufficiale da quando si è insediato il nuovo governo.
Ieri mattina sono saliti al palazzo di viale Trastevere, i segretari scuola di Cgil, Cisl, Uil e Snals, rispettivamente: Enrico Panini, Daniela Colturani, Massimo Di Menna e Fedele Ricciato.
L’incontro è stato «interlocutorio», come si dice in sindacalese, nel senso che nulla si doveva decidere e tutto si doveva esporre. Al ministro infatti è stata presentata solo un’agenda di argomenti da affrontare: gli investimenti in Finanziaria, l’adeguamento degli stipendi degli insegnanti per il contratto 2002-2005, la parità scolastica, le linee di riforma, il contratto dei presidi e i problemi del personale amministrativo (Ata).
Per ciascuno di questi argomenti è stato definito un «tavolo tecnico», altra definizione sindacalese per indicare gruppi di lavoro che affronteranno la materia nei suoi aspetti tecnici senza letture politiche. Dunque, da qui alla fine dell’anno, è stato stabilito un piano di confronto tra ministro e sindacati. Lunedì prossimo il primo «tavolo» sarà sul personale Ata, la cui situazione presenta un carattere di urgenza. E’ accaduto, infatti, che il precedente governo aveva stabilito l’assunzione di 20 mila dipendenti «Ata». L’attuale esecutivo ha revocato la decisione generando «buchi» in alcune funzioni, che vanno pertanto ridistribuite. Inoltre, alcuni lavori di pulizia delle scuole, sono appaltati a ditte esterne, ma poiché gli appalti scadono alla fine di settembre, alcune di queste ditte stanno licenziando i dipendenti.
I sindacati, nell’incontro di ieri, hanno sollecitato una risposta tempestiva a questo impasse, allo scopo di evitare scuole sporche e lavoratori a spasso. Ma la questione delle questioni, è e resta quella delle risorse per la scuola. «Abbiamo chiesto alla signora ministro, che ci ha ascoltato con grande attenzione - ha detto Enrico Panini, segretario della cgil scuola - di considerare l’indicazione comune di Ue e Ocse, di portare i finanziamenti all’istruzione alla quota del 6% del Pil (noi ora siamo al 4,8% - ndr), e di adeguare altresì le retribuzioni dei docenti agli standard comunitari. Quindi, al di là delle trattative di merito, se questo sarà stato fatto lo sapremo tra una decina di giorni, quando il governo presenterà la Finanziaria».
«Positivo», secondo il leader della Uil scuola, Massimo Di Menna, «il richiamo del ministro al metodo della concertazione», interlocutorio invece il suo giudizio su tutti gli altri temi, in attesa dei tavoli tecnici sulle singole situazioni. Tra le questioni aperte, Daniela Colturani, segretaria della Cisl scuola, ha sottolineato il contratto dei presidi ancora da definire: «il ministro - ha riferito - ci ha detto di avere inviato al ministero della funzione pubblica una lettera di richiesta di riapertura immediata della trattativa».
Soddisfatto dall’incontro con la signora Moratti, anche il segretario dello Snals, Fedele Ricciato: «Finalmente - ha sottolineato - riprendono le relazioni sindacali che si erano interrotte. In incontri come questo, però - ha osservato - quando si parla di tante cose si finisce con l’enunciare solo i grandi principi».


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Date: 13 Sep, 2001 on 08:03
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