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L’autonomia piace a genitori e studenti
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1. L’autonomia piace a genitori e studenti
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da Il Sole 24 Ore
Lunedí 10 Settembre 2001

Il ritorno in classe - Al debutto del nuovo anno un monitoraggio presentato al ministro giudica la qualità dell’offerta formativa
L’autonomia piace a genitori e studenti

Maria Carla De Cesari

Sete di autonomia da parte delle scuole e sete di consulenza e certificazione per le proprie esperienze. Impiego della flessibilità didattica e organizzativa da parte delle istituzioni che spesso è ancora confinata all’iniziativa individuale o a piccoli gruppi di docenti. Tuttavia, nonostante i limiti, il giudizio di genitori e studenti circa la qualità didattica offerta dalla scuola è «sempre mediamente migliore di quella espressa dai docenti scolastici». Quanto emerge dal rapporto 2001 compilato dal Comitato paritetico nazionale per il monitoraggio dell’autonomia scolastica (consegnato all’inizio di luglio al ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti) appare come un buon viatico all’inizio del nuovo anno scolastico. Il processo di verifica sui piani dell’offerta formativa (Pof) — che in base al Dpr 275/99 definiscono il progetto educativo e culturale di ogni scuola, sfruttando gli spazi di autonomia didattica e organizzativa — è partito tre anni fa. Nel complesso, sono circa duemila le scuole sottoposte a esame circa la rispondenza tra gli obiettivi dichiarati e le effettive realizzazioni, insieme con l’analisi dei giudizi di docenti, genitori e studenti. Lo scorso anno scolastico sono state le singole scuole a offrirsi alla valutazione: le candidature sono state circa 2.600 mentre in realtà il monitoraggio ha interessato 1.110 istituzioni. Il lavoro del Comitato, articolato in gruppi regionali (si veda la scheda) che hanno impegnato circa 400 osservatori, è stato improntato al confronto e alla discussione dei risultati con le componenti scolastiche, in particolare gli insegnanti e i dirigenti. Una metodologia che viene incontro a due richieste forti provenienti dalle scuole: «il bisogno di aiuto» per migliorare i piani dell’offerta formativa e «il bisogno di certificazione, inteso — spiega il rapporto — come la richiesta di una qualche misura interpretativa della qualità dell’istituzione», utile per rapportarsi alle altre realtà scolastiche e ad accreditarsi. Quanto alle realizzazioni concrete dell’autonomia, la situazione qualitativa sembra migliore — secondo il rapporto — negli istituti comprensivi, cioè le scuole che comprendono istituti di diversi (elementari e medie, per esempio). Il monitoraggio ha puntato l’attenzione su alcuni macroindicatori, tra cui «flessibilità, responsabilità e integrazione». La relazione sottolinea come diffusa sia la pratica di delegare le responsabilità al dirigente scolastico e agli insegnanti che rivestono particolari incarichi nel coordinamento della didattica (le cosiddette funzioni obiettivo): in questo caso la condivisione dei traguardi e l’impegno a realizzarli è legato alla capacità di relazione e di coinvolgimento dei collegi dei "vertici". «Tuttavia — precisa la relazione — non è un caso che in numerose scuole i gruppi di progetto non coincidano del tutto con la dirigenza formalizzata: è il segno di una maggiore dinamicità e forse anche un segnale di conflittualità. In ogni caso, sembra lievitare la massa critica che condivide la mission dell’autonomia, ma spesso viene lasciata a pochi la definizione delle strategie da attuare». Tuttavia, secondo il rapporto, «è diffusa, anche se difficile» l’azione per vincere gli atteggiamenti impiegatizi e per affermare modelli più professionali. L’altro elemento positivo è dato dalla tendenza delle scuole a integrarsi con il territorio, anche "stipulando" alleanze con altre istituzioni scolastiche. Tuttavia, questo orientamento va supportato rivedendo i presupposti giuridici, finanziari e regolamentari che favoriscano la nascita di «reti» e con risorse che aumentino un’effettiva sussidiarietà. Infine, il rapporto segnala un certo «strabismo» delle scuole che sembrano fare più cose di quante dichiarino, per esempio in relazione alla flessibilità didattica (come l’organizzazione delle lezioni per moduli che prescindono dalla tradizionale scansione oraria). E ancora c’è un certo pessimismo da parte degli insegnanti circa il loro lavoro: in realtà genitori e studenti (ne sono stati sentiti 80mila), pur essendo ancora poco coinvolti nella definizione del Pof, danno un giudizio nel complesso positivo sulla qualità didattica della scuola.


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Date: 10 Sep, 2001 on 16:31
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