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«Anni d’attesa, ci hanno scavalcato quelli delle private»
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1. «Anni d’attesa, ci hanno scavalcato quelli delle private»
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 1 Settembre 2001

TRA I PRECARI DELUSI

«Anni d’attesa, ci hanno scavalcato quelli delle private»

«Ho vinto due concorsi, ma dopo tanto tempo non ho ancora ottenuto un posto fisso» «Continuerò a fare l’arbitro per sopravvivere»


ROMA - E’ l’esercito dei non eletti. Quelli che hanno mancato la cattedra per un soffio. Precari che fino a ieri hanno accarezzato il sogno della nomina, svanito insieme alla speranza di uno stipendio. E oggi, mentre il ministero festeggia i 61mila posti assegnati, moltiplicano le accuse. C’è chi si è visto «scavalcare» da professori delle scuole private. Chi ha dovuto lasciare la precedenza ai trasferimenti dei docenti di ruolo. E chi ha subito gli effetti dell’ondata di panico generata dalla Riforma dei cicli, che ha spinto alla migrazione verso le medie superiori gli insegnanti di materne, elementari e medie inferiori terrorizzati dai cambiamenti annunciati. I precari ne parlano come di una calamità dagli effetti devastanti in tutte le graduatorie: «C’è una maestra di Catania - denuncia Antonio Antonazzo - che ha ottenuto la cattedra di Greco solo grazie al corso abilitante di 70 ore: una chance che era stata data a noi, ma ci si ritorce contro perché è stata allargata ai docenti di ruolo che hanno più punteggio». Provvidenza Spoto, insegnante di italiano, è furibonda: «mi sono passati avanti un’ottantina di colleghi delle medie inferiori. C’erano 30 posti. Se continuiamo così io non potrò mai avere una cattedra».
Ma tra i delusi ci sono anche detentori di punteggi record.
«Sono prima nella graduatoria permanente e non avrò neanche un’ora di supplenza» racconta, incredula, Emilia Grassi. Aspetta una cattedra ad Asti da sedici anni, quando risultò prima al concorso. Lo rifece, e risultò di nuovo prima, nel ’91. Invano. Non partecipò all’ultimo, convinta dai sindacati che la vecchia graduatoria avrebbe avuto la precedenza. Ora scopre di no: «i due posti disponibili sono stati dati a un vincitore dell’ultimo concorso e a un professore di ruolo trasferito da Valenza e io sono rimasta "a terra". Mi hanno preso anche le ore di supplenza e le hanno date a un altro del nuovo concorso. L’anno scorso la cattedra me la soffiò un altro trasferimento: almeno che diano la precedenza una volta per ciascuno».
Remo Iannucci ha pagato caro l’aver accettato contratti per materie di insegnamento diverse (matematica, fisica, elettronica): il punteggio, frazionato in graduatorie diverse, è stato troppo basso. Lui se la prende con il decreto Moratti: «sono stato scavalcato almeno da 60 insegnanti che venivano da scuole private, visto che le nostre "fasce" sono unificate. La parità scolastica si può fare, ma anche il reclutamento degli insegnanti deve essere uguale». Nicoletta Minellono è ancora più infuriata. Lei, che ha insegnato per sei anni in una scuola elementare comunale di Torino, non ne ha avuto in cambio neanche un punto: «Perché - chiede nel giorno dell’esclusione - le scuole private sono state trattate come quelle statali e invece le comunali no?». Raffaella Montani vuole fare ricorso contro la decisione del provveditorato di Roma di assegnare agli orfani i posti in sovrannumero destinati ai portatori di handicap: «a loro spetta l’1 per cento dei posti - protesta - gli altri li dovevano rimettere in graduatoria».
Vincenzo d’Amico, insegnante di latino a Bra (Cuneo) da 8 anni, è fra quelli che hanno vissuto l’ultimo brivido. Era primo in entrambe le graduatorie e ieri mattina è stato convocato con "riserva": ha sperato con tutte le sue forze che qualcuno rinunciasse. Poi la telefonata: non ce l’ha fatta. Federica Tolli, torinese, forse rientrerà nella seconda convocazione, ma dovrà rinunciare allo stipendio. Per Giorgio Farci la mancata nomina significa non potersi permettere l’insegnamento. Ma la prende con filosofia: per fortuna è anche arbitro di pallamano, sopravviverà così.

Virginia Piccolillo


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Date: 01 Sep, 2001 on 07:18
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