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«Nuova maturità e parità effettiva»
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1. «Nuova maturità e parità effettiva»
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da Il Messaggero
Sabato 25 Agosto 2001

Al Meeting di Rimini la titolare dell’Istruzione annuncia la sua rivoluzione.
Insediata la commissione che dovrà ridisegnare i cicli: «Va assolutamente
salvato il Liceo classico»

«Nuova maturità e parità effettiva»

Il programma del ministro Moratti: oggi si spende troppo per poi promuovere tutti
dal nostro inviato

ANNA MARIA SERSALE

RIMINI - Letizia Moratti presenta a Rimini la "sua" scuola e annuncia subito due grandi innovazioni: un’effettiva parità tra pubblico e privato e la riforma della maturità. Non sarà più l’"Esame di Stato", tornerà a chiamarsi "Maturità". E soprattutto cambierà la composizione delle commissioni. Gli studenti verranno interrogati dai loro insegnanti di classe, non più da esaminatori esterni. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, che ha scelto il Meeting di Cielle a Rimini per cominciare a parlare concretamente del suo modello di scuola. Nel ’98 ci aveva provato anche Berlinguer, ma Rifondazione gli sbarrò la strada. Ora la Moratti agisce in un quadro politico completamente diverso e probabilmente non incontrerà ostacoli. Se sul titolo da dare alla prova conclusiva della carriera scolastica la Moratti si riserva ancora qualche «riflessione», sulla riforma vera e propria dell’esame ha le idee molto chiare: «E’ ancora troppo nozionistico - dice - e ha troppe materie, fino a 17. Una quantità eccessiva, non può consentire una valutazione oggettiva, né può portare ad una vera stima delle competenze, come si era prefissa la legge di riforma. Vuol dire che qualche cosa non ha funzionato».
«Eppoi - prosegue il ministro - si spendono 300 miliardi l’anno». Una cifra molto consistente, con una percentuale di promossi quasi plebiscitaria: 97%. «Una riforma va pensata - prosegue la Moratti - Il primo passo sarà quello di affidare le prove al collegio di docenti interno, alla presenza di un presidente esterno. Così si annullerebbero gli effetti negativi e le valutazioni dell’esame, e si guadagnerebbe oggettività». Il ministro non lo dice apertamente, ma s’intuisce che è convinta di un paio di cose: si risparmiano 300 miliardi; si migliora il sistema di valutazione, perché i docenti interni conoscono i ragazzi più di chi li incontra per la prima volta al colloquio orale.
L’altra notizia esplosiva lanciata a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico riguarda i rapporti tra scuola pubblica e privata. «Perfino i paesi post-comunisti hanno riconosciuto la piena parità tra pubblico e privato - sottolinea Moratti - La Bulgaria estone, la Croazia e l’Ungheria prevedono la libertà di scelta. In Europa siamo i soli, insieme alla Grecia, a conservare delle differenze ormai antistoriche, retaggio di uno Stato laico che un tempo doveva misurarsi quello confessionale. Le famiglie devono avere piena libertà di scelta. Nel resto d’Europa non esiste più il monopolio dell’istruzione». Un colpo alla concezione statalistica della scuola, in linea con le critiche dei cattolici. «In Norvegia - incalza il ministro - il finanziamento delle private è del 100%. In Inghilterra gli aiuti economici hanno diverse gradualità, a seconda della rispondenza ai criteri adottati dal pubblico. Analogo il sistema francese, mentre in Irlanda si possono perfino educare i figli a casa».
Letizia Moratti ha una nota fittissima di provvedimenti da adottare. Cancellata la riforma dei Cicli, bisogna ricominciare daccapo. Ieri è stata nominata la commissione ministeriale che ha l’incarico di ridisegnare in quattro mesi la scuola del futuro. La presiede Giuseppe Bertagna, ordinario di pedagogia all’Università di Bologna. Ma la Moratti non commetterà «l’errore» di far lavorare solo i "saggi". Quando annunciò alla Camera le linee del suo programma politico disse che avrebbe convocato gli "Stati generali della scuola": studenti, famiglie, insegnanti.
Quanto all’avvio dell’anno scolastico, il sottosegretario Valentina Aprea rassicura: «Abbiamo immesso in ruolo 35 mila insegnanti, altrettanti stanno per essere chiamati». La Aprea ha anche anticipato gli altri programmi: «Più soldi ai docenti, valorizzazione della professione, revisione dello stato giuridico degli insegnanti e un ambito contrattuale specifico, sganciato dal resto del personale scolastico, amministrativi e ausiliari».
Infine un dato: I nuovi docenti immessi in ruolo sono 25.400 al 24 agosto e saranno 31.682 a fine mese.
Reazioni al progetto della Moratti? L'ex ministro Berlinguer si dice «estremamente sorpreso», in negativo. Il sociologo Sabino Acquaviva e lo storico Giovanni Sabbatucci sono invece favorevoli, l’Assopresidi approva «i principi».


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Date: 26 Aug, 2001 on 09:54
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