Cgil: l'anno scolastico inizia nel caos

Il sindacato si oppone ai finanziamenti statali alle scuole private

r.b.

Anche quest'anno scolastico, con ogni probabilità, inizierà nel caos: il Ministero della Pubblica Istruzione ha disposto che le nomine dei supplenti venissero gestite autonomamente dai singoli dirigenti scolastici.
La decisione ha ovviamente fatto scendere in campo i maggiori sindacati che si occupano di scuola: Cgil, Cisl, Uil e Snas.
«Il provvedimento governativo non fa altro che allungare i tempi, annullare le certezze sull'ordine di graduatoria e aggravare il lavoro delle segreterie dei singoli istituti», dichiara il prof. Corrado Colangelo, segretario provinciale della Cgil scuola, «stando alla circolare, mentre le immissioni in ruolo vanno operate entro il 31 agosto, per le supplenze ci sarebbe tempo fino al 25 settembre e le nomine sarebbero compito delle singole scuole. Noi chiediamo una scadenza unica anche per le supplenze annuali, da fissare il 15 settembre, per garantire i diritti di tutti. Intanto, nelle 29 scuole della provincia in cui mancavano, sono arrivate le nomine dei presidi. D'accordo con i dirigenti scolastici, chiediamo la costituzione di scuole polo che gestiscano simultaneamente le nomine per materie affini e per ordine di scuola, in modo da snellire il lavoro, garantire la massima trasparenza e la possibilità, per i supplenti, di effettuare la scelta più conveniente. La Cgil-scuola tutelerà il personale assistendo a tutte le operazioni di nomina.»
Fino ad oggi, dalla Cgil, sono stati forniti i seguenti dati indicativi, riguardanti le nomine in provincia: nelle materne 93 assunzioni di ruolo e 63 supplenze annuali; nelle elementari gli assunti in ruolo sono 155, i supplenti 106; alle medie 77 contro 55; alle superiori 126 contro 90. Gli insegnanti di sostegno assunti in ruolo sono complessivamente 113, i supplenti annuali circa 200.
Un altro dibattito cruciale di questi giorni, è il decreto legge del ministro Moratti che mira ad equiparare gli insegnanti della scuola pubblica a quelli delle private.
«Questo è profondamente ingiusto e già in passato ha creato degli scavalcamenti nelle graduatorie», continua Colangelo, «la pubblica istruzione non è il "monopolio statale delle scuole", ma è un dovere dello stato, tutelato dall'art.33 della Costituzione. Noi siamo favorevoli alla parità di diritti e dignità dei due tipi di scuola, ma non al finanziamento statale delle private».