Ue, Moratti: ''Approvata risoluzione su carriere ricercatori''

Bruxelles, 10 nov. (Adnkronos/Aki) - Avviare azioni specifiche per favorire il riconoscimento della professione di ricercatore e creare un mercato europeo per l'occupazione nel settore della ricerca, basato sulle potenzialita' di tutti gli operatori. Sono questi i punti principali contenuti nella risoluzione sulla carriera e la professione dei ricercatori nell'ambito dello spazio europeo della ricerca, che ha approvato a Bruxelles il consiglio del ministri europei per la competitivita', presieduto dal ministro per la ricerca Letizia Moratti.

''E' evidente che la qualita' della ricerca dipende dalla qualita' dei ricercatori. Questa risoluzione, con la sua implementazione, dara' un forte contributo al raggiungimento dell'obiettivo del 3%'' del Pil da investire nella ricerca e ''all'incremento di una ricerca di qualita' in Europa'', ha affermato Letizia Moratti durante la conferenza stampa a chiusura dei lavori. In particolare, come si legge nel documento, si prevede ''l'elaborazione di una carta europea dei ricercatori per migliorare ulteriormente il quadro per la gestione della carriera delle risorse umane di ricerca e sviluppo e di un codice di condotta per l'assunzione dei ricercatori''.

La risoluzione invita gli Stati membri anche a definire un quadro generale per i dottorandi di ricerca, per favorire la mobilita' dei ricercatori, garantire pari opportunita' a uomini e donne, rimuovere gli ostacoli alla mobilita' intersettoriale e tra pubblico e privato e fornire la trasferibilita' di prestiti e finanziamenti nazionali nel contesto di una maggiore mobilita' dei ricercatori. La Moratti, a conclusione del consiglio, ha sottolineato che ''il capitale umano e' uno dei principali fattori di vantaggio competitivo dell'Unione europea, che produce piu' laureati (2.140.000 nel 2000) degli Stati Uniti (2.070.000) e del Giappone (1.100.000)''. Il ministro ha ricordato che ''nell'Ue in media 0,56 persone su mille di eta' compresa tra i 25 e i 34 anni hanno ottenuto un dottorato di ricerca, contro lo 0,41 degli Usa e lo 0,25 del Giappone''.

Il ministro ha infine sottolineato che per quanto riguarda i ricercatori impiegati nel settore pubblico e privato, esistono forti differenze tra queste tre aree geografiche: ''Nell'Ue 459 mila ricercatori operano nel privato e 445 mila nel pubblico, negli Stati Uniti sono 1.015.000 i ricercatori che lavorano nel settore privato e 182 mila nel pubblico, mentre nel Giappone di fronte a 433 mila ricercatori nel settore privato operano nel settore pubblico 208 mila persone''.