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Scuola, sindacati e Ulivo attaccano la Moratti
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da La Stampa
Domenica, 26 Agosto 2001

Scuola, sindacati e Ulivo attaccano la Moratti
Cgil e Cobas: siamo pronti a dare battaglia


ROMA
Sindacati confederali critici, Cobas e studenti della sinistra giovanile sul piede di guerra, centro sinistra in ordine sparso preoccupato per l’annunciata «controriforma» della scuola tratteggiata da Letizia Moratti. Mentre la Casa delle Libertà fa quadrato intorno al ministro della Pubblica Istruzione, con Lega e soprattutto An che sembrano andare ben al di là dei segnali dati da Moratti al raduno dei ciellini. Indicazioni che a tanti invero sono apparse così vaghe che dall’opposizione più di una voce si è levata per sollecitare da parte del ministro «dichiarazioni meno generiche ed equivoche».
Moratti si era effettivamente limitata ad auspicare una riforma della maturità, si era espressa nettamente contro il «monopolio» statale della scuola pubblica ma soprattutto per ricordare quanto per la parità fra pubblico e privato si fa già da tempo in Europa e persino nei paesi ex comunisti, mentre sulla revisione dei cicli - sulla quale sta lavorando una commissione - aveva difeso il liceo classico, promettendo nel contempo una seria istruzione professionale. Tanto è bastato a scatenare polemiche.
Il segretario generale della Cgil-Scuola, Enrico Panini, giudica «molto grave che un ministro definisca "monopolio" una precisa previsione Costituzionale che affida alla Repubblica l’obbligo di garantire l’istruzione a tutti». Non conta che il ministro abbia assunto 60.000 nuovi docenti (metà dei quali precari), abbia assicurato che quest’anno ai primi di settembre tutte le classi avranno i loro insegnatni a posto e detto che «la prima cosa da fare è salvare la qualità della scuola pubblica». I Cobas si dicono «pronti allo scontro fin da settembre, convinti che Moratti abbia in mente «un modello di scuola-azienda» e persegua l’obiettivo di «disgregare la scuola pubblica e sottometterla a quella privata». E alla «mobilitazione d’autunno» chiama anche il verde-estremista Paolo Cento, mentre gli studenti vicini ai Ds invitano il ministro a confrontarsi con loro in assemblea. «Moratti ha disegnato un sistema ferocemente di classe, con il doppio canale professionale e scolastico vuole una scuola di serie A per i ricchi e di serie B per i poveri», è l’accusa del comunista italiano Marco Rizzo, per il quale poi «lo smantellmento della scuola pubblica che intenderebbe fare il ministro», lo metterebbe «fuori dalla Costituzione». Come ritiene pure il repubblicano Giorgio La Malfa.
Anche l’ex ministro diessino Luigi Berlinguer giudica il messaggio morattiano «devastante». Ma rileva altresì che si tratta di un messaggio «confuso», in cui «si dice che si ricomincia, ma senza spiegare come». Di più. Secondo il senatore del Ppi-Margherita Giovanni Manzini, «le parole del ministro rischiano di riaprire una polemica ideologica che pensavamo chiusa». Manzini ricorda che la legge sulla parità delle scuole pubbliche e private già esiste e ora «si tratta di scendere sul piano concreto». Cosa che il ministro non fa, mentre la Margherita ipotizza interventi dello Stato a favore degli insegnati delle scuole «paritarie» ma - insieme alla Cils scuola - è contraria sia alle detrazioni fiscali sia ai buoni scuola, «che affosserebbero la scuola pubblica». Anche il segretario generale della Uil Luigi Di Menna esorta Moratti a scender sul piano pratico. «Chiarisca subito cosa intende fare sulla maturità, visto che il nuovo anno scolastico sta per cominciare» e per quanto riguarda la scuola privata, «sembra che l’unico problema siano i finanziamenti e non la qualità della scuola privata». «Il ministro fa discorsi generici - insiste Di Menna.- Un esempio? Nel Dpef non c’è alcuna indicazione sui soldi».
A proporre di estendere a tutto il paese i buoni scuola già sperimentati nella sua regione è invece il presidente lombardo Formigoni, che plaude a Moratti. Apprezzamenti al ministro vengono anche da Roberto Calderoli. Il coordinatore della Lega e vicepresidente del Senato coglie il destro per attaccare i sindacati che, «nel momento in cui si cerca di mettere la scuola italiana al passo coi tempi, continuano a fare politica, una politica sconfessata dagli stessi paesi dell’ex comunismo reale». A entrare nel dettaglio di ulteriori provvedimenti è il responsabile scuola di An Giuseppe Valditara: «Primo, un’adeguata selezione e qualificazione dei docenti, accompagnate da una motivazione economica», poi, «riformare gli organi collegiali riducendoli di numero e dicendo basta all’assemblearismo»; quindi «intervenire sui programmi collegandoli fortemente alla cultura e all’identità nazionale».


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Date: 26 Aug, 2001 on 06:39
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