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da Il Corriere della Sera
Domenica, 26 Agosto 2001

Scuola, lite tra i Poli sul piano Moratti I sindacati minacciano mobilitazioni

ROMA - I sindacati minacciano «guerra» alle riforme della scuola anticipate dal ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti: una nuova maturità, il rilancio del liceo classico, ma soprattutto l’abolizione «del monopolio della scuola pubblica». Il segretario della Cgil, Sergio Cofferati, si dichiara allarmato: «La scuola pubblica non è un monopolio, ma un compito dello Stato, che deve dare a tutti la possibilità di raggiungere un determinato livello di formazione». I Cobas minacciano lo scontro e invitano alla mobilitazione, accanto a studenti e professori, il popolo dei no global. L’opposizione difende i valori dello Stato laico e accusa la Moratti di volere un sistema scolastico classista. Secondo l’ex ministro Giancarlo Lombardi la Moratti «ha fatto bene a sospendere la riforma dei cicli e fa bene a insistere sul finanziamento delle scuole non statali, ma è pazzesco pensare di assumere 60 mila nuovi professori. Il nuovo modello di maturità è una farsa e il buono-scuola non premia la qualità». La maggioranza invece plaude alle riforme e imputa ai sindacati di opporsi ad una scuola al passo coi tempi.

Scuola, i sindacati sfidano la Moratti

Confederali e autonomi: sarà guerra. Cofferati: «Ma l’Europa sta tornando al pubblico»


ROMA - «La Moratti dichiara guerra? E noi risponderemo con la guerra». Aspetteranno la riapertura delle scuole per coinvolgere insegnanti e studenti, e poi sindacati e opposizione daranno battaglia alle riforme annunciate dal ministro dell’Istruzione: un nuovo esame di maturità con commissioni interne e un solo membro esterno; la rivalutazione del liceo classico; ma soprattutto l’abolizione del «monopolio della scuola pubblica». Un attacco che ha già l’avallo del segretario della Cgil, Sergio Cofferati: «Sono molto allarmato: lo Stato deve dare a tutti la possibilità di raggiungere un determinato livello di formazione». Il primo appello alla mobilitazione arriva dai Cobas che invitano anche il popolo dei no-global a scendere in piazza contro l’intenzione di «disgregare la scuola pubblica e sottometterla a quella privata». Mentre la Cgil-scuola affila le armi, preparandosi a dare «risposte direttamente proporzionali alla gravità delle affermazioni del ministro sulla parità scolastica». Lo Snals invoca un «confronto serio nelle sedi giuste, che sono i tavoli concertativi che Berlusconi aveva promesso di attivare». Gilda avverte: «sconti non ce ne saranno per nessuno». Unicobas promette: «se si procede sulla strada annunciata lo scontro sarà inevitabile». E la sinistra giovanile minaccia: «Gli studenti non gradiranno e si faranno sentire».


L’ALLARME DEI SINDACATI - E’ una battaglia sui principi. Dal suo luogo di vacanza sui Pirenei, Sergio Cofferati ricorda alla Moratti che «la scuola pubblica non è un monopolio ma un compito fondamentale dello Stato». Il segretario della Cgil sottolinea inoltre che «sul rapporto tra scuola pubblica e privata, in Europa ora si assiste a una marcia indietro: la Gran Bretagna, ad esempio, che più aveva aperto ad una scuola privata, di recente ha varato un programma di forte rilancio della scuola pubblica».
Ma è anche uno scontro sui contenuti: «La Moratti - protesta Piero Bernocchi, dei Cobas - ha in mente una scuola-azienda, che vende l’istruzione come una merce, con dei professori trasformati in piazzisti». «Fingendo di esaltare il liceo - aggiunge - ci fa tornare alla vecchia distinzione classista tra l’istruzione di serie "A" e la formazione di serie "B". «Occorre un sistema in cui la scuola pubblica mantenga la sua funzione», aggiunge Savino Pezzotta della Cisl. «La maturità con la commissione interna - aggiungono i Cobas - la vogliono le scuole private per gestire l’esame a proprio piacimento».


LA PROTESTA DELL’OPPOSIZIONE - Sul forte richiamo ai valori della scuola pubblica e della Costituzione, la sinistra si scopre compatta e pronta a partecipare allo scontro. «In questo furore distruttivo della Moratti vedo un desiderio di restaurazione che mi preoccupa - dichiara il Ds Giorgio Ruffolo -. Lo Stato laico è un valore della Repubblica che non può essere buttato dalla finestra. La scuola statale è una conquista della civiltà moderna. Chi vuole la scuola privata può già sceglierla, basta che se la paghi». Marco Rizzo (Rc) parla di «provocazione contro la scuola pubblica»: «Moratti ha disegnato un sistema ferocemente di classe - accusa - e non paga di ciò, vorrebbe far piovere miliardi su miliardi nelle tasche delle scuole private». «Le dichiarazioni del ministro Moratti rischiano di riaprire una polemica ideologica che speravamo chiusa» paventa Giovanni Manzini del Ppi. E l’ex ministro dell’Istruzione, Luigi Berlinguer avverte: «Il governo vuole ripartire da zero, ma non spiega come: il messaggio che manda, a poche settimane dall’inizio della scuola è devastante».


PLAUSI ALLA MORATTI - «Non si tratta di aprire una guerra tra scuola pubblica e privata - spiega il ministro delle Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione - ma della libertà di scelta tra un modello di formazione e l’altro». Roberto Calderoli (Lega) aggiunge: «E’ triste vedere che nel momento in cui si vuole mettere la scuola al passo coi tempi insorgono i sindacati». Mentre Giuseppe Valditara di An va più sul concreto: «un esame non ha più senso. Almeno la proposta Moratti fa risparmiare ingenti somme allo Stato».

Virginia Piccolillo


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Date: 26 Aug, 2001 on 06:27
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