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Crocifisso, interviene Castelli "Affiderò il caso agli ispettori"
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1. Crocifisso, interviene Castelli "Affiderò il caso agli ispettori"
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da Repubblica.it

Per il ministro del Welfare la sentenza del giudice dell'Aquila che impone di togliere il simbolo "va cancellata al più presto"

Crocifisso, interviene Castelli "Affiderò il caso agli ispettori"
"No" trasversale da cattolici a laici. Calderoli: "Una bestemmia". Castagnetti: "Atto privo di intelligenza". La Cei: "Illegittima"

ROMA - Interviene il ministro della Giustizia Roberto Castelli sulla sentenza che ha chiesto la rimozione del questione del crocifisso da un'aula scolastica, quella frequentata dai figli di Adel Smith, presidente dell'Unione musulmani d'Italia. Domani il ministro
incaricherà l'Ispettorato di via Arenula per verificare se la sentenza del giudice dell'Aquila "sia stata estesa nel rispetto dell'ordinamento o se siano state ignorate leggi vigenti". Lo stesso Guardasigilli ricorda che è sanzionabile "dal punto di vista disciplinare chi emette sentenze abnormi".

"Ricordo che anch'io ho ricevuto da Adel Smith una lettera in cui mi intimava di togliere il crocefisso dalle aule giudiziarie. Ovviamente non ho dato seguito a quella strampalata richiesta - sottolinea il ministro in una nota -. Per quanto riguarda invece la sentenza in questione, ricordo che in giurisprudenza esiste la possibilità di sanzionare dal punto di vista disciplinare chi emette sentenze abnormi".

Sulla sentenza oggi è intervenuto anche il ministro del Welfare Roberto Maroni. "Una sentenza aberrante. Che va cancellata al più presto - ha dichiarato Maroni - inaccettabile" perché un giudice "non può cancellare millenni di storia".

Ma il ministro leghista non grida isolato allo scandalo. La sentenza con cui il giudice Mario Montanaro ha imposto la rimozione del simbolo cristiano dall'aula della scuola statale "Antonio Silveri" di Ofena (Aq), accogliendo la richiesta di Adel Smith, presidente dell'Unione musulmani d'Italia, fa insorgere la Cei che giudica "illegale" la sentenza, scatena un fuoco trasversale di "no", da cattolici e laici, da centrodestra e centrosinistra, e infine chiama il ministero dell'Istruzione a precisare che si "applica e si continuerà ad applicare le disposizioni di legge del 1923, mai abrogate, che fanno, appunto, obbligo di esporre il crocifisso in tutte le scuole, così come in tutti i tribunali".

Chi la ritiene una bestemmia, chi una decisione priva di intelligenza e comunque "fuorilegge". Che la prospettiva sia cattolica o laica, comunque la sentenza del giudice Montanaro suscita malcontento da una parte e dall'altra. Da cattolico, Roberto Calderoli, coordinatore della segreteria nazionale della Lega Nord e vicepresidente del Senato, la considera una "bestemmia" e "ancor più gravi - dice - le motivazioni della sentenza in cui fra l'altro si dice: '...la presenza del simbolo della croce induce nell'alunno a una comprensione profondamente scorretta della dimensione culturale dell' espressione di fede..'. Dopo il mancato inserimento nella Convenzione europea delle radici cristiane - prosegue Calderoli - ora si cerca di eliminare tali radici anche dalla nostra Costituzione dimenticandosi degli art. 7 e 8 della carta".

Il vicepresidente del Senato va poi oltre, criticando la "passiva accettazione di religioni che negano la libertà religiosa e individuano come nemici coloro che credono in un dio diverso dal loro". "Tra Maometto, guerre di religione, Bin Laden e soci, io e la Lega - conclude Calderoli - staremo sempre dalla parte del Crocifisso, daremo battaglia e su tutti i fronti".

Togliere il crocifisso dalle aule non è solo "sbagliato" e "sconcertante" per il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, ma anche "illegale". Ricorda infatti Volontè che "proprio un anno fa il ministro Moratti aveva riconfermato a seguito di un'interrogazione del nostro gruppo la validità delle leggi vigenti. Il crocifisso nelle aule scolastiche è legittimo proprio perché è il simbolo dei valori civili del nostro paese". "L'interpretazione delle leggi vigenti da parte di un giudice - prosegue Volontè - non può portare alla negazione delle norme stesse. Invito pertanto l'Avvocatura dello Stato e il ministro Moratti ad intervenire in sede giudiziaria per tutelare le leggi e la morale civile della nazione italiana".

Non tarda la risposta del ministero dell'Istruzione che precisa che "applica e continuerà ad applicare le disposizioni di legge del 1923, mai abrogate, che fanno, appunto, obbligo di esporre il crocifisso in tutte le scuole, così come in tutti i tribunali".

Un "errore storico e culturale", che "non aiuta l'integrazione e interpreta in modo sbagliato il pluralismo religioso". Boccia la sentenza del giudice Montanaro il segretario dei popolari dell'Udeur Clemente Mastella per il quale "togliere oggi il crocifisso dalle aule delle scuole significa non avere rispetto per valori che per noi sono fondamentali". Al contrario, ricorda Mastella, di quanto la Dc ha fatto nella prima Repubblica, "rispettando la laicità: massima in quegli anni è stata la tolleranza nei confronti di chi non condivideva i nostri principi". Non contano le differenze poilitiche, avverte Mastella, perché "quei valori cattolici sono espressione di larga parte della società italiana".

Insorge la Cei con il segretario della Conferenza episcopale italiana, monsignor Giuseppe Betori che giudica la sentenza in contraddizione con
La decisione del tribunale rischia - ha aggiunto - di aprire la strada ai "fondamentalismi religiosi più estremi".

Seppur con argomenti diversi, la bocciatura alla sentenza arriva anche dal centrosinistra, con il Presidente dei deputati della Margherita, Pierluigi Castagnetti, che la definisce "priva di
intelligenza, buonsenso e legittimità". "Il giudice - conclude - può solo applicare la legge e se ha dei rilievi da sollevare lo può fare solo rivolgendosi alla Corte Costituzionale".

(26 ottobre 2003)


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Date: 26 Oct, 2003 on 19:13
Crocifisso, interviene Castelli "Affiderò il caso agli ispettori"
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