VIA IL CROCIFISSO DALLA SCUOLA: SCOPPIA LA POLEMICA

L''AQUILA, 26 ott - Il Tribunale dell''Aquila ha accolto con una sentenza il ricorso di Adel Smith, presidente dell''Unione Musulmani d''Italia, che chiedeva che venisse rimosso il crocifisso dall''aula della SCUOLA frequentata dai suoi due figli. «L''imparzialità dell''istituzione scolastica pubblica di fronte al fenomeno religioso - ha spiegato il giudice - deve realizzarsi attraverso la mancata esposizione di simboli religiosi piuttosto che attraverso l''affisisone di una pluralità». L''unico soddisfatto della sentenza, per ora, è il diretto interessato, Smith, che ha dichiarato: «Siamo di fronte a una chiara e storica sconfitta dell''arroganza degli esponenti dello strisciante razzismo religioso istituzionale».

Immediato si è levato un coro, piuttosto agguerrito, di proteste. In testa il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che ha chiesto l''intervento dei vertici della magistratura «per bloccare questo atto inaudito e deplorevole». «Una sentenza aberrante che deve essere cancellata al più presto - ha commentato il ministro del Welfare Roberto Maroni - Non si può accettare che un giudice cancelli millenni di storia». Il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi, rilancia chiedendo che sia il Parlamento a occuparsi della questione. Il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, si è detto fortemente indignato e, prendendo un granchio, ha dichiarato: «Ad Adel Smith vogliamo dare anche il diritto di voto?» dimenticando che l''uomo (all''anagrafe Emilio) è cittadino italiano sin dalla nascita. Secondo il segretario dell''Udeur, Clemente Mastella, la sentenza «interpreta in modo sbagliato il pluralismo religioso, non aiuta l''integrazione ed è un errore sul piano storico e culturale».

Scontata la reazione della Cei, Conferenza episcopale italiana, che attraverso il suo segretario, monsignor Giuseppe Betori, fa notare come la sentenza sia in contraddizione con una legge dello Stato attualmente in vigore, e commenta: «La decisione del tribunale rischia di aprire la strada ai fondamentalismi religiosi più estremi. Il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma anche l''immagine in cui il popolo italiano riconosce le radici stesse della sua civiltà». Il ministero dell''ISTRUZIONE fa sapere in un comunicato che «applica e continuerà ad applicare le disposizioni di legge del 1923, mai abrogate, che fanno, appunto, obbligo di esporre il crocifisso in tutte le scuole, così come in tutti i tribunali».

L''argomento, tra l''altro, è stato affrontato di recente alla Camera in un question time e anche il Consiglio di Stato si è espresso in materia confermando la norma, sostenendo che l''esposizione non lede la libertà di religione e sottolineando che il crocifisso è un simbolo universale che riguarda valori di solidarietà e fratellanza umani. In ogni caso la decisione del giudice dell''Aquila non è stata ancora notificata. Quando lo sarà si valuteranno eventuali ricorsi al grado superiore di giudizio.

Dal ministero fanno comunque sapere che già da alcuni mesi è stata inviata agli istituti scolastici una circolare del Capo dipartimento di tutte le scuole italiane che invita, qualora studenti o loro genitori ne facciano richiesta, a mettere a disposizione un locale senza simboli religiosi per raccoglimento, riflessione, meditazione e preghiera di docenti e alunni. (News2000)