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Crocifisso nelle aule scolastiche il Tribunale ordina la rimozione
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1. Crocifisso nelle aule scolastiche il Tribunale ordina la rimozione
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da Repubblica.it

La sentenza dei magistrati dell'Aquila dopo il ricorso presentato da Adel Smith, presidente dell'Unione musulmani d'Italia

Crocifisso nelle aule scolastiche il Tribunale ordina la rimozione
"La scuola pubblica deve essere imparziale di fronte al fenomeno religioso"

L'AQUILA - Adel Smith presidente dell'Unione musulmani d'Italia ha vinto la sua battaglia. Aveva chiesto di togliere il crocefisso appeso nell'aula della scuola frequentata dai suoi due figli minori. E oggi il tribunale dell'Aquila, al quale Smith si era rivolto, gli ha dato ragione. Con una sentenza storica, destinata a far discutere, il Tribunale ha accolto il suo ricorso e ha condannando l'istituto a rimuovere il crocifisso. La scuola, è l'istituto materno ed elementare statale "Antonio Silveri" di Ofena, in provincia dell'Aquila.

Il ricorso era stato presentato qualche settimana fa dal legale di Adel Smith. La sentenza è stata immediata. Trenta pagine scritte dal giudice Mario Montanaro che difendono "l'imparzialità dell'istruzione scolastica pubblica di fronte al fenomeno religioso". Un'imparzialità che va realizzata "attraverso la mancata esposizione di simboli religiosi". Il giudice ha preso in considerazione anche la possibilità che più simboli religiosi vengano esposti sui muri della aule scolastiche. Ma ha deciso che la strada non è percorribile, sia perché "non potrebbe in concreto essere tendenzialmente esaustiva", sia perché "finirebbe per ledere la libertà religiosa negativa di coloro che non hanno alcun credo".

Di più. "Nell'ambito scolastico - si legge nella sentenza - la presenza del simbolo della croce induce nell'alunno a una comprensione profondamente scorretta della dimensione culturale della espressione di fede, perché manifesta l'inequivoca volontà, dello Stato, trattandosi di scuola pubblica, di porre il culto cattolico al centro dell'universo, come verità assoluta, senza il minimo rispetto per il ruolo svolto dalle altre esperienze religiose e sociali nel processo storico dello sviluppo umano, trascurando completamente le loro inevitabili relazioni e i loro reciproci condizionamenti".

La rimozione del crocifisso, conclude il giudice, è l'unica misura possibile per inibire la lesione del diritto di libertà dei figli minori, poichè l'alternativa sarebbe non far partecipare all'attività didattica i piccoli scolari.
E' contento Adel Smith. "Siamo di fronte ad una chiara e storica sconfitta dell'arroganza degli esponenti dello strisciante razzismo religioso istituzionale", ha commentato il presidente dell'Unione dei Musulmani d'Italia. Adel Smith, indagato dalla procura di Verona per aver usato parole ingiuriose nei confronti del Cardinale Biffi, era salito agli onori della cronaca, nel gennaio 2003. Ospite assiduo di una tv privata di Verona, Telenuovo, Smith venne assalito in diretta tv da un gruppo di militanti Forza Nuova.

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Bufera sulla decisione del tribunale dell'Aquila

Il cardinale: "Offeso il popolo italiano e la Costituzione"

Crocifissi, Tonini insorge "E' una sentenza offensiva"
La Cgil cauta: "E' un passo verso la laicità della scuola"
Storace: "Diritto di voto ad Adel Smith?"

ROMA - Scatena un putiferio la notizia della sentenza del Tribunale dell'Aquila, che, su ricorso dell'esponente musulmano Adel Smith, ha imposto al preside di una scuola della provincia di togliere la croce dai locali dell'edificio. Le parole più dure le pronuncia il cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna: "Rimango stupefatto, senza parole. Come si fa ad ordinare la rimozione dalle aule scolastiche del crocifisso, che è il simbolo dei valori di fondo del nostro paese? Con questa sentenza si offende la maggioranza del popolo italiano ed anche lo spirito della costituzione".

Di "battaglia di religione fuori luogo" e di "vera e propria provocazione" parla Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari. Per l'associazione si tratta di "vere e proprie provocazioni" da parte islamica, a fronte di una "totale mancanza di reciprocità da parte del mondo islamico nei confronti della religione cristiana". Un musulmano che viene in Italia, conclude Santolini, "sa che viene in un Paese cristiano", e quindi deve essere preparato a trovare in giro "simboli delle nostre radici e della nostra storia".

Molto meno critica la Cgil che vede nella sentenza "un passo avanti ulteriore verso una dimensione di laicità della scuola italiana". Una sentenza, dice il responsabile della scuola Enrico Panini che "apre una questione che va affrontata con attenzione". Le aule italiane, afferma il sindacalista, accolgono ormai bambini e bambine di religione diversa, e quindi "non dovrebbero contenere segni che non siano rispettosi delle posizioni e del credo di tutti".

Ancor più netta la posizione di Rifondazione comunista. Per il partito di Bertinotti la sentenza "è solo l'inizio di una necessaria riflessione sulla convivenza multiculturale e su quale ruolo rivesta in questo la scuola".

Per Giorgio Rembado, presidente dell' Associazione nazionale presidi la pronuncia del tribunale "significa ribaltare l'ordinamento concordatario che non riguarda solo i crocifissi". "Da una parte - continua Rembaudo - la questione può essere vista positivamente perchè riafferma la laicità dei servizi pubblici ma sul piano dell'ordinamento interno richiede una riflessione sulle norme di revisione costituzionale".

Ma il cardinal Tonini rincara le critiche. "Non riesco a capire in base a che dispositivi legislativi - commenta il prelato - Non si può eliminare un simbolo dei valori religiosi e culturali di un popolo, solo perchè ciò può dar fastidio a qualcuno. Mi sembra una strada pericolosa. Allora perché non togliere le chiese, o impedire alla 'Croce Rossa' di svolgere la sua azione di soccorso e umanitaria ?".

Per Riccardo Pedrizzi, responsabile per le politiche della famiglia di An, la sentenza "è fuorilegge ed inconcepibile". Provocatoria la battuta del governatore del Lazio, Francesco Storace: "Ad Adel Smith vogliamo dare anche il diritto di voto?"

(25 ottobre 2003)


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Date: 26 Oct, 2003 on 01:07
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