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«Niente torte a scuola: motivi religiosi»
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1. «Niente torte a scuola: motivi religiosi»
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da Il Corriere della Sera
16 ottobre 2003

Modena, un’Asl vieta i cibi portati da casa, le famiglie protestano

«Niente torte a scuola: motivi religiosi»

MIRANDOLA (Modena) - Dopo il crocefisso, anche torte e pizzette rischiano di essere «sfrattate» dalle scuole, per non offendere gli islamici. Accade a Mirandola, in provincia di Modena. L’Asl, nella consueta nota con le norme igienico-sanitarie da seguire a scuola, ha inserito anche un passaggio in cui invita i genitori ad «astenersi dal portare a scuola prodotti alimentari o bevande, in occasioni di compleanni o altre ricorrenze, per la somministrazione collettiva». Ciò al fine di evitare, non solo problemi igienici, ma anche di urtare specifiche abitudini alimentari degli alunni «su base etnica, religiosa, ideologica, eccetera)». La direttiva è stata inviata alle varie scuole del distretto di Mirandola, ma ha provocato il rifiuto di applicarla in numerosi istituti e la protesta di tanti genitori i quali non vedono nulla di male in torte e pizzette consumate con gli amici. Così Forza Italia ha sollevato il caso chiedendosi se, dietro tutto questo, non si nascondano fini propagandistici. «Così non si fa altro che discriminare i cittadini italiani - spiega Lorenzo Bergamini, capogruppo di Forza Italia a Mirandola - a che titolo l’Asl si occupa di questioni etniche e religiose che non le competono?». Il caso è già approdato, con una interrogazione in Regione dove, sempre Forza Italia, chiede spiegazioni circa quello che viene definito un caso di «razzismo all’incontrario e parla di gravissimo pericolo per le giovani generazioni italiane, che si vedono delegittimare la propria cultura e le proprie tradizioni».
Sull’Asl arrivano anche le critiche del governo: «giudico gravissima la circolare di Mirandola e chiedo alla Regione di intervenire perché venga ritirata - dice il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi - temo che queste iniziative poco meditate facciano nascere reazioni che portano acqua al mulino del razzismo e della xenofobia».
E l’estensore della direttiva come si difende? «Lungi da noi l’intenzione di interferire con scelte che spettano alle strutture scolastiche - spiega Natalino Michelini, direttore del distretto sanitario di Mirandola - ci siamo limitati a dare delle indicazioni che traggono origini da sollecitazioni giunte in questi anni dagli stessi operatori scolastici, che in più occasioni hanno ricevuto lamentele da genitori che non condividevano la somministrazione di alimenti per feste e ricorrenze che andavano contro il credo religioso e le abitudini alimentari dei figli». In sua difesa si schiera anche l’Asl provinciale dove si parla di «una nota male interpretata»: parlare d’invasione di campo e di razzismo all’incontrario è davvero fuori luogo. Si è voluto solo segnalare un problema esistente».

Andrea Marini


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Date: 16 Oct, 2003 on 07:48
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