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da Il Corriere della Sera
Sabato, 25 Agosto 2001

Economia più debole e frenata nella corsa alle tecnologie: dopo 15 anni inversione di tendenza dagli Usa

2001, anno nero del personal computer: primo calo nelle vendite

Il 2001 si sta rivelando l’anno nero del personal computer. Per la prima volta in 15 anni, cioè dall’inizio dell’era dell’informatica commerciale, le vendite di Pc saranno inferiori a quelle dei dodici mesi precedenti, non solo negli Stati Uniti ma, complessivamente, in tutto il mondo. Secondo le più autorevoli stime, gli acquisti da parte delle aziende caleranno del 10% negli Usa e rimarranno piatti in Europa e Asia, mentre le famiglie americane compreranno il 21% in meno rispetto al 2000 e quelle europee fra l’1% e il 5% in meno. La crisi è dovuta alla debolezza dell’economia americana e alla mancanza di «innovazioni tecnologiche» in grado di attirare i consumatori. E, secondo gli esperti, non si tratta di un fenomeno transitorio.

Si profila il primo calo di vendite nella storia degli elaboratori. Gli esperti: addio al mito dell’innovazione continua

2001, l’anno nero del personal computer

Ma Cisco e Microsoft spingono Dow Jones e Nasdaq che guadagna il 4%. Mibtel su dell’1,28%


MILANO - E’ un doppio shock: economico e sociale. Per la prima volta in quindici anni, vale a dire dall’inizio della loro storia commerciale, le vendite di personal computer nel 2001 saranno inferiori a quelle del 2000. Non solo in Usa, ma nel mondo. E non si tratta di un fenomeno ciclico: i tempi d’oro, con incrementi annuali medi del 15% per tutti i ’90, sono finiti per sempre. Quello dei computer, come è accaduto per le auto o i televisori, sta diventando un mercato maturo. A decretarlo sono sia le indicazioni provenienti dai maggiori costruttori internazionali, sia quelle degli istituti di ricerca più autorevoli, sia le organizzazioni di vendita al dettaglio ascoltate in questi giorni dal Wall Street Journal nel corso di una accurata analisi. Da qualsiasi punto lo si osservi, insomma, il 2001 l’anno nero del Pc, il punto di svolta di quello che per un decennio è stato il motore del boom tecnologico mondiale.

LE RAGIONI DI UNA CRISI - Secondo la società di ricerche International Data Corp, quest’anno le aziende americane compreranno il 10% di computer in meno rispetto al 2000, mentre in Europa e Asia ci sarà crescita zero. E lo stesso faranno le famiglie. La Npd Intelect calcola infatti che la campagna «pre-scolastica» 2001, un periodo decisivo per stabilire l’atteggiamento dei consumatori, sta registrando negli Usa una flessione di acquisti del 21%. In Europa si profila invece un calo fra l’1 e il 5%. Insomma, in tutto il mondo si dovrebbe vendere circa il 10% di Pc in meno rispetto al 2000. Persino la Dell, il maggiore produttore in assoluto (e quello che finora ha risentito meno della crisi) mette in conto la prima riduzione di fatturato nei 17 anni della sua storia. Agli altri grandi produttori, da Compaq a Hewlett Packard, andrà ancora peggio.
La colpa, ovviamente, è soprattutto della debolezza dell’economia Usa. Ma ad accentuare il fenomeno concorrono ragioni dettate dallo stesso sviluppo dell’industria informatica. Chi possiede già un Pc, sia le aziende sia i privati (e magari lo ha comprato negli ultimi due anni di boom) non trova più alcun motivo per comprarne uno nuovo. Dal modem per internet e le e-mail fino ai software per applicazioni multimediali, ha già tutto quello che gli serve. Tantopiù che le stesse industrie sono in grado di offrire poche «novità» allettanti: con la frenata dell’economia Usa, sono state tutte costrette a ridurre i costi di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. I livelli di investimento sono calati del 30%. Compaq, per esempio, spenderà quest’anno in ricerca 4 miliardi di dollari, contro i 12,5 miliardi del ’96. «Complessivamente gli investimenti dei produttori di Pc raggiungeranno appena il 4,7% del fatturato - stimano alla Deloitte Touche Tohmatsu -. Dieci anni fa la media era del 10%».


LE MOSSE DI INTEL & MICROSOFT - In controtendenza appaiono solo due industrie chiave del settore, quelle che forniscono il software e i chip che fanno «funzionare» i computer: il numero uno mondiale dei semiconduttori, Intel, quest’anno investirà in ricerche e nuovi prodotti 4 miliardi di dollari (il 15% del fatturato) e il gigante del software, Microsoft (che prepara il lancio del nuovo sistema operativo Windows Xp) circa 4,8 miliardi di dollari, il 37% in più del 2000. Ma non c’è analista disposto a scommettere sul fatto che Xp sia in grado di rilanciare le vendite di computer. Nel sistema operativo Xp - sottolineano in molti - saranno integrati programmi audio, video e di messaggeria istantanea che, in fondo, i consumatori hanno già a disposizione da anni grazie ai prodotti di case concorrenti.

Giancarlo Radice


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Date: 25 Aug, 2001 on 08:28
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