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Meno materie e un codice per i prof
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1. Meno materie e un codice per i prof
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da Il Corriere della Sera
Sabato, 25 Agosto 2001

IL PIANO DEL GOVERNO

Meno materie e un codice per i prof

Istituita una commissione di esperti che avrà il compito di rivedere la riforma dei cicli


MILANO - Pare incredibile, ma è ancora tutto da rifare. La scuola italiana si prepara ad un’altra rivoluzione, l’ennesima. I docenti dovranno diventare sempre meno dipendenti statali e sempre più professionisti della cultura. Il loro stato giuridico sarà rivisto in modo da prevedere un ambito contrattuale per la docenza, diverso da quello degli altri operatori della scuola. Gli stipendi aumenteranno: con adeguamenti del livello base di retribuzione e premi per i professori che valorizzeranno la funzione docente attraverso percorsi di formazione certificabili. Le materie, invece, diminuiranno. E nascerà un codice deontologico per vincolare gli insegnanti al rispetto di alcune regole e restituire loro un’identità precisa. Il futuro della scuola, per il governo, passa di qui. Dal piano illustrato ieri dal sottosegretario all’Istruzione Valentina Aprea. Anche se le sue paiono dichiarazioni d’intenti. Un po’ perché le ha rilasciate al meeting di Cl e non in sede istituzionale. Un po’ perché, se l’elenco di tutto ciò che non funziona nella scuola italiana è lungo, non ci sono indicazioni precise sulle misure concrete da adottare. Di quelle si parlerà ad anno scolastico avviato, dice Aprea. Come anche della riduzione delle materie, tema di cui si occuperà la commissione di esperti guidata da Giuseppe Bertagna, ordinario di pedagogia a Bologna, che nei prossimi 4 mesi dovrà rivedere la legge sui cicli.
Un obiettivo, però, è stato indicato: valorizzare la specificità docente e rifare dei professori altrettanti intellettuali prestati all’educazione. Come? Aprea dichiara che il ministero sosterrà i docenti puntando, al tempo stesso, ad innalzare la qualità dell’insegnamento. Dice che sarà offerta ai professori la possibilità di «specializzarsi» di più. Sostiene che occorre rilanciare la «professionalità della docenza» e che per farlo ci vogliono «percorsi di formazione certificati». Questi saranno lo strumento per «differenziare», premiando i professori che «investiranno sulle competenze aggiuntive, riferite alla docenza, ad aspetti organizzativi del mondo della scuola o anche all’attività di ricerca». Oggi, dice Aprea, «abbiamo omologato le funzioni dell’insegnante a quelle dell’impiegato. Tutti guadagnano lo stesso, e poco. E per giunta s’annoiano e annoiano gli alunni».
Ma «differenziare», in un mondo «egualitario» come quello della scuola, è un progetto ambizioso. Quando Berlinguer ci provò finì per deteriorarsi il suo rapporto con i professori. «Colpa del "concorsone" - dice Aprea -, si voleva valutare i docenti in base a fattori esterni all’insegnamento. Poi, chi avesse superato la prova sarebbe tornato a fare le stesse cose di chi non l’aveva affrontata, prendendo qualche soldo in più. Noi vogliamo mettere a disposizione dei professori percorsi attraverso cui sviluppare la funzione di docente. Puntando sempre alla qualità dell’insegnamento». Obiettivo che il governo pensa di raggiungere anche impedendo «riconversioni da una materia all’altra o da un ordine di scuola all’altro».
Riconoscimento delle differenze e specializzazione: così, secondo Aprea, si motivano i docenti e si garantisce la competenza di chi insegna. Che dovrà anche osservare un codice deontologico. I contenuti? «Ci sarà qualche richiamo al rispetto della libertà di apprendimento degli studenti e della pluralità delle idee» e a norme di comportamento elementari.

Mario Porqueddu


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Date: 25 Aug, 2001 on 08:18
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