Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


Edscuola Board
Edscuola Board Discussion Forum.
Index / Educazione&Scuola© - Archivio Rassegne / Educazione&Scuola© - Rassegna Stampa (Archivio 2)
author message
Ricerca, futuro dell'Europa
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
edscuola
Administrator
in Educazione&Scuola

View this member's profile
posts: 13944
since: 23 May, 2001
1. Ricerca, futuro dell'Europa
Reply to this topic with quote Modify your message
da Il Sole 24 Ore
2 ottobre 2003

Ricerca, futuro dell'Europa

ROMA - «L'Italia e l'Europa devono puntare ad un riposizionamento strategico e competitivo. Non lo stiamo facendo, invece è fondamentale per recuperare competitività». Antonio D'Amato conclude la giornata della ricerca, organizzata da Confindustria: se il nostro Paese vuole vincere la sfida dello sviluppo, occorre puntare sull'innovazione e su un diverso rapporto tra imprese e università. E a livello europeo bisognerebbe applicare la golden rule per non calcolare gli investimenti in questo settore nei parametri di Maastricht. «Il ruolo della ricerca è collegato con il futuro dell'Europa», è la frase con cui il presidente della Confindustria esordisce. Sia la Ue, sia l'Italia sono finiti dentro una tenaglia competitiva che rischia di schiacciarli: da una parte c'è l'economia americana, che per 20 anni è stata la locomotiva a livello internazionale e che oggi, con una politica di supply side, sta reagendo in modo vigoroso alla crisi dell'ultimo periodo. «Ci sono già previsioni che indicano addirittura al 4,5% la possibile crescita del Pil nel 2004», precisa dal palco D'Amato. La ricetta? Tagli fiscali per le imprese e investimenti pubblici per una cifra di 300 milioni di dollari a sostegno della ricerca. Un elemento vincente, che unito alla grande flessibilità, sta portando il sistema americano a reagire prontamente. Dall'altra parte, c'è la concorrenza dei Paesi emergenti dell'Est, Cina in testa, che stanno avanzando con prodotti a costi bassi e con tecnologia sempre più avanzata. L'Europa, e l'Italia, rischiano di rimanere schiacciati tra queste due realtà. «Siamo finiti nella gabbia dorata di Maastricht ed abbiamo buttato via la chiave», è il parere di D'Amato. Oggi non possiamo più utilizzare le svalutazioni competitive, il patto di stabilità ci impone il controllo della spesa pubblica: «Anzi, dobbiamo essere ancora più rigorosi sul controllo della spesa corrente, per poter trovare le risorse da destinare agli investimenti in favore dello sviluppo», dice il presidente degli industriali. Infrastrutture materiali e immateriali, quindi ricerca e innovazione, per D'Amato sono il settore cruciale dove dirigere gli investimenti per aumentare il potenziale competitivo. Se gli investimenti americani ammontano a 300 milioni di dollari, quelli europei destinati alla ricerca sono 180 milioni; se negli Usa si depositano 300 brevetti ogni milione di abitanti, in Europa la cifra è di 80. Serve una svolta. «Bisogna raccordare il mondo delle imprese e quello dell'università. E serve un sistema universitario e di ricerca completamente diverso: una battaglia di riforme e di cultura dove ognuno deve contribuire per il ruolo che gli spetta, mettendoci la faccia», dice il numero uno di viale dell'Astronomia, rispondendo dalla tribuna alla contestazione di un gruppo di no-global che saliti sul podio hanno attaccato «la privatizzazione del sapere». Per D'Amato mettere la ricerca al centro della politica industriale deve essere una priorità per l'Italia e l'Europa: «Nella Finanziaria ci sono segnali positivi, ma bisogna andare avanti. Non è vero, ha aggiunto, che le imprese non fanno ricerca e innovazione, altrimenti il made in Italy non sarebbe così forte sui mercati. Ma occorre aumentare la quota di innovazione, per evitare che i nostri prodotti possano essere copiati. Siamo bravi ad applicare le nuove tecnologie, ma bisogna aumentare il sostegno alla ricerca pubblica sui sistemi di base», è la sua opinione. Un aspetto positivo della Tecno-Tremonti per D'Amato è che farà emergere gli investimenti delle imprese in ricerca. Il presidente degli industriali ha ribadito che occorre raggiungere gli obiettivi di Lisbona, con un aumento del tasso di occupazione al 70% e una quota di investimenti in ricerca del 3% rispetto al Pil. Due traguardi dai quali l'Italia è però ancora troppo lontana.

NICOLETTA PICCHIO


http://www.edscuola.it
http://www.edscuola.com
Mail: redazione@edscuola.com
Date: 02 Oct, 2003 on 08:36
Ricerca, futuro dell'Europa
Post a new topic Reply to this Topic Printable Version of this Topic
All times are GMT +2. < Prev. Page | P.1 | Next Page >
Go to:
 

Powered by UltraBoard 2000 Personal Edition,
Copyright © UltraScripts.com, Inc. 1999-2000.

Archivio
Archivio Forum
Archivio Rassegne